Eco­reati, il governo si piega ai petrolieri

Eco­reati, il governo si piega ai petrolieri

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Niente tweet sta­volta, per Renzi non era #lavol­ta­buona. E la Camera si ade­gua. Si aspet­tava solo il via defi­ni­tivo: era pre­vi­sto per il primo pome­rig­gio di ieri, e l’Italia avrebbe avuto final­mente una legge sugli eco­reati. Ma, come sin­te­tiz­zano bene Legam­biente e Libera, pro­mo­trici dell’appello «In nome del popolo inqui­nato», «a pochi metri dal tra­guardo il governo cam­bia idea e, dopo tante ras­si­cu­ra­zioni e prese di posi­zione pub­bli­che da parte di diversi mini­stri, sostiene l’emendamento per togliere subito il comma sull’air gun dal ddl e lo rispe­di­sce al Senato, dove ora rischia l’affossamento».

Per le asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste, per Sel e per il M5S la deci­sione di sop­pri­mere la norma che vieta la discussa tec­nica di ispe­zione dei fon­dali marini, uti­liz­zata per son­dare la pre­senza di idro­car­buri nel sot­to­suolo, è una dimo­stra­zione di subal­ter­nità ai desi­de­rata delle com­pa­gnie petro­li­fere. Le stesse che hanno bom­bar­dato i mari della Sar­de­gna, della Cala­bria o la costa adriatica.

Ma il governo, rap­pre­sen­tato in Aula dal mini­stro dell’Ambiente, Gian­luca Gal­letti, e dal Guar­da­si­gilli Andrea Orlando, respinge le accuse e assi­cura l’impegno ad appro­vare «entro mag­gio in via defi­ni­tiva al Senato» — anche impo­nendo la que­stione di fidu­cia — un prov­ve­di­mento che «ha un valore sto­rico per le poli­ti­che ambien­tali». «Si è par­lato di poteri forti, non so se resui­dino ma so che ci sono inte­ressi legit­timi — ha aggiunto Orlando — E oggi siamo davanti a una impo­sta­zione ragio­ne­vole e con­di­visa. C’è l’impegno del governo ad appro­vare que­sto testo che non pia­ceva ai cosid­detti padroni, ma ciò non ci ha impe­dito di andare avanti».

Le pole­mi­che alla Camera sono scop­piate quando, poco dopo le 11 di ieri mat­tina, appena ripreso l’esame del testo, il rela­tore di mag­gio­ranza Alfredo Bazoli, del Pd, annun­cia di non essere d’accordo con il governo che ha appena dato parere favo­re­vole a tre emen­da­menti che sop­pri­mono il divieto, intro­dotti al Senato, di uti­liz­zare la tec­nica dell’air gun, con­si­de­rata dal mondo dell’associazionismo ambien­ta­li­sta nefa­sta per la bio­lo­gia e l’ecosistema marino. Bazoli con­voca la riu­nione del comi­tato dei nove (com­mis­sione e rela­tori) ma alla fine si rimette alla deci­sione della mag­gio­ranza che si ade­gua al parere del governo.

«Ave­vamo chie­sto che non cam­biasse #nem­me­nou­na­vir­gola — scrive sul suo blog Pippo Civati — e invece il governo ha deciso di cam­biare il testo di una legge avviata quando al governo c’era Letta e che attende una sua defi­ni­tiva appro­va­zione da più di un anno e mezzo. Alcune cose si blin­dano, altre si rin­viano, a seconda dei dik­tat che pro­ven­gono dall’esecutivo». Col voto segreto, l’Aula alla fine appro­verà l’emendamento abro­ga­tivo del divieto con 283 sì, 160 no e 2 aste­nuti. E a sera, il testo così modi­fi­cato viene licen­ziato in seconda let­tura dalla Camera con 353 voti favo­re­voli, 19 no e 34 aste­nuti. E torna nel pan­tano del Senato.

Ma il depu­tato Ermete Rea­lacci, pre­si­dente della com­mis­sione Ambiente e primo fir­ma­ta­rio della pro­po­sta di legge non si sco­rag­gia e ripone enorme fidu­cia sul «forte impe­gno assunto dal governo per un veloce e defi­ni­tivo pas­sag­gio in Senato» del «prov­ve­di­mento la cui urgenza è stata signi­fi­ca­ti­va­mente evi­den­ziata dallo stesso capo dello Stato, Mat­ta­rella». Sel non ci crede e pro­mette «bat­ta­glia, insieme alle asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste, in difesa del nostro ter­ri­to­rio». Green­peace invece pro­te­sta con vee­menza: «Il governo Renzi con­ferma la sua spic­cata voca­zione di ser­vi­zio alle com­pa­gnie petro­li­fere». Libera e Legam­biente fanno appello al «pre­si­dente del Senato, Pie­tro Grasso, di cui cono­sciamo bene la sen­si­bi­lità sul tema della lotta all’ecomafia e alla cri­mi­na­lità ambien­tale, per­ché la legge sugli eco­reati sia dav­vero calen­da­riz­zata subito e defi­ni­ti­va­mente appro­vata entro il 20 maggio».



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