Il “bravo ragazzo” di Londra diventato boia del Califfo, ecco chi è Jihadi John

Il “bravo ragazzo” di Londra diventato boia del Califfo, ecco chi è Jihadi John

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LONDRA . Suo padre fa il tassista, la sua famiglia vive in un quartiere della classe media, lui ha una laurea in “computer science” dall’Università di Westminster. «Un bravo ragazzo, gentile, modesto, una delle persone migliori che conosco »: così lo descrive Asim Qureshi, direttore di Cage (Gabbia), organizzazione umanitaria che si occupa delle “comunità colpite dalla guerra al terrorismo”. Eppure Mohammed Emwazi, 27 anni, nato in Kuwait ma cittadino del Regno Unito, dove è cresciuto e ha vissuto, è “ Jihadi John ”, il feroce combattente del Califfato islamico che si è fatto riprendere in una serie di macabri video mentre sgozzava mezza dozzina di ostaggi occidentali. Dal suo perfetto accento si sapeva già che fosse inglese. Ora il Washington Post lo ha identificato, sulla base di informazioni confidenziali e testimonianze raccolte tra suoi amici. Fonti governative britanniche hanno confermato alla Bbc che era noto ai servizi segreti. Da ieri agenti in borghese presidiano l’abitazione dei suoi genitori in un sobborgo di Londra ovest.
La sua è una storia tipica: quella di un tranquillo ragazzo musulmano occidentale che a un certo punto si radicalizza. Nel 2009 vola con due coetanei in Tanzania, ufficialmente per un safari: ma viene rimandato indietro, c’è il sospetto che voglia unirsi ai gruppi alleati di Al Qaeda in Somalia. Ad Amsterdam viene interrogato da un agente britannico, che prova a reclutarlo come informatore. Mohammed rifiuta e da allora viene tenuto sotto controllo. Nel 2012 si trasferisce in Kuwait, dove trova lavoro e si appresta a sposarsi, ma quando rientra a Londra viene bloccato dall’antiterrorismo. Poi scompare, per riapparire in Siria, con un cappuccio sulla testa, nei panni di “ Jihadi John ”, il boia dell’Is, colui che taglia la gola agli ostaggi americani ed inglesi.
«È dal 2001», cioè dall’attacco di Al Qaeda contro le Torri Gemelle a New York, «che i servizi segreti occidentali criminalizzano i giovani musulmani in Occidente e contribuiscono a radicalizzarli, facendo di loro degli outsider, spingendoli verso la jihad», accusa Qureshi, il direttore di Cage, che è stato per anni a stretto contatto con Mohammed. Il quale, secondo Qureshi, è stato ripetutamente «molestato » e in un caso quasi «strangolato» dagli agenti che lo interrogavano. Ma Cage è considerata nel Regno Unito un’organizzazione controversa, che in passato inneggiava alla guerra santa; e gli esperti britannici esortano a non scaricare sull’Occidente la responsabilità del terrorismo. Come che sia, la Commissione intelligence della camera dei Comuni condurrà un’inchiesta per stabilire il comportamento dei servizi segreti verso Emwazi. Di certo c’è che Scotland Yard teneva d’occhio un sospetto simpatizzante della jihad di nome Mohammed Emwazi. Poi se l’è lasciato scappare, forse pensando che non fosse una priorità. E adesso dà la caccia a “ Jihadi John ”. È sempre la stessa persona, anche se non lo sembra.


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