Shock in Gran Bretagna: aggredita e uccisa deputata laburista

Shock in Gran Bretagna: aggredita e uccisa deputata laburista

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Sulla Gran Bretagna che dibatte intorno all’ipotesi di rimanere o lasciare l’Unione europea, è piombato l’orrore di una morte – per omicidio – che ha portato a bloccare le campagne politiche referendarie: per onorare la vittima e per chiedersi, eventualmente, se il clima di tensione causato da questo duro e trasversale confronto non abbia qualche responsabilità su quanto accaduto ieri a Birstall, nei pressi di Leeds, West Yorkshire.

Helen Joanne Cox, deputata laburista di 41 anni, impegnata sul tema dei migranti, della Siria e considerata una delle politiche «favorevoli» al «Remain», è stata uccisa dopo essere stata aggredita nel West Yorkshire, dove si era recata per un consueto appuntamento politico nel suo collegio elettorale, nei pressi della libreria della cittadina. Cox era nota per la sua posizione sull’immigrazione; uno dei suoi ultimi messaggi su Twitter sottolineava la rilevanza del tema «preoccupante», ma «non sufficiente da provocare l’uscita del paese dall’Europa». Mentre scriviamo non c’è ancora chiarezza né sulla dinamica dell’aggressione, né sul movente; le autorità che indagano sono apparse caute, perché nel paese serpeggia tensione e qualsiasi «bufala» potrebbe dare luogo a nefaste conseguenze. Quello che sappiamo per certo è quanto hanno raccontato i poliziotti in conferenza stampa: Joe Cox sarebbe stata prima accoltellata e poi raggiunta da tre colpi di pistola sparati quando era già a terra (ipotesi confermata da alcuni testimoni).

L’aggressore sarebbe Tommy Mair, un uomo di 52 anni, fermato dalla polizia. Secondo alcune indiscrezioni, uscite subito dopo l’incidente, e pubblicate da alcuni media britannici (e con qualche ritrosia riportate anche su prestigiose testate come il Guardian) l’uomo avrebbe assalito la deputata al grido di «Britain first», che oltre ad essere uno slogan degli ultra-nazionalisti, è anche il nome di una formazione politica inglese di estrema destra nata nel 2011.

La polizia, nella conferenza stampa durante la quale è stato dato l’annuncio della morte di Jo Cox, ha preferito non lasciarsi andare a considerazioni affrettate. Nessuna conferma – dunque – sullo slogan urlato e su potenziali moventi di natura «politica», benché sul web abbiano cominciato a girare fin da subito foto del presunto omicida ritratto in mimetica. Senza correre a conclusioni affrettate, però, come sottolineano network della sinistra britannica, il clima di tensione, specie sul tema dei migranti, ha portato al ritorno di un nazionalismo inglese che nel tempo ha già dato vita a fenomeni di attacchi individuali contro persone considerate «nemiche», come nel caso di Zack Davies, che sul finire dell’anno scorso ha ucciso un uomo solo perché «asiatico».

Azione «ispirata» – a quanto pare – dalla sua adesione al National Action, gruppo neonazista britannico. Le autorità del West Yorkshire hanno dichiarato che oltre alla deputata laburista ci sarebbe un’altra persona ferita, ma non in fin di vita.

Ovvie, come è lecito aspettarsi in questi casi, le reazioni partecipate del mondo della politica. La scomparsa della deputata laburista è stata definita «una tragedia» dal premier David Cameron, che su Twitter ha ricordato Cox come una deputata «impegnata e scrupolosa». Il premier, prima ancora che arrivasse la notizia del decesso, aveva già annunciato la rinuncia al viaggio a Gibilterra dove avrebbe dovuto tenere un comizio.

In seguito Cameron ha espresso le sue condoglianze al marito Brendan e ai due figli piccoli della parlamentare. Proprio il marito di Jo Cox ha chiesto a tutti «unità contro l’odio», mentre il leader laburista Jeremy Corbyn, con il quale Cox era entrata in polemica sia sul voto per l’intervento militare in Siria (la deputata era favorevole) sia dopo le elezioni amministrative di quest’anno, in una lunga dichiarazione ha reso omaggio alla donna: «L’intero Partito laburista, la famiglia del Labour e sicuramente l’intero Paese sono scioccati dall’orribile assassinio di Jo Cox», ha affermato Corbyn.

Tra i tanti, anche il leader dell’Ukip, l’euroscettico Nigel Farage, ha messo da parte le divisioni politiche, su tutte quella sul referendum per la Ue e si è detto «profondamente addolorato».



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