Def Una mano taglia l’altra

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L’aumento netto men­sile di 80 euro che 10 milioni di lavo­ra­tori dipen­denti, per la mag­gior parte nel pub­blico impiego, rice­ve­ranno in busta paga dal 27 mag­gio ver­ranno com­pen­sati dai risparmi otte­nuti dal blocco dei con­tratti degli impie­gati pub­blici fino al 2020. È la poli­tica della mano che dà e della mano che toglie, così Cesare Damiano — pre­si­dente della com­mis­sione Lavoro della Camera ed espo­nente dello stesso par­tito del pre­si­dente del con­si­glio Renzi – ha defi­nito il con­te­nuto prin­ci­pale, e al momento più chiaro, della spen­ding review con la quale il governo finan­zierà il taglio dell’Irpef e la cam­pa­gna elet­to­rale del Pd.

Dopo il fuoco di fila da parte dell’opposizione interna a que­sto par­tito, nel pome­rig­gio di ieri il governo è corso ai ripari. Il mini­stero dell’Economia ha infatti smen­tito che nel Def sia pre­vi­sto il blocco dei con­tratti fino al 2020. Il Mef sostiene di avere ripro­po­sto il blocco già pre­vi­sto fino al 2017 da Letta e che le even­tuali risorse per i rin­novi ver­ranno tro­vate nella legge di sta­bi­lità. In attesa, dun­que, della finan­zia­ria non è pos­si­bile dire se il blocco sarà pro­lun­gato di tre anni in più. Ciò non toglie che la ridu­zione della spesa sugli sti­pendi durerà fino al 2017 e non depo­ten­zia la pro­te­sta cre­scente. Il governo ha dovuto incas­sare ieri anche il giu­di­zio in chia­ro­scuro del Fondo Mone­ta­rio Inter­na­zio­nale che ha apprez­zato l’idea di ridurre l’Irpef con il taglio della spesa pub­blica, ma ha avver­tito via XX set­tem­bre: il taglio deve essere per­ma­nente, quindi deve durare più a lungo del 2017 preventivato.

La ridu­zione delle tasse sta pro­du­cendo con­trac­colpi pro­prio nel mondo del lavoro dipen­dente che dovrebbe bene­fi­ciare dei suoi effetti. È uno dei para­dossi dell’austerità espan­siva, di cui Renzi è un volen­te­roso, ma tar­divo pro­pa­gan­di­sta. Quella messa in can­tiere in set­ti­mana è, in effetti, «una mano­vra che taglia e resti­tui­sce i soldi», così l’ha defi­nita ieri Renzi che ha anche smen­tito la noti­zia che sia in arrivo una mano­vra aggiun­tiva da 4,5 miliardi di euro. Il taglio, e la resti­tu­zione dei soldi, andranno a par­ziale risar­ci­mento di alcune delle vit­time delle poli­ti­che fiscali restrit­tive, ma non rime­die­ranno alle per­dite pro­vo­cate dal blocco dei con­tratti per 8,5 milioni di per­sone nel pub­blico e nel privato.

L’Unione Sin­da­cale di Base ha annun­ciato uno scio­pero gene­rale. Il Def «è una fol­lia – sostiene Luigi Roma­gnoli, dell’esecutivo nazio­nale Usb Pub­blico Impiego — i con­tratti sono ormai fermi dal dicem­bre del 2009 e i lavo­ra­tori pub­blici hanno abbon­dan­te­mente pagato il costo della crisi». La Flc-Cgil ha lan­ciato la mobi­li­ta­zione sull’istruzione. «Nel Def c’è anche la revi­sione del con­tratto degli inse­gnanti, il reclu­ta­mento degli inse­gnanti e dei diri­genti, incen­tivi alle uni­ver­sità e valu­ta­zione indi­vi­duale con i quali si vuole can­cel­lare il con­tratto nazio­nale» denun­cia il segre­ta­rio Dome­nico Pantaleo.

Il blocco dei con­tratti, e delle retri­bu­zioni, nella scuola sarà ancora più duro, durerà per 4 e non per 3 anni. In que­ste con­di­zioni, dif­fi­cil­mente il mini­stro dell’Istruzione Gian­nini potrà dare seguito ai suoi annunci sulla meri­to­cra­zia tra gli inse­gnanti. Nelle sue inten­zioni, infatti, c’è il desi­de­rio di pre­miare il «merito» e non l’anzianità otte­nuta con gli scatti con­trat­tuali. riguarda in par­ti­co­lare il mec­ca­ni­smo degli scatti di anzia­nità. Se la pro­gram­ma­zione del governo di cui fa parte verrà con­fer­mata, dif­fi­cil­mente il mini­stro potrà con­ti­nuare ad usare il Fondo di isti­tuto con il quale i suoi pre­de­ces­sori sono riu­sciti a sal­vare gli sti­pendi dal blocco degli scatti.
L’Anief aggiunge un altro tas­sello in que­sto mosaico. Tra tagli, bloc­chi e risparmi tra il 2006 e il 2012, il per­so­nale della scuola ha perso uno sti­pen­dio annuo da 30 mila euro. Que­sta ten­denza con­ti­nuerà fino al 2017: «Si va sem­pre più verso la pro­le­ta­riz­za­zione del lavoro del per­so­nale» com­menta il pre­si­dente Anief Mar­cello Pacifico.

La spen­ding review pro­lunga inol­tre il blocco del turn-over per i dipen­denti pub­blici fino al 2017, met­tendo i bastoni tra le ruote al mini­stro per il pub­blico impiego Madia sul pre­pen­sio­na­mento di que­sti lavo­ra­tori che dovreb­bero essere par­zial­mente sosti­tuiti dall’ingresso dei gio­vani. La «staf­fetta gene­ra­zio­nale» è ferma ai bloc­chi di partenza.


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