Milano, è Sala il candidato del centrosinistra Balzani seconda, staccata di otto punti

Milano, è Sala il candidato del centrosinistra Balzani seconda, staccata di otto punti

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MILANO Il super-favorito ha vinto, Beppe Sala è il candidato sindaco del centrosinistra milanese. Col 42,28 per cento dei voti mister Expo ha battuto Francesca Balzani, la vicesindaco uscente sostenuta da Giuliano Pisapia, ferma al 33,97 e Pierfrancesco Majorino, l’assessore al Welfare staccato a quota 23,02. Una vittoria netta, ma non schiacciante. E che apre nuove ferite a sinistra. Perché la somma dei voti raccolta dei due sfidanti è superiore al dato di Sala. Secondo molti osservatori, la mancata «sintesi» tra Majorino e Balzani, invocata per settimane da chi si opponeva alla candidatura del commissario Expo, ha favorito la vittoria di Sala. La più convinta sostenitrice di questa tesi è la stessa Balzani: «Sono molto rammaricata. Fino all’ultimo giorno ho continuato a ripetere a Majorino che la porta era aperta. Superare i protagonismi sarebbe stato importante».
Nonostante le polemiche sul voto della comunità cinese e un’affluenza più bassa rispetto a quella del 2010 (7 mila votanti in meno), le primarie milanesi si confermano evento politico di primissimo piano. La lettura della vigilia era facilissima: Sala candidato del Partito della nazione, Balzani portabandiera di un centrosinistra classico allargato a Sel e al civismo. Ma l’uomo di Expo è stato abilissimo nel non cadere nella trappola, richiamando a ogni passaggio l’autonomia di Milano dagli schemi della politica romana. «Le primarie erano un ostacolo non facile per me. Sono molto contento. Stasera ha vinto Milano», le prime parole dell’aspirante sindaco. Il premier Matteo Renzi è stato prontissimo a congratularsi con lui. «Ringrazio tutti coloro che hanno votato, i volontari che hanno lavorato ai gazebo e i candidati che si sono confrontati sul futuro di questa grande città», ha detto il premier. Gli sconfitti assicurano lealtà e collaborazione al vincitore. «Adesso l’unica ossessione — ha ripetuto Majorino — deve essere vincere contro il centrodestra». Giuliano Pisapia, nonostante la sconfitta della «sua» candidata, garantisce che l’esperienza arancione non sarà archiviata con la vittoria di Sala. «Con un elettorato che dà un forte segnale a sinistra non può non esserci continuità. Sono state primarie combattive. Il sindaco, come gli altri candidati,sosterrà Sala».
Per gli avversari del centrosinistra il dato principale delle primarie milanesi rimane comunque quello dei cinesi in coda per votare. Grillo ha cannoneggiato dal suo blog: «Le primarie Pd sono taroccate. Il candidato sindaco a Milano non sarà scelto dai milanesi o dai militanti Pd (esistono ancora?) ma da cinesi che sanno a malapena parlare l’italiano. Un Pd made in China». Al papà dei Cinque Stelle aveva replicato lo stesso Renzi: «Hanno sempre da ridire sulle nostre primarie quelli che mandano cinquanta persone a fare click. Si lamentano delle nostre primarie con migliaia di persone, siamo gli unici ad avere il coraggio a farle, gli altri si mettono a fondo campo e parlano».
Contro Beppe Sala il centrodestra milanese schiererà Stefano Parisi. City manager ai tempi di Albertini e ora imprenditore. Matteo Salvini non è preoccupato: «Vince Sala coi soldi di Expo e i voti dei cinesi. Poteva vincere chiunque, non è un problema. Le nostre proposte per Milano sono concrete, pulite, moderne, sicure. Vinceremo. Non ho paura degli altri, so che la nostra città merita di più».
Andrea Senesi


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