Sbarchi, ecco il piano sull’accoglienza Alla Lombardia lo sforzo maggiore

Sbarchi, ecco il piano sull’accoglienza Alla Lombardia lo sforzo maggiore

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ROMA — Quattro caserme da 600 posti ciascuna, un «modulo organizzativo» da 10.000 posti che tutte le Regioni devono rendere disponibile per le emergenze, un progetto articolato per l’accoglienza e la sistemazione dei minori. È questo il «piano strutturato» da 700 milioni di euro messo a punto dal ministero dell’Interno per fronteggiare l’arrivo dei migranti che continuano ad approdare sulle nostre coste. Ormai siamo a quota 83.000, la stima dice che entro la fine dell’estate si supereranno abbondantemente i 100.000 stranieri arrivati dal mare. E dunque bisogna essere attrezzati, prepararsi a ondate ben più consistenti di quelle delle ultime settimane che, nei momenti di picco, hanno raggiunto anche le 1.000 persone sbarcate al giorno. E soprattutto, come ha sottolineato il ministro Angelino Alfano nell’ultima riunione con i rappresentanti dell’Anci, «mettere in atto interventi in un contesto di leale collaborazione fra i livelli istituzionali». Vuol dire da un lato che ognuno deve fare la propria parte, anche gli amministratori locali che finora hanno rifiutato l’accoglienza, e dall’altro che vanno attivati canali diplomatici con i Paesi del Nord Africa, prima fra tutti la Libia.
Il modulo da 10.000
Dal Viminale sono già partiti due telegrammi urgenti per l’applicazione del «modulo» di emergenza che prevede la sistemazione di 10.000 persone ogni volta. E dunque sono stati distribuiti in tutta Italia 20.000 migranti che non era possibile accogliere nel circuito dei tradizionali centri di accoglienza. Il prossimo «allerta» potrebbe essere inviato già la prossima settimana, visto il flusso che si è registrato nelle ultime ore. Calcolando una media di almeno altri 30.000 sbarchi, in Lombardia si rischia di arrivare a fine agosto a oltre 6.000 stranieri (la quota assegnata su ogni «modulo» è di 1.389 persone), circa 5.000 in Campania (998 per volta) così come in Sicilia (919), circa 4.000 nel Lazio (860) e in Piemonte.
Un’ulteriore «copertura» si potrà avere con la messa a disposizione delle quattro caserme in cui sono già stati attivati i lavori per la messa a disposizione urgente: Masotto di Bisconte a Messina, Civitavecchia, Montichiari e Bari. «Ma la capienza non potrà superare i 600 posti — avvertono i tecnici del ministero — perché si tratta di una sistemazione che può durare mesi e dunque deve essere facilmente gestibile». L’obiettivo è di evitare il rischio sovraffollamento che trasforma le strutture in una sorta di carcere.
Asilanti e minori
La direttiva del ministro Alfano, concordata con gli enti locali e attuata dal Dipartimento Immigrazione guidato dal prefetto Mario Morcone, si muove su tre priorità: «Velocizzazione delle procedure di identificazione e verbalizzazione delle richieste di asilo da parte delle questure per garantire l’immediato accesso alla procedura anche al fine dell’immediato rilascio del permesso di soggiorno; accelerazione dei tempi per l’esame delle richieste di protezione internazionale da parte delle Commissioni territoriali per poter avviare nel più breve tempo possibile i percorsi di integrazione; potenziare il sistema di accoglienza e protezione dei minori».
Si tratta di ragazzi che hanno tra i 13 e i 17 anni, la maggior parte di loro è arrivata in Italia senza genitori e dunque è necessario trovare sistemazioni, ma anche evitare che possano finire preda della criminalità. Per questo si è deciso uno stanziamento aggiuntivo di 100 milioni di euro e la creazione di una «unità di missione» che prevede di utilizzare le strutture specializzate dello Sprar (il sistema di protezione dei richiedenti asilo) e di spendere 45 euro a persona. L’accordo siglato con gli enti locali prevede «la prima accoglienza in strutture governative con tempi di permanenza contenuti al fine di garantire il turn over delle presenze, evitando la saturazione dei centri. Per questo il ministero dell’Interno valuterà il possibile diverso utilizzo degli attuali Cara (i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo) di Mineo, Crotone e Bari».
Soldi e accordi
I 700 milioni di euro stanziati complessivamente (570 oltre ai 100 per i minori) si aggiungono al finanziamento da 9 milioni di euro che l’Italia stanzia ogni mese per sostenere «Mare Nostrum». La missione va avanti, ma il Viminale valuta l’opportunità di attivare canali diplomatici con Egitto e Tunisia per l’apertura di centri di smistamento in modo da poter controllare i flussi verso l’Italia.
In realtà il vero problema riguarda la Libia e la difficoltà di trattare con il governo di Tripoli. La situazione, ribadita negli ultimi report degli ufficiali di collegamento, parla di centinaia di migliaia di persone ammassate sulla costa settentrionale del Paese che mirano a raggiungere l’Italia, anche se molti di loro avrebbero poi l’intenzione di «dirigersi verso altri Paesi dell’Unione europea». Ultimi approdi di viaggi della speranza che sembrano non avere fine.
Fiorenza Sarzanini



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