La Spagna sta per introdurre una legge dura sulle manifestazioni

La Spagna sta per introdurre una legge dura sulle manifestazioni

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La settimana scorsa il Congresso dei Deputati della Spagna ha approvato un progetto di legge molto controverso sulla sicurezza cittadina, la Ley Orgánica de Seguridad Ciudadana proposta dal Partito Popolare al governo, che ha attualmente la maggioranza in entrambe le camere. Per entrare in vigore la proposta dovrà essere votata anche dal Senato, ma è un voto che viene considerato una formalità. Contro questa legge, in discussione da circa un anno, ci sono state diverse proteste e manifestazioni.

La legge introduce una serie di nuove infrazioni (circa 40) e modifica le procedure con cui queste vengono applicate. Diversi reati che erano puniti attraverso un intervento del giudice sono diventati reati amministrativi: saranno puniti cioè con delle sanzioni e senza passare da una sentenza del tribunale. Nel caso in cui la persona sanzionata non sia in grado di pagare la multa, si procederà automaticamente al sequestro e alla vendita dei beni che possiede: la persona sanzionata potrà fare ricorso soltanto dopo aver pagato la sanzione. Le sanzioni sono previste per tre categorie di reati: molto gravi, gravi, lievi. Vanno complessivamente dai 100 ai 600 mila euro. Le sanzioni molto gravi saranno punibili con una multa che andrà dai 30 mila ai 600 mila euro; le gravi con una multa da 600 a 30 mila euro; le lievi dai 100 ai 600 euro.

La legge attribuisce maggiore valore probatorio ai rapporti e alle testimonianze delle forze di polizia: «Le relazioni, le testimonianze o le registrazioni effettuate dagli agenti di polizia nell’esercizio delle loro funzioni (…) costituiranno una base sufficiente per adottare le sanzioni». L’eventuale prova contraria sarà presa in considerazione solo in un secondo momento, se la persona sanzionata deciderà di ricorrere a un tribunale. La legge regolamenta nuove pratiche e comportamenti, come l’utilizzo di un laser contro il pilota di un aereo o contro il conducente di un’auto o di una moto per la strada. I disordini che si verificassero durante riunioni o manifestazioni davanti alla sede del Congresso dei Deputati, del Senato e delle varie assemblee legislative costituiranno una colpa molto grave, sanzionabile anche in assenza di reati penali specifici. Anche organizzare spettacoli o altre attività a scopo di protesta e senza autorizzazione sarà sanzionato, così come interrompere o disturbare una manifestazione autorizzata.

Disobbedire a un membro delle forze dell’ordine, anche quando non viene commesso un reato, sarà considerato colpa grave: così come l’occupazione di qualsiasi edificio o abitazione contro la volontà del legittimo proprietario; fotografare o filmare gli agenti di polizia; manifestare con la divisa da lavoro. Mancare di rispetto a un agente, anche nel caso in cui non venga commesso reato, sarà considerata colpa lieve. Un emendamento presentato all’ultimo momento dal governo fa anche diretto riferimento alle pratiche di espulsione immediata per i migranti che attraversano il confine da Ceuta e Melilla arrivando dal Marocco.

Cosa se ne dice
Tutti i gruppi parlamentari di opposizione presenti al Congresso (oltre che movimenti di cittadini, organizzazioni come Amnesty International e sindacati) hanno detto che la legge limiterà i diritti fondamentali delle persone. I diversi leader hanno usato espressioni come “repressione istituzionalizzata”, “attacco alla libertà”, “aberrazione giuridica”, “follia politica” e hanno promesso che se nella prossima legislatura ci sarà una maggioranza diversa rispetto a quella assoluta del PP promuoveranno una immediata abrogazione della legge. Un esponente del partito di centro UPyD ha detto che la legge «non è necessaria», che viola la giurisprudenza europea e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo cancellando diritti fondamentali come quello di manifestazione e assemblea. Il governo, su questo specifico punto, ha risposto che le dimostrazioni saranno più libere perché saranno protette dai violenti. Negli ultimi anni più volte in Spagna ci sono state proteste partecipatenumerose, soprattutto durante gli anni peggiori della crisi economica.



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