Roma, duello Renzi-Raggi “I rifiuti dati ai mafiosi” “Tu alle cene con Buzzi”

Roma, duello Renzi-Raggi “I rifiuti dati ai mafiosi” “Tu alle cene con Buzzi”

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ROMA. Matteo Renzi cambia registro con Virginia Raggi. Dopo il no definitivo della giunta di Roma alle Olimpiadi e la nomina dei nuovi assessori comunali il premier abbandona la diplomazia e attacca duramente la sindaca. Parte dalla foto di lei insieme a Salvatore Romeo sul tetto del Campidoglio: «L’immagine suscita simpatia, se avessi un tetto a Palazzo Chigi andrei a prenderci un po’ di sole, ma il problema non è cosa fa la Raggi quando sta sul tetto, ma cosa fa quando scende». Ma l’affondo arriva sull’assessora Paola Muraro: «Dare la gestione dei rifiuti a una donna collegata totalmente a Mafia Capitale, a quelli che c’erano prima. Nel M5S c’è una doppia morale, pensate cosa avrebbero detto se fosse stata del Pd». Una doppia morale che per il capo del governo «fa ridere i polli». E si riferisce anche «a quello scienziato» di Alessandro Di Battista che «ha lanciato una campagna contro Ilaria Capua accusandola di traffico illecito di virus, chiaramente una bufala. La Capua giustamente ha detto “in questo Parlamento non ci sto”, mentre Di Battista ci resta ». Renzi altri parlamentari grillini come Sibilia e Basilio: «Uno che pensa che l’uomo non è andato sulla luna e che sia un complotto americano, l’altra che ci siano le sirene nel Mediterraneo e stanno in Parlamento». Ancora, «i cinquestelle ci hanno detto che eravamo il partito dei corrotti, li abbiamo denunciati ma ora si appellano tutti all’immunità, evitano le condanne per questo». Il premier passa alle nomine della sindaca Raggi, stigmatizza quella di Colomban: «Hanno preso come assessore alle partecipate un indipendentista veneto, scelta meravigliosa». La risposta è affidata alla stessa Raggi, che circa tre ore dopo l’intervento di Renzi a Classedem scrive su Facebook: «Quel sistema lo hanno creato loro e noi lo stiamo combattendo», la tesi della sindaca che questa volta tralascia la tesi del complotto contro l’M5S da parte dell’establishment romano. Con post scriptum finale: «Attendiamo ancora di sapere cosa abbia fatto il Pd con i fondi delle cene elettorali con Buzzi». Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, aggiunge che «Renzi è in difficoltà, specie dopo le bacchettate di Napolitano sull’Italicum e la butta in caciara accusando noi per Mafia Capitale». In giornata tuttavia il senatore M5S Nicola Morra definisce così Napolitano per lo stesso intervento sulla legge elettorale che per Di Maio spiega la tensione del premier: «Napolitano che riprende Renzi mi ricorda Mussolini dopo il 25 luglio del 1943. Architrave di un sistema di potere prossimo alla sconfitta, ma ancora capace di far danni. Si sappia però che qui non vogliamo alcun Badoglio, non vogliamo compromessi».

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