Ultima mossa Juncker alza il velo sul documento della discordia

Ultima mossa Juncker alza il velo sul documento della discordia

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ATENE . Jean Claude Juncker alza il velo – «nell’interesse della trasparenza e per informare i greci», come twitta lui stesso – sull’ultima proposta di compromesso fatta da Ue, Bce e Fmi al governo Tsipras. Il documento cui Atene, in teoria, dovrà dire sì o no con il referendum del 5 luglio. Nelle dieci paginette linkate dal presidente della Commissione, i creditori fissano punto per punto tutte le riforme necessarie per consentire all’ex Troika di sborsare i 15 miliardi di euro necessari per salvare il Paese del default e allungare di altri cinque mesi il piano di salvataggio. «L’ho pubblicato di concerto con Washington e con la Banca centrale –precisa Juncker nella presentazione – . Il testo è quello in discussione la sera del 26 giugno con i negoziatori ellenici», ma non è stato finalizzato «per la loro decisione unilaterale di abbandonare le trattative». Il piano, aggiunge Juncker, non comprendeva solo l’elenco di riforme da approvare nel Parlamento di Atene ma anche «le misure per gestire le esigenze di liquidità del Paese e la sostenibilità del suo debito».
La mossa del numero uno della Ue è stata letta da molti osservatori come un modo per parlare direttamente all’elettorato greco, presentandogli la «generosa offerta» (copyright di Angela Merkel) messa sul piatto dall’ex Troika bypassando la retorica dell’esecutivo ellenico. Ma pure come un tentativo di aprire all’ultimo minuto una finestra negoziale con Tsipras per scongiurare un referendum che rischia di avere effetti irreparabili. Il documento su questa fronte, evidenza una prima importante concessione al premier greco: Bruxelles ha accettato di abbassare dal 23% al 13% l’aliquota Iva. Per il resto invece è la stessa ricetta cui il governo ha detto di no: taglio dei contributi straordinari alle pensioni minime, cancellazione delle norme che consentono i prepensionamenti prima dei 67 anni, un pesante giro di vite fiscale, lo stop alle agevolazioni per le isole e nuovi tagli alla difesa e alla pubblica amministrazione.
Fino a quando vale questa proposta? In teoria fino al momento in cui la Grecia resterà sotto il programma di aiuti di Ue, Bce e Fmi. Cioè martedì sera. E non a caso lo stesso Commissario agli affari economici di Bruxelles Pierre Moscovici ha scritto su Twitter poco dopo la pubblicazione del documento che «1) La Grecia deve stare nell’euro; 2) La porta è aperta per trattare». Le distanze tra le parti, finanziariamente parlando, sono poche, qualcosa come 500 milioni. Il problema resta quello della ristrutturazione del debito, lo zuccherino che potrebbe consentire a Tsipras di vendere alla sua maggioranza misure altrimenti indigeribili per l’esecutivo Syriza-Anel. E l’accenno di Juncker nella presentazione è uno degli ultimi appigli cui si aggrappano gli ottimisti.


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