Bloccata la norma sui controlli nei pc Ma c’è il via libera ai droni poliziotto

Bloccata la norma sui controlli nei pc Ma c’è il via libera ai droni poliziotto

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ROMA Sulle intercettazioni più intrusive nei computer degli indagati (con prelievo da remoto di dati e memoria da pc, smartphone e tablet sotto il controllo della magistratura) il governo ci ripensa. E non si oppone allo stralcio, dal decreto antiterrorismo in aula alla Camera, di un emendamento autorizzato dalla presidenza del Consiglio fin dal 19 marzo con lettera del ministro per i Rapporti con il Parlamento.
La pratica però è solo rimandata. Perché la norma contestata dal garante della Privacy Antonello Soro, dai grillini e da Sel verrà ripresentata, parola del ministro Angelino Alfano, nel disegno di legge delega sulle intercettazioni telefoniche (forse in aula a maggio), che il governo vuole accelerare modificando in articolato la parte dedicata agli ascolti. In altre parole, in quel testo che è ancora in sonno in commissione Giustizia, e che contiene molte novità sul processo penale, dovranno convivere due norme di segno opposto: la prima limita la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche (introducendo l’udienza stralcio); la seconda autorizza non solo per il terrorismo le intercettazioni telematiche intrusive con prelievo di dati e memoria.
Il «giro di vite», che prevede il rastrellamento dei dati informatici vecchi e nuovi operato a distanza dagli investigatori, è stato caldeggiato dai vertici del Viminale impegnati sul fronte del terrorismo internazionale: «Il vero problema è che siamo difronte a un fenomeno globale, i jihadisti aprono e chiudono un sito nel giro di poche ore e noi dobbiamo adeguarci per individuarli», osserva il relatore Andrea Manciulli (Pd).
E fino a ieri mattina il testo sulle super intercettazioni è stato sponsorizzato a RadioUno dal ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Con questo decreto si aumenta la capacità di intercettare i flussi di comunicazione ma solo in riferimento ai reati di terrorismo». E nulla hanno avuto da ridire (tranne Sel e M5S) i componenti delle commissioni Giustizia e Difesa che hanno votato l’emendamento presentato dal sottosegretario all’Interno Filippo Bubbico.
Poi, però, alla Camera è venuto alla luce il pasticcio. Davanti all’emendamento di Giuseppe Quintarelli, un imprenditore informatico di Scelta civica, si è capito che il regime speciale delle super intercettazioni informatiche non poteva essere circoscritto ai reati di terrorismo. Chi metteva in lista la pedopornografia, chi la mafia, chi la corruzione, chi altro. Per cui, debitamente avvisato dai suoi fedelissimi, è stato il premier Matteo Renzi a stoppare il testo, autorizzando lo stralcio e evitando così che un emendamento soppressivo di Arcangelo Sannicandro (Sel) venisse messo in votazione.
Il ministro Alfano, il cui partito (Ncd) organizza per domani un mobilitazione in più città pe r sollecitare una stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, osserva: «È davvero curioso il comportamento di alcuni che erano favorevoli a frugare le telefonate e a sentire tutto, anche i gossip e ciò che è estraneo alle inchieste, e che adesso diventano tutori della privacy quando si tratta di lottare il terrorismo via web». Più esplicito Gaetano Quagliarilelo (Ncd): «Il garante per la privacy parlerà anche delle intercettazioni telefoniche?» Canta vittoria, invece, Arturo Scotto di Sel: «È stato sventato uno scambio inaccettabile tra libertà e sicurezza».
Il decreto (c’è anche la proroga per le missioni internazionali) verrà votato martedì. Autorizzato, tra l’altro, l’uso dei droni (veivoli telecomandati) per il controllo del territorio. Non solo per la lotta al terrorismo ma anche per i reati di mafia e per quelli ambientali. Entro 120 giorni dall’approvazione il Viminale dovrà varare il codice di navigazione dei droni per le forze di polizia.


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