Casa, la protesta continua: in corteo e sciopero della fame

Casa, la protesta continua: in corteo e sciopero della fame

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ROMA “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. Questo lo striscione esposto in piazza beniamino gigli, davanti all’ingresso del teatro dell’opera a Roma. Il blitz dei movimenti per la casa (Blocchi precari metropolitani, Coordinamento di lotta per la casa) è stato lampante, un po’ troppo didascalico, a suo modo efficace. Il Teatro dell’Opera negli ultimi giorni è tornato infatti alla ribalta per la prima della Traviata, diretta dalla regista figlia d’arte Sofia Coppola. Un successo di pubblico, trionfo di vip, tutto esaurito e incasso più alto della storia del teatro. I cantanti vestono abiti di Valentino.

“L’emergenza abitativa non è un teatrino” si è letto su uno dei cartelli che gli occupanti reggevano nell’elegante piazza, accanto a diversi altri che ripetevano la frase: “Manifestare è un nostro diritto”. Il riferimento è alle cariche di giovedì 12 maggio. Per la prima volta in piazza del Campidoglio sono stati usati gli idranti, contro una manifestazione che chiedeva la modifica di una delibera del commissario Tronca che attua un provvedimento regionale sull’emergenza abitativa.

La risposta violenta è una metafora dei rapporti sociali nella capitale dopo sei mesi di commissariamento. Oggi i movimenti per la casa torneranno a manifestare da piazza di Porta Pia, luogo a suo modo simbolico visto che ospita il ministero delle Infrastrutture, titolare delle politiche sulla casa. Il corteo si snoderà fino al Viminale. Il tema, a una settimana dal primo turno delle elezioni amministrative, è più ampio di quello precedente: un piano casa nazionale. Del provvedimento ne ha parlato il viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini.

foto casa idranti campidoglio
Campidoglio, 12 maggio 2016: idranti contro poveri e senza casa @Stefano Brulli

L’espressione non è delle più felici: di solito, quando la si pronuncia, è l’antefatto di un fallimento o di misure liberticide come l’articolo 5 voluto dall’ex ministro delle Infrastrutture Lupi. In quel provvedimento è stato stabilito il distacco delle utenze alle occupazioni abitative per necessità e il divieto di concessione della residenza agli occupanti. Una misura che nega l’assistenza sanitaria e la possibilità di andare a scuola per i bambini che vivono in occupazione con i genitori. Nel nuovo piano casa, già annunciato il 18 febbraio 2015 e ancora in attesa di attuazione, si prevede tra l’altro la concessione in affitto di 22 mila case del patrimonio degli istituti di credito alle fasce deboli della popolazione a prezzi calmierati. Prevista anche la possibilità di acquisto da parte degli inquilini.

Nel piano rientrerebbero anche 55 mila alloggi residenziali pubblici non utilizzati . Per la realizzazione del piano sono necessari 600 milioni, oltre ai 470 stanziati nella legge di stabilità 2016. Ci sarebbe anche un impegno di Renzi a trovare risorse. Sempre che poi arrivino alle regioni. “Il ministero delle Infrastrutture deve cambiare passo urgentemente e invertire una rotta ideologicamente segnata dalla gestione Lupi/Renzi – sostengono i movimenti per la casa – le parole di Nencini devono avere delle conseguenze, altrimenti saranno i manganelli, gli sgomberi e la negazione dei diritti ad affermarsi”.

La mobilitazione è stata denominata “Roma Debout” su twitter. Il riferimento è al movimento francese contro la riforma del lavoro iniziato il 31 marzo scorso e ancora in corso con possenti mobilitazioni. L’iniziativa sulla casa punta a mobilitazioni in diverse città e intende rappresentare chi non andrà a votare alle prossime elezioni amministrative: “Riteniamo importante dare voce ad un dissenso più o meno consapevole che verrà calpestato dalla minoranza che si recherà alle urne ed eleggerà una élite al governo delle città” sostengono gli attivisti.

Sciopero della fame

Continua lo sciopero della fame di Action iniziato il 10 maggio scorso contro la delibera Tronca. Tra l’altro, il provvedimento prevede 16 sgomberi di stabili occupati entro l’anno. Sarebbero seimila le famiglie ad essere sgomberate. In una conferenza stampa convocata alla Camera dai deputati di Sinistra Italiana giovedì scorso Anya, una delle occupanti in sciopero di origine peruviana, è svenuta ed è stata ricoverata all’ospedale Santo Spirito. La protesta sta riscuotendo, giorno dopo giorno, un’attenzione crescente.

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Roma, Maurizio Landini (Fiom) allo spin Time Lab, XVIII giorno di sciopero della fame contro la delibera tronca

All’entrata dello Spin Time Lab in via santa croce in Gerusalemme, le cancellate dell’ex immobile Inpdap sono piene di chiavi. La chiave è il simbolo scelto per comunicare la solidarietà agli occupanti in sciopero. Ieri è stato il segretario della Fiom Maurizio Landini a lasciare il suo paio. L’altro ieri il candidato a sindaco per il Pd Roberto Giachetti ha appeso il suo. Stefano Fassina, candidato sindaco per la sinistra a Roma, era presente alla conferenza stampa di lancio della drammatica iniziativa: “Abbiamo presentato un’interrogazione al Governo affinchè possa chiarire la contraddizione che esiste tra la delibera 50 del commissario Tronca ed il piano della regione Lazio, con le relative risorse stanziate – sostiene Fassina – mi preoccupa la scarsa attenzione che hanno gli altri candidati che, invece, dovrebbero avere una sensibilità su questi temi. Tappare le buche e mettere le rastrelliere è importante e lo vogliamo fare tutti ma ci sono anche altre questioni. Alcuni candidati che si fanno paladini della legalità dovrebbero stare attenti, perché la legalità deve essere accompagnata alla giustizia sociale, altrimenti si fanno gli sgomberi».

“La delibera 50 di Tronca – sostiene Fabrizio Nizi di Action – contraddice tutte le aspettative, non riconosce che a Roma c’è un’emergenza abitativa grave e anzi sostiene che 250 case l’anno messe a disposizione dal Comune siano una risposta esaustiva. L’idea è intanto si sgombera e poi si vede”. In un’occupazione-lampo del ponte che porta a Castel Sant’angelo gli occupanti hanno improvvisato un flash-mob con case di carta e uno striscione: “Con Tronca tornano le baracche sotto i ponti”.

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