Piano Ue per aiutare Italia,Grecia e Ungheria “Ridistribuirne 120mila”

Piano Ue per aiutare Italia,Grecia e Ungheria “Ridistribuirne 120mila”

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Centoventimila: il nuovo numero sul quale la Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker è pronta a scommettere per imbrigliare l’emergenza migranti che ormai sta dilagando in tutto il Continente. Una solidarietà quattro volte superiore rispetto a quella dei 32mila richiedenti asilo sbarcati in Italia e Grecia che i governi avevano accettato lo scorso luglio con grande riluttanza. Insieme al rilancio del sistema delle quote, martedì prossimo Bruxelles proporrà anche di modificare in modo permanente le regole sull’asilo. Il pacchetto sarà poi portato al vertice straordinario dei ministri degli Interni del 14 settembre e quindi al tavolo dei leader, che dovranno approvarlo definitivamente.
Il nuovo piano Juncker sui migranti, per quanto ancora in gestazione, ha già una sua fisionomia. Sarà composto da due tronconi: misure d’emergenza e misure di lungo periodo. Con una cautela: per evitare che i governi dell’Est, che a luglio avevano depotenziato le quote proposte dalla Commissione, anche questa volta riescano a bloccare tutto, Bruxelles prevede un opt out accessibile a tutti, non solo ai paesi fuori da Schengen come Regno Unito e Danimarca: i leader che non vorranno aderire alla solidarietà sui migranti potranno restarne fuori, ma lo dovranno spiegare all’opinione pubblica nazionale ed europea. Chi invece aderirà, dovrà poi seguire le indicazioni della Commissione senza metterle in discussione, con regole rigide e predefinite.
Per rispondere all’emergenza di queste ore, l’esecutivo comunitario tornerà sulle quote obbligatorie di richiedenti asilo, sostanzialmente siriani ed eritrei, da redistribuire tra i 28 Paesi. A maggio Juncker aveva proposto ai leader di farsi carico di 40mila rifugiati sbarcati in Italia (24mila) e Grecia ( 16mila). Dopo che a giugno i capi di Stato e di governo si erano duramente scontrati sulla proposta, a luglio i ministri degli Interni avevano faticosamente chiuso un accordo — martoriato da Polonia, Ungheria, Slovacchia, baltici e Spagna — su 32mila persone da accogliere su base volontaria e non più obbligatoria. Ora la Commissione torna alla carica e forte dell’emergenza dilagante è intenzionata a chiedere di riallocare tra i partner Ue 120mila migranti.
E così oltre a Italia e Grecia a beneficiare della solidarietà sarà anche l’Ungheria, Paese che a parte i discutibili atteggiamenti del governo di Viktor Orban nelle ultime settimane è stato obiettivamente messo a dura prova dall’aumento dei migranti in arrivo sulla rotta balcanica.
C’è poi la seconda parte, più strutturale. Bruxelles viene incontro alle richieste di Germania, Italia e Francia (finalmente del tutto convinta sulla necessità di far fronte comune nella gestione della crisi migratoria) che chiedono di modificare le regole sul diritto d’asilo. Si emenderà dunque il regolamento di Dublino. Oggi prevede che un asilante debba rimanere nel Paese che gli ha riconosciuto lo status. Per questo molti paesi di frontiera non registrano gli stranieri in arrivo e li lasciano filtrare verso la Germania e altre nazioni appetibili. Se da un lato ci sarà una forte pressione perché Italia, Grecia e Ungheria registrino i richiedenti asilo negli appositi hotspot (il governo italiano è intenzionato a farlo gradualmente, man mano che entrerà in vigore la solidarietà Ue), dall’altro in caso di violente ondate migratorie la regola sarà sospesa con una distribuzione automatica dei rifugiati tra i Ventotto. Insomma, si tratta di rendere permanente e vincolante il sistema delle quote finora proposto come meccanismo d’emergenza, di alleggerire i paesi d’ingresso delle rotte migratorie e di rendere più ordinata la gestione dei flussi.
La Commissione proporrà anche la creazione di una lista comune europea che conterrà i paesi sicuri per i rimpatri: se un migrante non arriva da un Paese a rischio (il Senegal o la Nigeria non lo sono, la Siria sì) viene rimpatriato velocemente, mentre chi viene da una nazione in guerra o sotto dittatura potrà fare domanda di asilo e visto lo sfoltimento delle pratiche ottenerlo più rapidamente. Proprio per aiutare i governi con i rimpatri, Bruxelles proporrà anche di dare Frontex, l’Agenzia europea per le frontiere, mandato e soldi per gestire direttamente i rimpatri dei migranti che non hanno diritto all’asilo. Infine entro settembre partiranno i pattugliamenti per catturare gli scafisti in acque internazionali.


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