Di agricoltura si muore

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EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, VENETO E TRENTINO ALTO ADIGE LE REGIONI CON IL MAGGIOR NUMERO DI VITTIME. MA L’EMERGENZA E’ OVUNQUE.
SERVE UNA RIFLESSIONE COLLETTIVA DELLA POLITICA CHE PASSI ATTRAVERSO GLI ORGANI DI SORVEGLIANZA AFFINCHÉ I CONTROLLI E LE ISPEZIONI VENGANO INTENSIFICATI E GLI EVASORI DELLA SICUREZZA SANZIONATI.

I dati non lasciano dubbi sulla gravità del problema delle morti in agricoltura.
Le fonti ufficiali, infatti, fanno sapere che nel 2014 i decessi nel settore sono stati 189 e ben 238 i feriti gravi.
Questo è quanto emerge dalla prima istantanea scattata dell’Osservatorio INAIL sugli Infortuni nel Settore Agricolo e Forestale. Un’indagine dettagliata che mostra chiaramente quanto sia sempre più indispensabile occuparsi dell’emergenza.

Un appello che dovrebbe essere corale ed unire i lavoratori, le associazioni di categoria, gli esperti di sicurezza insieme ai sindacati per arrivare davvero alla diffusione della cultura della sicurezza nel settore agricolo. Un’alleanza per raggiungere con forza la politica affinché possa rispondere con voce alta e programmi concreti, che contemplino incentivi e finanziamenti sufficienti a consentire un sostegno nel rinnovamento del parco ‘trattori’ in Italia.
Progetti mirati, insomma, ad impedire che i mezzi agricoli continuino ad essere la prima causa di morte nei campi.
Sui 189 infortuni mortali descritti nel 2014 dall’INAIL, infatti, ben 121 sono avvenuti con il trattore. E il mezzo ha anche portato ad un bilancio di 118 feriti gravi sui 238 complessivi.

Come esperti in sicurezza sul lavoro invochiamo a gran voce gli enti di controllo affinché compiano il loro dovere in modo più diffuso e capillare. E affinché le sanzioni per gli evasori della sicurezza vengano applicate con severità. Siamo convinti, infatti, che colpire “economicamente” e con regolarità chi non rispetta le normative sulla sicurezza possa tradursi in un messaggio forte di sensibilizzazione per tutti coloro che continuano a fare i furbi diventando potenziali killer per se stessi e per i propri dipendenti, oltre che essere sleali concorrenti delle imprese che rispettano leggi e lavoratori.

Intanto il maggior numero di lutti nei campi, secondo l’Osservatorio INAIL, viene rilevato in Emilia Romagna con 25 vittime registrate nel 2014. Ed è seguita dalla Toscana (22) e dal Veneto con il Trentino Alto Adige (20 decessi). Un dato quest’ultimo che fa del Nordest e del Veneto in particolare un’area fortemente coinvolta dall’emergenza.
Ed anche il numero dei feriti gravi aiuta a comprendere il dramma che si consuma quotidianamente nei campi. Nel corso del 2014 secondo l’INAIL sono stati 238.
In Lombardia il numero più elevato di infortuni gravi (35), seguita dall’Emilia Romagna (30), dall’Abruzzo (29) e dal Veneto (26).
Serve, dunque, una riflessione collettiva che parta dalla politica e passi attraverso gli organi di sorveglianza affinché i controlli e le ispezioni vengano intensificati e gli evasori della sicurezza sanzionati.

Ci auguriamo che il Governo “Renzi” voglia finalmente dare una risposta a questi appelli e che la morte dei lavoratori in agricoltura non rimanga un problema latente, ma un’emergenza da risolvere tempestivamente.

Ci auguriamo vogliate diffondere questo articolo in nome della cultura della sicurezza per contribuire a ridurre il numero degli infortuni sul lavoro.

Intervento dell’ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

Informazioni per la stampa
Ufficio Stampa: Dott.ssa Annamaria Bacchin
Tel 0418472474 –
bacchin@vegaengineering.com



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