L’INFINITA GUERRA DEI CURDI

L’INFINITA GUERRA DEI CURDI

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S’ intensifica l’offensiva dell’esercito turco contro le milizie curde in Siria e specialmente nell’Iraq settentrionale. Nelle ultime ore l’aviazione di Ankara ha compiuto ripetuti raid sulle postazioni del Pkk (il Partito dei Lavoratori Curdi) nella zona montagnosa dell’enclave indipendente curda in Iraq. La stessa agenzia stampa ufficiale turca Anadolu parla di un’ottantina di sortite effettuate da oltre cento caccia, che avrebbero causato la morte di 266 guerriglieri del Pkk e oltre 400 feriti.
Nella cittadina di Qandil, posta una trentina di chilometri a sud del confine con la Turchia, Rubar Hiwa, portavoce locale del Pkk, ha sostenuto ieri al fotografo collaboratore del Corriere sul posto che i bombardamenti di venerdì notte hanno causato tra i 7 e gli 11 decessi tra i civili.
Una situazione delicata, destinata a rompere la tregua che durava dal 2012-13 grazie al dialogo di pace tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ed il leader del Pkk in carcere, Abdullah Öcalan. Il rischio è che si ritorni adesso al ciclo di violenze e di attentati, che dal 1980 ha causato oltre 40 mila morti in Turchia.
Ad essere particolarmente preoccupato è anche Massoud Barzani, il presidente dell’enclave curda in Iraq, ben consapevole che solo la stretta collaborazione con la Turchia negli ultimi anni ha permesso la crescita economica della sua regione e l’ha garantita dalle pressioni annessionistiche di Bagdad. Ieri dunque Barzani, pur chiedendo ad Ankara di bloccare i blitz militari, è tornato a prendere le distanze del Pkk, invitandolo ad allontanare le sue milizie armate. «Occorre che i combattenti del Partito dei Lavoratori vengano ritirati», ha precisato da Erbil.
Tra i motivi di risentimento del suo governo c’è anche la scelta del Pkk di attaccare l’oleodotto aperto di recente, sollevando la reazione irata del governo centrale iracheno, che collega i pozzi petroliferi curdi con i terminali sulla costa turca. Ma l’offensiva turca ha obiettivi su larga scala.
La decisione presa da Erdogan negli ultimi giorni di attaccare le milizie di Isis in Siria e di permettere i raid americani dalle basi Nato poste sul proprio territorio si accompagna infatti a quella di indebolire anche i gruppi armati dell’indipendentismo curdo.
Ieri i responsabili dello Ypg (la milizia che raccoglie i curdi siriani ed è stretta alleata del Pkk) sono tornati a puntare il dito contro la Turchia, responsabile a loro avviso di «utilizzare l’annunciata lotta contro Isis come un paravento per agire indisturbati e con il consenso americano con forza maggiore contro i curdi».
Già il 24 luglio lo Ypg aveva segnalato ripetuti bombardamenti sulle sue postazioni presso la cittadina contesa di Kobane da parte delle artiglierie e le unità di carri armati turche posizionate lungo il confine internazionale. Gli ultimi attacchi turchi sarebbero invece avvenuti un poco più a nordovest, presso la città di Jarablus.
Lorenzo Cremonesi


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