Blitz al centro Baobab, fermati 23 migranti

Blitz al centro Baobab, fermati 23 migranti

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Si sono presentati alle sei e mezzo del mattino: quattro blindati e sessanta uomini, tra poliziotti e carabinieri, più i cani antidroga. Un’operazione in grande stile per perquisire il centro Baobab di via Cupa a Roma, dove da almeno cinque mesi vengono accolte e assistite centinaia di profughi eritrei che fanno sosta nella capitale per qualche giorno prima di proseguire verso il nord Europa. Gli agenti hanno perquisito con i cani l’intero centro, probabilmente in cerca di sostanze stupefacenti che non sono state trovate, e alla fine hanno fermato 23 persone, tra le quali due minori, trovate senza documenti. In serata tutti sono stati rilasciati con l’unica contestazione di essere entrati clandestinamente in Italia, ma tanto è bastato per far chiedere a Lega, Forza Italia e a qualche esponente del Pd la chiusura della struttura in nome della lotta al terrorismo.
Da molto tempo il centro, situato non distante dalla stazione Tiburtina, rappresenta un importante punto di ritrovo soprattutto per i tanti eritrei che transitano nella capitale. Più di 35 mila persone in cinque mesi hanno trovato qui un posto dove dormire, pasti caldi e abiti puliti, ma anche la possibilità di essere visitati e curati da un medico. Un mezzo miracolo reso possibile solo grazie al lavoro prestato da decine di volontari e dalla Croce rossa, ma anche alla generosità degli abitanti del quartiere e non solo che hanno fatto a gara per portare generi alimentari e vestiti. Il tutto nella totale assenza delle istituzioni, a partire dal Campidoglio. Più volte i volontari hanno infatti chiesto all’amministrazione di intervenire per trovare una sistemazione più stabile e sicura per i migranti, senza però ottenere risposta. Sono arrivati, invece, gli agenti in tenuta antisommossa. «Un atto di violenza che condanniamo con fermezza e dal quale ci dissociamo — hanno spiegato ieri i volontari del centro in un comunicato — perché lascia in strada persone incolpevoli, attuando una caccia all’uomo alimentata dalla paura di atti terroristici».
Di terroristi al centro Baobab non ne sono stati trovati e le 23 persone fermate rischiano adesso di essere espulsi perché senza documenti. «L’Isis è alle nostre costole e noi tolleriamo una cosa del genere?» ha detto Daniela Santanché chiedendo al chiusura del centro. le stesse parole usate dal leader della lega Matteo Salvini mentre il democratico Stefano Pedica invita a «passare al setaccio tutti gli edifici occupati. Non si può tollerare che alcune aree della capitale siano un porto franco». Controcorrente le parole di Stefano Fassina: «L’intervento delle forze dell’ordine nel centro di via Cupa — ha detto l’esponente di Sinistra italiana — rischia di alimentare un pregiudizio pericoloso e compromettere un servizio di accoglienza e trasferimento di migranti in fuga dalle guerra e dalla fame svolto con grande professionalità e umanità da decine di volontari».



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