Migranti, record di arrivi nuovo centro in Sicilia Ong contro l’intesa turca

Migranti, record di arrivi nuovo centro in Sicilia Ong contro l’intesa turca

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UN DATO: a oggi in Italia sono arrivati circa tremila migranti in più rispetto allo scorso anno. Numero che fa pensare al Viminale che la primavera e l’estate saranno ancora più calde del 2015. Una prima risposta: l’apertura di nuovo hotspot in Sicilia. Con il centro di Taranto, appena inaugurato, che è già in overbooking. E la grande paura della nostra intelligence: l’accordo con la Turchia spingerà migliaia di persone verso l’Italia. L’Unhcr tende a ridimensionare l’allarme («l’aumento è minimo e gli effetti dell’accordo con la Turchia è troppo presto per vederli ») ma soltanto ieri sono state recuperate 1.800 persone nel canale di Sicilia (a bordo di un gommone è stato trovato anche un cadavere).
Ieri un Tir ha scaricato una ventina di profughi iraniani sull’A1 nei pressi di Piacenza.

La Ue conosce e riconosce l’emergenza italiana. Tant’è che ha preso un impegno: se si dovesse aprire un nuovo fronte caldissimo con la Libia, verrà applicato lo stesso protocollo della Turchia con una corresponsabilità di tutte le nazioni dell’Unione.
Proprio di questo si è parlato in un incontro avvenuto ieri a Bruxelles nel quale ciascuno dei paesi ha offerto il proprio supporto logistico all’operazione: l’Italia si è detta pronta a offrire il proprio know how in tema di aiuti umanitari, tendopoli, offrendo gli esperti di organizzazione e gestione delle emergenze. A partire da oggi, infatti, così come prevede l’accordo i migranti irregolari che dalla Turchia arrivano in Grecia saranno rimandati indietro. Prima però verranno registrati e le loro richieste di asilo verranno prese in carico da funzionari dell’Unione. Tant’è che i paesi membri hanno messo a disposizione circa quattromila persone (800 da Francia e Germania) per gestire i carichi. Mobilitati anche i mezzi: per far rientrare i migranti dalle isole sono state impegnate 8 navi con una capacità di 300-400 passeggeri ciascuna e circa 28 autobus, con la Grecia che ha offerto una disponibilità a breve termine di circa 20mila “sistemazioni”. Resta poi il principio dell’ “uno a uno”: per ogni siriano che verrà rimandato in Turchia perché non ha i requisiti, un avente diritto potrà entrare in Europa per un numero massimo di circa 70mila persone. Un meccanismo che partirà già da oggi ma diventerà operativo ai primi di aprile. «Arriveremmo al paradosso che due fratelli siriani, uno oggi già in Grecia e uno in attesa invece di entrare, potrebbero essere scambiati» attacca il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury.
Tutte le associazioni che si occupano di diritti umanitari da da Amnesty a Medici senza Frontiere, da Oxfam a Fidh – sono molto critiche sull’accordo appena raggiunto. «Affidando alla Turchia il ruolo di piantone dell’Europa nell’attuale crisi dei rifugiati, l’Unione europea rischia di ignorare e ora incoraggiare gravi violazioni dei diritti umani» dice Amnesty. «Sono molto preoccupata dell’accordo » commenta invece il presidente della Camera, Laura Boldrini. «La Turchia non ha un quadro giuridico adeguato alla gestione di richiedenti asilo e rifugiati. Di fronte alla più grande crisi dei rifugiati dalla II Guerra mondiale, l’Europa sembra volere esternalizzare il diritto d’asilo ».


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