Bandiere rosse contro l’austérité a Parigi

Bandiere rosse contro l’austérité a Parigi

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Ban­diere rosse in Place de la Répu­bli­que per l’avvio della cam­pa­gna elet­to­rale del Front de Gau­che alle euro­pee del 25 mag­gio, per lot­tare con­tro l’austerità gene­ra­liz­zata. Varie migliaia di per­sone hanno sfi­lato ieri pome­rig­gio a Parigi. Alla mani­fe­sta­zione era pre­sente il greco Ale­xis Tsipras, lea­der di Syriza. Pierre Lau­rent del Pcf e Jean-Luc Mélen­chon del Parti de Gau­che hanno messo da parte le ten­sioni esplose in occa­sione delle muni­ci­pali per ritro­varsi assieme alla testa del cor­teo con­tro l’austerità. Tra gli orga­niz­za­tori del cor­teo, c’era anche il Npa (Nuovo par­tito anti­ca­pi­ta­li­sta, ex trotzkista).

La mani­fe­sta­zione arriva a due set­ti­mane dalla nomina di Manuel Valls a primo mini­stro. «Hol­lande basta» diceva uno stri­scione in Place de la Répu­bli­que. «Con­tro l’austerità, per l’uguaglianza e la con­di­vi­sione delle ric­chezze», hanno scan­dito i mani­fe­stanti. «Quando si è di sini­stra si tassa la finanza», hanno ricor­dato migliaia di per­sone a Hol­lande, che appena eletto ha dimen­ti­cato molto in fretta l’annuncio fatto durante la cam­pa­gna elet­to­rale: «Il mio nemico è la finanza».

Il Front de Gau­che, che ha ritro­vato una certa unità in vista delle ele­zioni euro­pee, dopo le lace­ra­zioni del voto ammi­ni­stra­tivo (spac­ca­tura e liste sepa­rate in varie città, a comin­ciare da Parigi, tra alleanze del Pcf con i socia­li­sti per sal­vare una pre­senza nei comuni e liste auto­nome del Parti de Gau­che di Mélen­chon), ha voluto ricor­dare al governo che «quando si è di sini­stra in Europa la dimen­sione umana viene prima di tutto». Il Front de Gau­che, che ha lan­ciato venerdì sera la cam­pa­gna per le euro­pee, ha indi­cato Tsipras come suo can­di­dato pre­si­dente della Commissione.

I Verdi non hanno par­te­ci­pato alla mani­fe­sta­zione. Nep­pure il Par­tito socia­li­sta, ma solo uffi­cial­mente, per­ché a titolo per­so­nale nel cor­teo c’erano alcuni espo­nenti di entrambe le for­ma­zioni. L’economista del Ps Liem Hoag Ngoc, per esem­pio, ha sfi­lato con il Front de Gau­che per ricor­dare al governo che «Hol­lande ha sba­gliato primo mini­stro», nomi­nando Manuel Valls, un espo­nente della destra del Ps, «e ci impone una svolta che non è stata discussa», cioè una scelta liberal-socialista che importa in Fran­cia le teo­rie di Gerhard Schroe­der dieci anni dopo.

La sini­stra del Par­tito socia­li­sta resta molto per­plessa sulla scelta di Valls e intende farsi sen­tire. Una decina di depu­tati socia­li­sti si sono aste­nuti al voto di fidu­cia al nuovo governo, per mani­fe­stare lo scon­tento nei con­fronti di una nomina che pri­vi­le­gia le rela­zioni con le imprese a sca­pito di quelle con i lavo­ra­tori. Valls dovrà appli­care il Patto di Respon­sa­bi­lità voluto da Hol­lande, che tra­dotto in grandi linee signi­fica una tren­tina di miliardi di sgravi di con­tri­buti al padro­nato, senza avere otte­nuto per ora in cam­bio nes­suna garan­zia sull’aumento dell’occupazione.

La forte disoc­cu­pa­zione e la paura del futuro che genera que­sta situa­zione sono le prin­ci­pali cause dell’impennata del Fronte nazio­nale alle muni­ci­pali di marzo, dove il Ps ha subito una scon­fitta storica.

La mani­fe­sta­zione di ieri a Parigi, che è stata un suc­cesso, voleva segnare, nelle inten­zioni degli orga­niz­za­tori, anche la prima offen­siva della sini­stra per «ripren­dersi la piazza», dopo mesi di mani­fe­sta­zioni della destra fran­cese con­tro i matri­moni omosessuali.


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