Hollande e Renzi da Merkel l’Europa sul filo cerca lo scatto

Hollande e Renzi da Merkel l’Europa sul filo cerca lo scatto

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L’appuntamento è alle sei del pomeriggio. Mentre l’Italia del calcio a Parigi affronterà la Spagna, Matteo Renzi arriverà alla Cancelleria di Berlino per il cruciale vertice con Angela Merkel e Francois Hollande chiamato a dare una risposta europea al Brexit. I tre leader dovranno indicare la strada all’Unione agli altri capi di Stato e di governo che si riuniranno domani a Bruxelles nel primo vertice a 27 dopo il referendum vinto dal Leave. Cameron, il ventottesimo leader, arriverà nella capitale belga solo per spiegare il risultato del voto che ha terremotato l’Europa, quindi tornerà a Londra. Senza presentare la richiesta formale di uscire dall’Unione, intenzionato ad attendere che i tories nominino il suo successore. A ottobre.

Se tutti gli occhi sono dunque rivolti a Berlino, il timore delle ultime ore è che la risposta di Merkel, Renzi e Hollande possa limitarsi alla forma, tralasciando la sostanza e rischiando di precipitare l’Unione in una crisi simile a quella della scorsa estate sulla Grecia. Non ci sarà un rilancio complessivo della costruzione europea, ma al di là delle dichiarazioni altisonanti sulla coesione e sul futuro dell’Ue arriverà una timida scommessa su difesa, sicurezza e migranti. Renzi e Hollande presseranno Merkel sull’economia, su un forte rilancio degli investimenti per spingere la crescita, ma il risultato è incerto. Sui migranti saranno Merkel e Renzi a spingere su Hollande. Tra l’altro Roma e Parigi per dare un futuro alla Ue vorrebbero aprire alla possibilità che un gruppo di paesi vada avanti nell’integrazione su temi specifici, l’Europa a due velocità, mentre Merkel non sembra volerne sapere, intenzionata a ripartire dall’Europa a 27 per non lasciare fuori i partner dell’Est. E per non andare verso un’Europa economica in cui i rischi vengono condivisi, sacrilegio per la Cdu in vista delle elezioni dell’autunno 2017. Infine una mossa contro il suo ministro degli Esteri, il socialdemocratico Steinmeier, favorevole alle due velocità.

Ci sono poi tempi e modi dell’uscita di Londra: per scoraggiare altri paesi al divorzio, le istituzioni Ue e diversi governi, tra cui quello francese e italiano, pressano Cameron perché attivi subito le pratiche per l’addio (che vogliono duro). Merkel è più cauta, non vuole punire il terzo partner commerciale della Germania, convinta poi che la Ue non possa rinunciare a forti rapporti politici, economici e militari con Londra, partner cruciale della Nato.

Il presidente della Commissione, Juncker, per questo non è stato invitato a Berlino, mentre ci sarà il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Merkel vuole infatti che sia il polacco, e non la Commissione come vorrebbe la logica, a negoziare il Brexit, così da rendere le trattative lente e morbide. Non a caso ieri il Consiglio ha nominato il suo capo negoziatore, il belga Didier Seeuws, mentre si parla di uno Juncker indebolito. Ieri nella riunione degli ambasciatori per preparare il summit di martedì solo l’Italia si è schierata con la Commissione. Tanto che in molti temono che oggi Hollande non tenga duro con la Cancelliera. E in serata dall’Eliseo dopo una telefonata Merkel-Hollande filtrava un «accordo completo» su come gestire la situazione.

Parlando al Tg1, Renzi ha escluso rischi per l’Italia: «Comunque, governo e istituzioni Ue sono pronti a intervenire». Sui tempi del Brexit, ha affermato che «la partita è finita, si volta pagina, non possiamo stare un altro anno a discutere dell’uscita». Quanto al rilancio dell’Ue, per Renzi «è ora di voltare pagina, gli italiani lo chiedono, spero francesi e tedeschi ci seguano».

Intanto la Commissione è pronta con la sua risposta al Brexit, scritta da Federica Mogherini. L’Alto rappresentante nell’ultimo anno ha scritto un documento a tutto campo per il rilancio della politica estera e di sicurezza dell’Ue nel mondo che verrà presentata al summit di domani e che potrebbe mettere d’accordo tutti. Trentadue pagine nelle quali si dice che oggi «la stessa esistenza dell’Unione è messa in discussione». Per donare un ruolo da protagonista planetario alla Ue, propone di coordinare la costruzione dei propri eserciti, con il 20% delle spese per la difesa in ricerca e tecnologia in modo da raggiungere la massima interoperabilità delle forze armate nazionali. Investire in droni, satelliti e spazio, rendere gli eserciti europei capaci di intervenire nei teatri di crisi esterni o a protezione dei confini Ue con battaglioni comuni. Per rendere più omogenea la politica estera, Mogherini propone che un gruppo di paesi disponibili parli con una sola voce su questioni specifiche. Viene auspicata una riforma dell’Onu, e sul fronte della sicurezza si prevede più scambio di informazioni e cooperazione tra le intelligence per prevenire minacce terroristiche.



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