Armi ai curdi, l’ampio sì del Parlamento

Armi ai curdi, l’ampio sì del Parlamento

Loading

ROMA — Mentre il premier Matteo Renzi era a Bagdad, a Roma le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato approvavano la risoluzione di maggioranza che dà il via libera alla fornitura di armi al governo iracheno. Un voto a larga maggioranza che ufficializza il sostegno del Parlamento alla risoluzione approvata a Ferragosto dal Consiglio dei ministri degli Esteri europei. Respinte, invece, le due risoluzioni contrarie, presentate da M5S e da Sel.
Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, nel corso dell’audizione, spiega: «L’Isis è un’organizzazione terroristica, così la definisce la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ha un uso strumentale della religione per minare le fondamenta della società civile. Il Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da una minaccia che, sì, riguarda anche l’Europa e riguarda anche l’Italia». A conferma, dopo pochi minuti, arriva la notizia di una direttiva inviata dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza ai prefetti e ai questori italiani che raccomanda particolare attenzione nella sorveglianza e nella prevenzione degli «obiettivi sensibili» (sedi istituzionali e diplomatiche, porti, stazioni ed aeroporti), pur in assenza di minacce specifiche per il nostro Paese. Secondo il ministro, gli aiuti in armi «sono indispensabili nell’immediato, ma difficilmente rappresentano a lungo termine la soluzione di questa crisi». Il titolare della Difesa Roberta Pinotti spiega al centinaio di parlamentari presenti alle commissioni congiunte (138 erano i convocati) che le forniture belliche predisposte «contengono armamento leggero e relative munizioni, già in uso a forze armate italiane, destinato alla difesa personale e d’area, e altre armi individuali, di squadra e contro-mezzi, di fabbricazione sovietica, sequestrate in mare durante le guerre dei Balcani oltre 20 anni fa». Le armi, aggiunge il ministro, comprendono mitragliatrici che le forze armate italiane non usano più e razzi anticarro.
Alla maggioranza si sono aggiunte anche Forza Italia e Fratelli d’Italia. Soddisfatto il democratico Roberto Speranza: «Sottolineo che i componenti del Pd delle commissioni Difesa ed Esteri alla Camera erano tutti presenti: 42 su 42». E mentre Beppe Grillo se la cava con una battuta — «Renzie è in Iraq. Ma a fare che?» — e con un hashtag ironico (#IraqStaiSereno), i suoi presentano una risoluzione nella quale dicono «sì a un corridoio umanitario nell’immediato e a interventi di intelligence». Resta fermo il no all’invio di armi: «Andiamo a fornire armamenti leggeri in un’area in cui i fucili non mancano e che con molte probabilità andranno ad alimentare il mercato nero. Il tutto senza una valutazione della forza curda. Quella del governo italiano — spiega il M5S — non è una posizione univoca a livello europeo, ci sono state differenziazioni, quindi un’altra decisione è possibile». La risoluzione non riprende, quindi sconfessandola, la posizione di Alessandro Di Battista, favorevole a fare dei terroristi dell’Isis un interlocutore.
Critica nei confronti della maggioranza anche Sel, che chiede «un contingente Onu a protezione dei civili con funzioni di “Peace Enforcement” a guida europea e l’apertura di una conferenza di pace». La decisione di «assumere decisioni di questo tipo senza che il Parlamento ne abbia discusso» è definita «incredibile».
Alessandro Trocino



Related Articles

Il coraggio della solitudine

Loading

SE LA sinistra di Bersani e Vendola ha memoria della propria storia migliore, se vuole rinnovarsi ascoltando quel che tanti cittadini desiderano, non ha davanti a sé molte vie ma una, nell’elezione del nuovo capo dello Stato. Non può che scegliere un Presidente che nell’ultimo ventennio abbia avversato l’anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l’intreccio fra crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità , crisi dell’informazione, crisi dell’Europa.

Pene più severe e falso in bilancio Primo sì alla legge anticorruzione

Loading

Via libera al Senato. La maggioranza ha rischiato in un paio di votazioni

Trivella di Stato, sì del governo

Loading

No Ombrina. Un colpo di mano del ministero dello Sviluppo economico in favore dei petrolieri. Il governo Renzi in controtendenza alla Conferenza di Parigi. L’Abruzzo annuncia il ricorso al Tar

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment