Banche promosse, la Borsa ci crede

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La Borsa scommette sul superamento pressoché generalizzato delle banche italiane negli stress test della Bce, i cui risultati verranno svelati domani a mezzogiorno dopo essere stati comunicati giovedì in via riservata agli stessi istituti.
Quasi tutti i 15 gruppi italiani avrebbero raggiunto i limiti di capitale richiesti, mentre le banche considerate più in difficoltà — come Montepaschi e Carige — dovrebbero riuscire a rafforzare ulteriormente il patrimonio senza ricorrere a nuovi aumenti di capitale ma grazie ad operazioni finanziarie come prestiti obbligazionari o cessioni di attività. Insomma non emergerebbe un «caso Italia» tra le banche dell’Eurozona. Il mercato l’ha fiutato e così ieri la banca presieduta da Alessandro Profumo ha guadagnato oltre il 10% tornando sopra 1 euro, e l’istituto genovese ha chiuso a +3,9%: forti recuperi dopo una settimana di cali e di forte volatilità sui mercati.
Montepaschi e Banca Carige dovrebbero essere tra la decina di istituti che risulterebbe bocciata, sui 131 sottoposti ai test di Francoforte in vista del passaggio alla vigilanza unica il prossimo 4 novembre. Ieri Bloomberg citava una bozza di documento della Bce dalla quale risulterebbe che 25 istituti europei non hanno superato i due esami, l’analisi sulla qualità degli attivi (asset quality review, o aqr) e la simulazione di resistenza in uno scenario di crisi intensa (stress test). Insieme con Mps e Carige (e forse una terza banca veneta) ci sarebbe la irlandese Ptsb più altre banche minori, per circa 15 miliardi di capitale mancante. Proprio in vista del passaggio alla Vigilanza unica, da metà 2013 gli istituti dell’Eurozona hanno raccolto ben 203 miliardi di capitale. Tra le big, Deutsche Bank ha raccolto 8,5 miliardi, e per questo — secondo Reuters — dovrebbe aver passato il test.
Gli esami della Bce presieduta da Mario Draghi si fermano ai bilanci 2013. Francoforte poi indicherà a parte il capitale aggiuntivo raccolto dalle banche nel 2014. In più ci sarà un terzo dato relativo alle altre operazioni avvenute nel 2014 — mancata distribuzione di dividendi, eliminazione di richieste aggiuntive di capitale, valutazioni dei rischi — che toccherà alle singole autorità nazionali, dunque anche alla Banca d’Italia, valutare e indicare al mercato. Di conseguenza oltre che al numero finale della Bce il mercato guarderà al dato aggiornato che Palazzo Koch fornirà alle ore 12,05. Sotto questo profilo, la situazione degli italiani è meno grave di un anno fa. E non è un caso: nel 2014 solo di aumenti di capitale sono stati rastrellati oltre 10 miliardi (5 Mps, 1,5 Banco Popolare, 1 Popolare di Vicenza, 800 milioni Carige, 750 Bper, 490 Veneto Banca, 400 Creval, 350 Popolare di Sondrio).
Secondo indiscrezioni, il Montepaschi potrebbe aver terminato l’esame Bce con un deficit patrimoniale (shortfall) di 600-700 milioni. Per coprirlo Siena ricorrerebbe all’emissione di bond cosiddetti «additional tier 1» (adottati nel 2014 già da Unicredit e Santander), a riduzioni di attivi e ad assicurazioni sul credito. Un consiglio sarebbe stato convocato per domenica, anche se non ci sono conferme. La banca genovese guidata da Piero Luigi Montani avrebbe convocato a sua volta due consigli, per la valutazione dei dati della Bce e per l’approvazione della vendita del ramo assicurativo al fondo Usa Apollo, sembra per 300 milioni, come misura immediata. Anche se qualcuno considera inevitabile un ulteriore aumento di capitale.
Fabrizio Massaro



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