Rifugiati, è afgano un beneficiario su sette della rete Sprar. Diminuiscono le donne

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ROMA – Quasi uno su sette tra i beneficiari complessivi del sistema Sprar è afgano, poco meno di uno su dieci, invece, somalo, gli altri provengono da Nigeria, Pakistan, Eritrea, Costa d’Avorio, Ghana, Iraq, Turchia ed Etiopia. Per la maggior parte dei casi, però, si tratta di uomini la cui percentuale nel 2012 è cresciuta rispetto all’anno precedente. È questo il quadro dei beneficiari del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, contenuto nel Rapporto Sprar 2012/2013 presentato oggi a Roma. Il rapporto mostra un aumento degli afgani di circa 1,6 punti percentuali nel 2012 rispetto all’anno precedente: rappresentano il 14,5 per cento di tutti gli ospiti dello Sprar . Calano di 4,2 punti percentuali rispetto al 2011 i beneficiari provenienti dalla Somalia (sono il 9,1 per cento). Dalla Nigeria, l’8,4 per cento dei beneficiari. Intorno al 7,9 pachistani e eritrei.

Sono gli uomini più delle donne a mettersi in viaggio verso l’Italia. I dati Sprar evidenziano una diminuzione della componente femminile rispetto agli anni precedenti al 2012. Gli uomini rappresentano complessivamente l’80 per cento degli accolti, quando nel 2010 erano il 76 per cento e nel 2011 il 79,5 per cento. Incidenza maschile che si nota soprattutto tra i pachistani, dove raggiunge il 96,3 per cento, tra i ghanesi (96,2) e gli afgani (94,4). Andando ad analizzare anche le relazioni familiari, la maggior parte dei beneficiari ha ricevuto accoglienza singolarmente, solo il 22,3 per cento ha ricevuto accoglienza come nucleo familiare. Per quanto riguarda il titolo di studio, invece, solo il 9 per cento dei beneficiari del sistema Sprar non ha alcun titolo. Il 30 per cento ha un titolo di scuola superiore, il 25 per cento di scuola media. Il 13 per cento un titolo universitario.

Per quanto riguarda le fasce d’età degli ospiti del sistema Sprar, il rapporto mostra come quasi la totalità di loro ha tra i 18 e i 35 anni. I più numerosi, in termini di percentuali, i beneficiari tra i 18 e i 25 anni: sono il 34 per cento. Il 23 per cento ha tra i 26 e i 30 anni. Il 14 per cento ha tra i 31 e i 35 anni. Non mancano, tuttavia, le età più avanzate con percentuali ovviamente minime. All’1 per cento i beneficiari tra i 61 e i 90 anni.  Tra i minori, invece, la popolazione più rappresentata proviene dall’Iraq (il 22,4 per cento), dalla Nigeria, il 19,8 per cento e dall’Etiopia, il 16,4 per cento. Per quel che riguarda i minori non accompagnati richiedenti asilo (Msnara), gli afgani sono i più numerosi, con il 33 per cento, al 10 per cento i minori non accompagnati provenienti da Costa d’Avorio e Mali. La fascia d’età più rappresentata per i minori non accompagnati va dai 13 ai neo maggiorenni. Tra di loro, i più numerosi hanno 17 anni (il 41 per cento), solo il 3 per cento ha 13 anni. Aumentano, inoltre, gli arrivi via mare nel 2012. I minori non accompagnati richiedenti asilo arrivati attraverso il Mediterraneo sono il 66 per cento, il 6,5 per cento in più rispetto al 2011.

Il 56 per cento dei beneficiari è arrivato in Italia via mare. Il 17 per cento tramite frontiera aeroportuale. L’11 per cento attraverso una frontiera di terra. Il 9 per cento, invece, tramite frontiera portuale. Tra i dati anche chi è rientrato in Italia in base al regolamento di Dublino, sono il 5 per cento. Un ultimo 2 per cento (131 bambini nel 2012) riguarda bambini nati sul territorio italiano. Nel 2012, infine, sono state 1.556 le persone che hanno chiesto, dopo il sesto mese di accoglienza, di prolungare il periodo di permanenza all’interno della rete. Tra i motivi, la ricerca di un lavoro o la necessità di terminare un corso o tirocinio e problemi di salute. Dei 2.891 che nel 2012 sono usciti dal sistema di accoglienza, il 38 per cento risulta aver avviato un percorso di integrazione, il 29 per cento, però ha visto scadere i termini, mentre il 28 per cento ha abbandonato la rete spontaneamente. Solo l’1 per cento ha chiesto il rimpatrio volontario.(ga)

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