Bombardieri dalla Charles de Gaulle La Francia martella l’Is in Siria e Iraq

Bombardieri dalla Charles de Gaulle La Francia martella l’Is in Siria e Iraq

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 PARIGI. L’offensiva francese contro l’Is passa a un livello superiore. Dieci giorni dopo gli attentati di Parigi, la Francia ha condotto nuovi raid sulle basi dell’Is in Iraq e Siria. I caccia Rafale e Super- Etendard sono decollati dal ponte della portaerei Charles de Gaulle, salpata cinque giorni fa da Tolone e appena arrivata nel Mediterraneo orientale. E’ il segnale militare di un cambio di passo del governo francese, in una settimana che si annuncia decisiva sul piano diplomatico per la coalizione internazionale che deve combattere l’Is. Oggi François Hollande vola a Washington per incontrare Barack Obama, domani vedrà Angela Merkel a Parigi, mentre giovedì sono previsti gli incontri con Matteo Renzi e poi un nuovo viaggio a Mosca per un colloquio con Vladimir Putin.
Già ieri il presidente francese ha accolto David Cameron all’Eliseo. Il premier britannico, in attesa del via libera del suo parlamento, ha offerto a Hollande l’uso di una base aerea britannica a Cipro per le operazioni francesi contro l’Is in Siria. Il ministero della Difesa ha parlato di due obiettivi distrutti durante i raid di ieri, durati circa sette ore e condotti in appoggio alle forze irachene impegnate sul terreno contro i jihadisti. A Ramadi, un centinaio di chilometri di distanza da Bagdad, «i raid hanno neutralizzato un gruppo di terroristi ». «È stata distrutta a Mosul una postazione dell’artiglieria dell’Is che stava sparando contro le truppe irachene» continua la nota della Difesa. Nelle intenzioni francesi, il dispiegamento della Charles de Gaulle triplicherà la capacità di colpire le postazioni dei jihadisti portando a 38 il numero di aerei impegnati nell’operazione “Chammal” contro lo Stato islamico. «L’obiettivo – ha detto il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian – è annientare l’Is». Hollande ha parlato in mattinata di volontà di «colpire duro» l’Is e di mirare a «obiettivi che possano fare il massimo dei danni possibili a questo esercito terrorista».
Sul fronte dell’offensiva diplomatica, sarà decisivo l’incontro di oggi con Obama. Parigi martella l’Is in Iraq dal settembre 2014 ma sul fronte siriano è attiva soltanto da settembre, un anno dopo l’inizio delle operazioni americane. Dopo il 13 novembre, gli Stati Uniti hanno appoggiato l’intervento francese, fornendo in particolare le informazioni necessarie per il massiccio bombardamento di Raqqa, ma ora Parigi vuole un ulteriore salto di qualità, soprattutto dal punto di vista dell’impegno diretto degli Usa nei bombardamenti. In visita a Kuala Lumpur, Obama ha promesso che gli Stati Uniti andranno «fino in fondo» al compito che prevede la «distruzione» dello Stato islamico. Fonti di stampa arabe intanto riferiscono che la Russia ha già dispiegato truppe di terra in Siria, oltre ai già presenti “consiglieri” militari a sostegno della campagna aerea iniziata il 30 settembre. In un articolo del giornale kuwaitiano Arrai – che non è stato confermato da altre fonti – si sostiene che le forze militari russe hanno fornito copertura ai tank T-90, con supporto aereo, che hanno attaccato diversi obiettivi strategici in mano alle forze ribelli a Idlib e Latakia. Nei giorni scorsi, la stampa libanese filo-iraniana scriveva che Mosca intende raddoppiare la sua presenza militare in Siria, aumentando da quattro a ottomila le unità sul terreno.


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