“CONTROPROPAGANDA EUROPEA”
Internet, come dimostrano gli attentati di Parigi e prima di Charlie Hebdo, è il principale strumento di reclutamento. Per questo gli esperti Ue stanno studiando un protocollo antiradicalizzazione, l’European Union IT form, del quale il prossimo 3 dicembre si discuterà diffusamente in un incontro tra i ministri degli Interni Ue e i giganti del web (Twitter, Facebook, Microsoft, Apple, Archive.org) che dovrebbe portare alla costituzione della Piattaforma centrale europea. La principale novità si chiama Iru, l’Internet Referral Unit. «In rete – è scritto in un documento Ue preparatorio agli incontri – ci sono 46mila account twitter che vengono usati dai sostenitori dell’Isis dai quali quotidianamente vengono diffusi almeno 90mila tra tweet e interventi su altre piattaforme (…) È richiesto agli stati membri di condividere le risorse e di escogitare una strategia comune». Anche per questo è nato lo Sscat, Sirian strategic community advisor team, una squadra internazionale incaricata di organizzare la contronarrazione online della jhiad. Verranno scelte le piattaforme, individuati gli account e create delle autentiche campagne di comunicazione dedicate. Con l’industria del web, il 3 dicembre si discuterà anche di come, all’occorrenza, permettere alle forze di polizia, di controllare le comunicazioni su quelle piattaforme fino ad oggi considerate criptate, o comunque difficili da intercettare.
IL PNR
Tutti i dati raccolti via web verranno poi “stoccati” nelle banche dati presso il Counter Terrorism Center, all’Aia. In quei server dovrebbero finire anche i dati ricavati dal Pnr (il Passenger name record), ovvero il codice numerico che viene associato ad ogni viaggiatore che acquisti un biglietto aereo e che contiene tutti i dettagli, anche personali, del viaggio. Oggetto da anni di una lunga polemica sulla tutela della privacy, ora dovrebbe sbloccarsi. Restano da limare alcuni termini della questione: 1) Quali voli dovrebbero essere tracciati: tutti gli europei o solo gli intercontinentali e comunque non i charter?; 2) per quanto tempo dovranno essere conservati i dati: trenta giorni come chiede il parlamento o 4 anni come chiede la commissione?; 3) quali reati ipotizzati possono permettere alle polizie di accedere alle banche dati: solo il terrorismo o anche altro? Un compromesso probabile dovrebbe essere un pnr esteso a tutti i voli europei, interni ed esterni, i cui dati associati verranno conservati per un anno in chiaro e per quattro anni criptati nei server dell’Europol che li potrà utilizzare per il terrorismo e per un elenco di reati ritenuti “gravissimi”.
I CONTROLLI INCROCIATI
Il Counter Terrorism Center dell’Aia dovrebbe avere un ruolo di primo piano anche per quanto riguarda l’altro elemento che ha facilitato l’attacco di Parigi, quello della comunicazione di informazioni rilevanti tra le intelligence degli Stati membri. Dal 1 gennaio il Center monitorerà i “travellers”, cioè tutti quelli che si muovono dall’interno all’esterno dell’Europa. È una misura specifica contro i foreign fighters. Saranno raccolti in tempo reale i dati di chi entra e chi esce, poi con un software verranno fatti i controlli incrociati tra le varie banche dati delle polizie nazionali: per cui di un soggetto che entra in Grecia, per esempio, si riuscirà a capire se ha precedenti in Belgio o se è parente di qualcuno che è stato in Siria o sospettato di essere un terrorista.
ARMI E MISURE PATRIMONIALI
Ulteriori due misure riguardano il traffico di armi: la proposta è di una procedura unica a tutti i paesi per la disattivazione delle armi da fuoco. E la possibilità, come decise l’Onu dopo l’11 settembre, di congelare i beni dei terroristi applicando un protocollo simile alle misure di prevenzione mafiose.