Renzi sul Colle, la Farnesina è un caso

Renzi sul Colle, la Farnesina è un caso

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ROMA La ricerca di un successore di Federica Mogherini diventa per Matteo Renzi più difficile di quanto preventivato. Voleva una donna, ma a quanto pare, al termine del colloquio di ieri con il capo dello Stato la scelta di «genere», per non alterare le percentuali del governo, sembra passata in secondo piano. Voleva, il premier, una successione rapida, ed invece al momento la scelta della nuova guida della diplomazia italiana appare di colpo in una fase di stallo.
Nel governo ammettono, anche se in modo ufficioso, che la situazione si è leggermente complicata. Se Napolitano, come sembra, non ha accolto in modo positivo le candidature che ieri gli avrebbe portato il presidente del Consiglio (Lia Quartapelle e Marina Sereni) a questo punto a Renzi restano solo due strade: scegliere con un metodo diverso da quello finora preferito, puntando di più su esperienza politica e internazionale consolidata, e dunque cercare una figura alternativa che «al momento, nel partito, non c’è» (ammissione di fonti di Palazzo Chigi); oppure prendere l’interim, per qualcuno ipotesi probabile, forse fino alla fine del semestre europeo.
Lo si saprà nelle prossime ore, o nei prossimi giorni. Di certo quella di ieri è stata una sorta di fumata nera. Secondo alcune ricostruzioni lo stallo avrebbe prodotto anche qualcosa di più di una semplice divergenza di opinioni, cosa che forse non era messa nel conto dal premier. Il comunicato del Quirinale, al termine del faccia a faccia, ha parlato di «primo scambio di impressioni» fra le due cariche dello Stato. A questo punto, se non scegliesse l’interim, ipotesi che fra l’altro appare non troppo gradita al Colle, Renzi potrebbe comunque prendersi qualche giorno, almeno sino al week end.
Il tam tam di Palazzo ieri dava Lapo Pistelli, viceministro agli Esteri, come una delle figure maggiormente stimate da Napolitano. Così come anche Marta Dassù, già viceministro alla Farnesina nel governo Letta. Bisognerà vedere se Renzi si farà guidare da indicazioni che troverebbero soddisfatto Giorgio Napolitano, o se piuttosto non proporrà un nome nuovo, rispetto a quelli circolati in questi giorni di Marina Sereni, Elisabetta Belloni e Lia Quartapelle.
Di sicuro con Pistelli il rapporto del premier è a tratti anche ruvido: alla Farnesina ancora in questi giorni c’è l’eco di una litigata non proprio passeggera fra il viceministro e il premier, durante l’Assemblea generale dell’Onu, il mese scorso. Sembra che all’ultimo minuto, al momento del discorso di Obama, a Pistelli sia stato tolto il posto nella delegazione governativa italiana: secondo i diplomatici per far posto a Fabrizio Cicchitto e Pier Ferdinando Casini, presidenti delle commissioni Esteri del Parlamento; secondo questi ultimi, che rimangono allibiti, per ragioni a loro sconosciute e semmai per far posto a dei funzionari. Al di là delle ricostruzioni sembra che Pistelli non l’abbia presa bene e sia andato a far shopping.
Insomma nell’incontro di ieri con Napolitano forse si sono scaricate anche incomprensioni degli ultimi giorni: a Palazzo Chigi dicono che è tutto nella testa di Renzi e che bisognerà attendere ancora un po’. Aggiungono che in ogni caso, quello con il capo dello Stato, è stato un incontro costruttivo, che ha toccato anche il tema delle legge elettorale e della scelta dei giudici della Consulta. In sintesi, ma è una sorta di velina: «Riflettiamoci e ci riaggiorniamo».
Di sicuro Renzi continua a preferire l’ipotesi di una donna e continua a perseguire un requisito del suo governo: pienamente politico, condizione che verrebbe meno se la scelta dovesse orientarsi su una figura tecnica. Che dunque al momento verrebbe scartata.
Marco Galluzzo



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