Smistamenti automatici nei Paesi dell’Ue Migranti, il piano di Juncker per superare Dublino

Smistamenti automatici nei Paesi dell’Ue Migranti, il piano di Juncker per superare Dublino

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L’Europa prepara la riforma delle sue politiche migratorie con la volontà di imporre a tutti i paesi di prendersi carico dei rifugiati, proteggendo chi rischia la vita a casa propria e aiutando le nazioni dell’Unione che non sono più in grado di accogliere i richiedenti asilo. Il testo sponsorizzato da Jean-Claude Juncker sarà approvato oggi dalla Commissione europea e contiene proposte coraggiose, in linea con la richiesta di superare il regolamento di Dublino avanzata da mesi da Angela Merkel e Matteo Renzi. Ma una volta passata a Bruxelles la riforma dovrà ottenere il via libera dei governi dei Ventotto e c’è da scommettere che sarà battaglia.

La Comunicazione – dunque un testo programmatico che poi andrà declinato in una serie di direttive – ridisegna tutte le politiche legate all’asilo. Bruxelles per superare il cardine di Dublino mette sul tavolo due opzioni dal peso specifico diverso. Saranno i governi a decidere su quale andare avanti.

La prima, meno innovativa, non modifica il sistema, con il Paese di primo arrivo che resta responsabile del migrante, deve processare la sua richiesta di asilo ed eventualmente ospitarlo. Verrebbe però introdotto un «correttivo di equità», un meccanismo secondo il quale in caso di emergenza, decretata dalla Ue secondo criteri prestabiliti, parte la redistribuzione automatica dei migranti tra i Ventotto. Di fatto ogni volta che in un Paese viene superata una soglia di arrivi prestabilita da Bruxelles. Il modello è quello odierno, con l’Unione che si è impegnata a distribuire tra tutti 160mila richiedenti asilo ora in Grecia e Italia, ma il sistema non sarebbe più una tantum, bensì automatico, previsto e regolamentato per evitare l’attuale flop della redistribuzione.

La seconda opzione è più innovativa e piacerà a Roma e Berlino. Prevede un nuovo sistema secondo il quale ogni migrante che entra nell’Unione, a prescindere dal Paese di primo ingresso, viene redistribuito tra i Ventotto secondo criteri stabiliti in base a dimensione, salute economica e capacità di assorbimento di ogni nazione europea. Questo Stato sarà responsabile del richiedente asilo, dovrà ospitare chi ne avrà diritto e impedire che i rifugiati si spostino in un altro Paese.

Per far passare questa rivoluzione, sgradita ai governi xenofobi o egoisti dell’Est, la Commissione propone una serie di migliorie del sistema sperando di addolcire la pillola. Innanzitutto prevede la possibilità di trasferire la responsabilità di processare le domande di asilo a livello europeo, trasformando Easo, l’Agenzia Ue per l’asilo, nel soggetto che con una serie di filiali in tutti i paesi dell’Unione esamina tutte le richieste di protezione e tratta anche gli appelli di chi viene rigettato. Un modo per alleggerire il lavoro delle autorità nazionali.

Una seconda novità prevede la possibilità di offrire ospitalità a tempo determinato. Oggi chi riceve protezione in Europa ci resta per sempre. La Commissione prevede invece di differenziare chi può rimanere a tempo indeterminato e chi no, distinguendo tra status di rifugiato e protezione temporanea (il pensiero in questo secondo caso va ai siriani). Nascerebbe così un sistema a diritti variabili e chi avrà diritto solo alla protezione temporanea verrà sottoposto a check regolari prima di ottenere il “long term residence status”. Insomma, tra gli asilanti di serie B potrebbe rimanere solo chi dimostrerà periodicamente che permangono le ragioni della protezione in base alla situazione nel Paese di origine e alle circostanze personali.

La Commissione prevede poi una serie di regole per impedire che i rifugiati si spostino da un Paese Ue all’altro facendo saltare l’equilibrio di presenze in ogni nazione (ricorrente motivo di litigi tra governi). I rifugiati potranno spostarsi solo in casi eccezionali riconosciuti dal Paese ospitante. Chi violerà la regola verrà sanzionato, anche con il carcere, e la sua domanda di protezione verrebbe rivista. La Comunicazione arriva con 4 mesi di ritardo sulla tabella di marcia: dopo l’accordo con la Turchia che ha messo una toppa alla rotta balcanica Juncker spera in un clima politico più propizio per far passare la riforma. Dopo un primo esame dei governi, Bruxelles trasformerà le sue proposte in testi legislativi che dovranno a loro volta essere approvati dalle capitali e la cui ambizione per questo potrebbe diminuire.



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