Loi Travail: corteo sotto controllo della polizia

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PARIGI Il Senato, dove la destra ha la maggioranza, ha approvato ieri un testo della Loi Travail che cancella tutti i risultati del negoziato con la Cfdt contenuti nella versione passata all’Assemblée grazie al ricorso al 49.3 (cioè senza voto): le 35 ore sono abolite, la presenza sindacale è limitata nella piccola e media impresa, torna il tetto agli indennizzi in caso di licenziamenti abusivi ecc. Il voto è stato accolto in piazza con una nuova giornata di manifestazioni. A Parigi, tra le 50mila e le 15mila persone (a seconda delle versioni, organizzatori e polizia). Ad accogliere i manifestanti, un dispositivo di polizia mai visto: 2500 agenti Robocop, barriere alte metri per bloccare le strade laterali lungo il corteo, auto, moto, camionette e veicoli anti-sommossa di ogni tipo, un via vai continuo a sirene spiegate in tutto il quartiere. A un centinaio di persone, schedate come violente, era stato vietato l’accesso al corteo, sono stati messi in opera dei filtraggi successivi (le persone sono state controllate anche più volte, con “palpazioni” e controllo delle borse). C’è stata una trentina di fermi e qualche incidente minore, lacrimogeni ecc. Scontri anche di fronte alla Bourse du Travail, in seguito a una manifestazione improvvisata. Per Philippe Martinez, segretario Cgt, è “assolutamente scandaloso” un intervento cosi’ massiccio della polizia. L’autorizzazione del corteo questa volta era stata concessa dalla Prefettura sul percorso classico anche se un po’ accorciato Bastille-Place d’Italie (2,6 km), a differenza della “giostra” della penultima manifestazione, la scorsa settimana, attorno al Bassin de l’Arsenal.

Adesso la Loi Travail torna all’Assemblée e verrà di nuovo riscritta, tornando al testo emendato dalla Cfdt. I sindacati contestatori annunciato già una nuova giornata di manifestazioni per il 5 luglio, giorno di inizio della nuova discussione in aula. Oggi e domani, pero’, Manuel Valls riceve sindacati e padronato per cercare una via d’uscita. Le posizioni restano distanti. La Cfdt difende i passi avanti del testo (garanzia giovani, conto personale di attività, diritti alla formazione ecc.), la Cgt e Fo non chiedono più il ritiro totale ma vogliono ricominciare da capo almeno su 6-7 articoli (a cominciare dal numero 2, quello dell’”inversione della gerarchia delle norme”), mentre il padronato considera che la versione dell’Assemblée della Loi Travail non vale più nulla. “Il Senato ha approvato proposte più vicine a quelle del padronato – ha spiegato ieri la ministra del Lavoro, Myriam El Khomri – si puo’ vedere del resto che cio’ che è stato adottato riprende proposte che possono essere lette nei programmi delle primarie” dei candidati della destra in vista della presidenziale di primavera. Come dire, non vi piace la Loi Travail versione Ps, apprezzerete la riforma del lavoro che vi aspetta quando la destra tornerà al potere, tra meno di un anno. Oggi, Cgt e Fo porteranno al primo ministro le circa 750mila firme raccolte sui luoghi di lavoro, che a più dell’80% chiedono il ritiro della riforma.



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