Key For Up e Overing, a Terni lo sciopero paga

Key For Up e Overing, a Terni lo sciopero paga

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Dopo un mese di scio­pero con­ti­nua­tivo, licen­zia­menti annun­ciati, sti­pendi non pagati, tavoli in pre­fet­tura e assem­blee, i lavo­ra­tori dei call cen­ter Key For Up e Ove­ring hanno preso visione della prima ste­sura del con­tratto ponte che dovrà con­durli alla sta­bi­liz­za­zione. Almeno secondo quanto con­cor­dato con le rap­pre­sen­tanze sin­da­cali Cgil, Cisl e Uil.

L’azienda, a fine marzo, ha riti­rato i licen­zia­menti minac­ciati in pre­ce­denza, pagato gli sti­pendi arre­trati e rateiz­zato i con­tri­buti non ancora ver­sati, ripri­sti­nando così le con­di­zioni per la ripresa dell’attività lavo­ra­tiva. Si tratta però solo di un inter­vallo della ver­tenza, poi­ché con la fine dello scio­pero è ini­ziata la trat­ta­tiva sin­da­cale vera e pro­pria. Gli ope­ra­tori Key For Up, in virtù di un accordo ter­ri­to­riale, hanno infatti una paga ora­ria molto più ele­vata della media nazio­nale, e per l’azienda la cosa non è più sostenibile.

«L’obiettivo – com­menta Mat­teo Lat­tanzi della Fil­cams Cgil – è un accordo che pre­veda ferie, mater­nità e diritti. Dob­biamo però sapere quanti soldi saranno messi a dispo­si­zione delle aziende che sta­bi­liz­zano i dipen­denti, per que­sto siamo in attesa del decreto attua­tivo del Jobs Act. Assu­mendo quelli che ad oggi sono col­la­bo­ra­tori a pro­getto, la pro­prietà del call cen­ter potrebbe infatti usu­fruire di impor­tanti sgravi fiscali rico­no­scendo ai lavo­ra­tori diritti che attual­mente non hanno».

Nel call cen­ter tut­ta­via di sta­bi­liz­za­zione si parla almeno dal 2009, quando la Cgil denun­ciò l’insussistenza delle con­di­zioni per la sti­pula di con­tratti a pro­getto. «In quell’occasione venimmo iso­lati – rac­conta Maura Mauri, all’epoca segre­ta­ria del Nidil-Cgil di Terni – e la richie­sta di sta­bi­liz­zare i lavo­ra­tori non fu rac­colta nem­meno dalle altre sigle sin­da­cali, che pre­fe­ri­rono l’accordo separato».

Nel frat­tempo però anche la Dire­zione pro­vin­ciale del Lavoro ha con­te­stato all’azienda la natura giu­ri­dica del con­tratto a pro­getto, riscon­trando le con­di­zioni della subor­di­na­zione lavo­ra­tiva.
L’Inps, in base a tale pro­nun­cia­mento, ha così rical­co­lato l’importo con­tri­bu­tivo, poi­ché per i lavo­ra­tori dipen­denti i con­tri­buti sono più alti di quelli dei col­la­bo­ra­tori a progetto.

Adesso per l’azienda, che ha otte­nuto una tem­po­ra­nea sospen­siva del paga­mento, potrebbe essere dav­vero con­ve­niente sta­bi­liz­zare i dipen­denti. Il rischio, altri­menti, sarebbe quello di dover pagare tutti i con­tri­buti deri­vanti dal man­cato rico­no­sci­mento della pre­gressa con­di­zione di lavoro dipendente.



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