Periferie. «Daniel libero». E caccia al «negro» dopo l’assalto al bus 042

Periferie. «Daniel libero». E caccia al «negro» dopo l’assalto al bus 042

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Cosa suc­cede nelle periferie romane? Que­sta la domanda che si pon­gono ammi­ni­stra­tori, cit­ta­dini, gior­na­li­sti di fronte all’escalation di con­flitti che si sus­se­guono quo­ti­dia­na­mente riem­pendo le cronache.

La scorsa dome­nica è stata una gior­nata di fuoco per la Capi­tale. Per Tor­pi­gnat­tara dopo mesi di assem­blee e pro­te­ste con­tro il degrado, il quar­tiere ancora scosso dall’omicidio di un gio­vane paki­stano lo scorso venerdì, per il quale è stato arre­stato un dicias­set­tenne romano, è stata una nuova gior­nata di passione.

La mat­tina un cor­teo di cen­ti­naia di per­sone ha attra­ver­sato le strade della bor­gata romana con­tro lo spac­cio, in par­ti­co­lare con­tro lo smer­cio e il con­sumo di eroina per le strade. Dalla voce dei cit­ta­dini la voglia di sicu­rezza e decoro, fru­stra­zione per i tanti pro­blemi del ter­ri­to­rio dove vivono, ma anche slo­gan e discorsi xeno­fobi rivolti alla pre­senza di diverse comu­nità migranti che qua hanno sta­bi­lito il cen­tro della pro­pria vita nella Capitale.

Nel pome­rig­gio la musica non cam­bia, poco dopo le cin­que alcune cen­ti­naia di per­sone tor­nano nelle strade. Il ser­pen­tone chiede la libe­ra­zione di Daniel, il mino­renne che ha ucciso con calci e pugni il cit­ta­dino paki­stano Khan Moha­med Shanda. In testa al cor­teo uno stri­scione con su scritto «No al raz­zi­smo, no alla diver­sità. Una disgra­zia non ti pri­verà della tua libertà», sul len­zuolo bianco una sva­stica sbar­rata, per allon­ta­nare stru­men­ta­liz­za­zioni dicono. Il cor­teo urla «Daniel libero» e arriva anche sul luogo dove è avve­nuto l’omicidio per fare un minuto di silen­zio per il ragazzo morto. Il pros­simo venerdì ha annun­ciato la sua pre­senza in un con­fronto pub­blico con i resi­denti il vice­sin­daco Luigi Nieri.

Pro­prio men­tre a Tor­pi­gnat­tara tor­nava la “nor­ma­lità”, la situa­zione si faceva incan­de­scente a Cor­colle, quar­tiere a ridosso del Grande rac­cordo anu­lare nel qua­drante nord-est della Capi­tale. Qui, dopo l’assalto all’autobus 042 da parte di alcune decine di migranti nella sera di sabato scorso, un blocco stra­dale su via Pre­ne­stina Polense che ha preso di mira pro­prio i cit­ta­dini stra­nieri in tran­sito a piedi e sugli auto­bus. Due cit­ta­dini nige­riani sono finiti in ospe­dale, men­tre dal pestag­gio è stato sal­vato, dall’intervento delle forze dell’ordine soprag­giunte nel frat­tempo, un cit­ta­dino da vent’anni resi­dente nella zona preso di mira per­ché «stra­niero» e «negro». Al pre­si­dio evi­dente la pre­senza di espo­nenti di estrema destra, con cinte e caschi in mano, che negli scorsi mesi hanno par­te­ci­pato ad altre pro­te­ste con­tro la pre­senza di cen­tri di acco­glienza e per rifu­giati a Set­te­ba­gni come a Torre Angela.

Non a caso sulla vicenda è inter­ve­nuto l’eurodeputato della Lega Mario Bor­ghe­zio, eletto nella cir­co­scri­zione Cen­tro anche con i voti di Casa Pound Italia.

A Cor­colle e nei quar­tieri limi­trofi esi­stono ben 15 cen­tri di acco­glienza per rifu­giati, e pro­prio la pre­senza di que­ste strut­ture è nel mirino dei resi­denti. Alcuni ope­ra­tori dei cen­tri per rifu­giati ci hanno rac­con­tato il clima che vivono: «I cen­tri sono troppo iso­lati geo­gra­fi­ca­mente e social­mente, messi in peri­fe­ria e senza ser­vizi di alcun tipo, è nor­male che esplo­dano conflitti».

I rifu­giati hanno poi rac­con­tato di come gli auto­bus spesso li lascino a piedi. Per i pros­simi giorni sono annun­ciate nuove mani­fe­sta­zioni se le isti­tu­zioni non daranno segnali verso la chiu­sura dei cen­tri per i migranti, primo tra tutti il cen­tro di acco­glienza di via Nova­fel­tria, che si trova pro­prio a Cor­colle ed è aperto da appena due settimane.



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