E il ceto medio si sente più povero di quel che è

E il ceto medio si sente più povero di quel che è

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NEW YORK — Se parlate di soldi e di reddito con un americano, la sensazione che riceverete sarà di avere a che fare con una persona ricca. Viceversa, se un americano parlasse con un italiano, un tedesco o un francese avrebbe la percezione che il suo interlocutore sia precipitato nella fascia di povertà. Sono solo sensazioni, però. Perché in realtà gli europei sono in media più ricchi di quanto credono di essere. Viceversa, dall’altra parte dell’Atlantico è ancora così forte il «sogno americano» da collocare il proprio reddito in una fascia più alta rispetto a quella effettiva. I risultati di una ricerca dell’istituto tedesco Iw evidenziano questa diversità di atteggiamento nei confronti dell’ineguaglianza reale e percepita, arrivando a concludere che è la ricchezza (o la povertà) percepita, non quella reale, a influire sulle scelte politiche dei cittadini.
Sottolinea Judith Niehues, l’autrice dello studio, che il tema è cruciale in un periodo in cui la redistribuzione delle ricchezze attraverso la leva fiscale («patrimoniale sì, patrimoniale no») è presente nel dibattito politico dei Paesi occidentali. Dall’esplosione della crisi finanziaria sono nati movimenti come «Noi siamo il 99%» – per distinguersi dall’1% che possiede più della metà della ricchezza mondiale – e sono venuti alla luce studi innovativi (sia pure contestati) come quello dell’economista francese Thomas Piketty sulla concentrazione della ricchezza nelle mani dei più ricchi.
Ma in realtà, spiega lo studio di Iw, le posizioni dei cittadini in materia di ineguaglianza economica non sarebbero fondate su dati reali ma sulla percezione di essa. Per esempio Germania, Francia e Svizzera sono molto simili nella distribuzione del reddito ma i loro cittadini ne hanno percezioni totalmente diverse, e questo spiegherebbe gli orientamenti politici diversi in tema di eguaglianza e redistribuzione.
In questo studio, gli italiani sembrano vedere il bicchiere mezzo vuoto: per il 73% circa il Paese è come una piramide (i più pessimisti come una colonna) con al vertice pochi ricchi, al centro una classe media più o meno piccola e una base molto larga di persone povere.
In Germania, Spagna, Francia la percezione è meno accentuata ma segue un andamento simile. Anche in Usa il 56% della popolazione descrive l’America in questi termini. Ma qual è la realtà? In Germania e in Francia più che a una piramide la distribuzione della ricchezza somiglia a una botte rigonfia al centro, cioè con un’ampia classe media. Gli Usa invece si percepiscono come una società più uniforme (una specie di torta a più strati) ma in realtà assomigliano a una colonna con una base (i poveri) molto larga.
Anche gli standard di vita influirebbero sulle preferenze politiche in materia di redistribuzione: Ungheria e Slovenia per esempio, hanno bassi livelli di disuguaglianza ma si percepiscono come fortemente diseguali, forse retaggio del loro passato comunista, è la tesi dell’Iw. Analogamente la percezione di maggiore ricchezza spiegherebbe perché la spinta per un welfare state più incisivo sia debole negli Stati Uniti.
Fabrizio Massaro



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