Il giudice sdogana l’eterologa: si può partire

Il giudice sdogana l’eterologa: si può partire

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BOLOGNA . «Non ci sono vuoti normativi. Si può procedere alla fecondazione eterologa, un diritto che attiene alla libertà fondamentale di formare una famiglia con dei figli». La prima sezione del Tribunale civile di Bologna, con due ordinanze gemelle firmate il 14 agosto, rompe gli indugi e si inserisce nel solco tracciato dalla Corte Costituzionale, riaccendendo le polveri dello scontro politico. E dà il via libera alle procedure mediche necessarie per consentire a due coppie sterili, una siciliana e una veneta, di provare ad avere bambini con le tecniche riammesse in aprile dalla Consulta, cioè con la donazione di gameti da parte di persone estranee.
Bastano le leggi in vigore e le direttive europee già recepite, anche in assenza di linee guida e nuove norme. È sufficiente l’applicazione estensiva delle disposizioni sui trapianti di cellule e tessuti. Per i due centri privati bolognesi cui gli aspiranti genitori si erano rivolti nel 2010, Tecnobios procreazione e Sismer, cade così il veto fin qui opposto a potenziali madri e padri. Le pagine scritte dal giudice Antonio Costanzo rappresentano una vittoria anche per le cliniche, divenute controparti delle due coppie per aver applicato loro malgrado la legge 40. «Da settembre
— confermano i direttori delle strutture, adesso autorizzate a operare — siamo pronti a partire. Ci vorrà il tempo per completare gli esami previsti e gli accertamenti, oltre che per verificare che queste persone non abbiano cambiato progetti. Il discorso vale per tutte le coppie, sempre che abbiano i requisiti previsti. Le due ordinanze sono esplicite, chiarissime. Non possiamo rischiare altre cause. Da noi sono in lista d’attesa quasi 300 famiglie ». I legali degli aspiranti genitori veneti, Gianni Baldini e Filomena Gallo, sono meno diplomatici: «Il tribunale del capoluogo emiliano smentisce il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: l’eterologa si può fare e subito, nei centri privati così come negli ospedali pubblici, seguendo le indicazioni date dalle più accreditate organizzazioni scientifiche. Non ci sono nemmeno quei pericoli invocati dalla responsabile della Sanità, in relazione al numero massimo di donazioni e agli esami genetici e infettivi sui donatori. Questi accertamenti hanno natura medica e dovranno essere definiti non da inutili leggi, ma da atti amministrativi oppure in linee guida statali o regionali». La sola ad aver già provveduto, come ricordano le ordinanze gemelle, è la Regione Toscana, assistita proprio dall’avvocato Baldini.
In attesa della decisione di Bologna che tardava ad arrivare, i coniugi siciliani sono stati costretti ad andare prima in Svizzera e poi in Spagna dove sono riusciti a diventare genitori. Per loro parlano gli avvocati Massimo Clara, Marilisa D’Amico, Maria Paola Costantini e Sebastiano Papandrea: «La pronuncia del Tribunale è assolutamente positiva. Linee guida, decreti attuativi potranno contribuire al miglioramento delle procedura, ma non sono e non possono essere il pretesto per negare un diritto e aggirare una chiarissima sentenza della Corte Costituzionale ».
Il presidente del Tribunale, Francesco Scutellari, sta lontano dalle polemiche sul ministro Lorenzin e dai commenti politici. «Queste due ordinanze — ricorda — valgono per i casi reali e concreti ai quali si riferiscono, non in assoluto. Certo, costituiscono un precedente importante, fornendo dei criteri interpretativi. Esprimono l’orientamento dell’intero Tribunale di Bologna e mettono un punto fermo nella questione dell’eterologa, materia per cui è possibile che arrivino nuovi provvedimenti legislativi. Il giudice Costanzo si è basato sulle norme attuali e sulla sentenza della Consulta. In linea puramente teorica — tiene a dire — uffici giudiziari di altre città potrebbero decidere diversamente».



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