Ue, sanzioni più dure contro Mosca

Ue, sanzioni più dure contro Mosca

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BERLINO . «Il momento è serio e drammatico, stiamo raggiungendo il punto di non ritorno», ha detto il presidente uscente della Commissione europea, Barroso. «La Russia è in guerra con l’intera Europa», ha incalzato la presidente lituana, Grybauskaite. «Dobbiamo aumentare le sanzioni», ha chiesto il presidente francese François Hollande. Pesano gli scenari e i timori peggiori, sul summit europeo straordinario: i leader dell’Unione europea, incontrando anche il presidente ucraino, Petro Poroshenko, hanno cominciato al loro vertice a prepararsi al peggio. E la scelta operativa più forte è quella della Nato, annunciata dal Financial Times : l’Alleanza costituirà subito una forza mobile di pronto intervento con almeno diecimila uomini, jet da combattimento, aerei da trasporto, carri armati e navi, per garantire la difesa di Baltici e Polonia.
Di ora in ora, arrivavano in crescendo sul tavolo del vertice europeo notizie più allarmanti. «In Ucraina ci sono 5mila soldati russi», lancia l’allarme una fonte del governo britannico sentita dalla Cnn , che denuncia un intervento armato che andrebbe oltre i mille uomini di cui ha parlato la Nato. I militari russi in territorio ucraino, conferma Poroshenko, sono ormai diverse migliaia, e centinaia sono i loro carri armati. «Oggi parliamo di aggressione contro il mio paese, domani potremmo dover parlare di minaccia all’intera Europa», ha aggiunto. Il Cremlino continua a negare,
ma la cattura dei paracadutisti di Mosca e le foto satellitari della Nato, fanno sorgere più di un dubbio sulle dichiarazioni di Mosca. E’ giunto il momento, hanno ammonito insieme il presidente francese e il premier svedese Fredrik Reinfeldt, che i leader della Ue prendano «la loro decisione politica per inasprire le sanzioni», e incarichino l’esecutivo europeo di inasprire duramente le sanzioni alla Russia. Scelta difficile, visto che Mosca è il terzo partner commerciale della Ue, ma le sue mosse militari fanno troppa paura. Persino nel tranquillo, pacifico Grande Nord.
Dalla notte scorsa, infatti, le Forsvarsmakten, le modernissime forze armate svedesi, sono di fatto in stato d’allarme rosso. Tutte le squadriglie dei 160 bisonici multiruolo Gripen sono in emergenza permanente, alcuni jet sono stati spostati nell’isola di Gotland, più a est, aerei-radar della Flygvapnet pattugliano il Baltico giorno e notte, jet, forze speciali e tank svedesi conducono manovre d’emergenza con la Finlandia, entrambi i governi vogliono passare dalla neutralità all’associazione alla Nato.
«Abbiamo avuto tre violazioni russe dello spazio aereo in poche ore, non è casuale», dice il premier finnico Alexander Stubb.
L’Europa non ha interesse a un confronto duro, si sforza di dire il summit. «Vogliamo una soluzione politica, non militare», ha detto la “lady Pesc” uscente Catherine Ashton, così come la sue erede Federica Mogherini. Ma la realtà è diversa, come non si stanca di ripetere da giorni il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski: «Descriviamo la realtà, la guerra in Europa è già in atto».



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