Manovrina. I fondi per il Welfare sono scomparsi di nuovo

Manovrina. I fondi per il Welfare sono scomparsi di nuovo

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Nella «manovrina» mancano le risorse per ristabilire la dotazione del fondo a 311,56 milioni e del fondo per la non autosufficienza a 500 milioni di euro tagliati da un accordo con le Regioni e ripristinati dopo le proteste delle associazioni e dei sindacati. Accortosi del nuovo taglio ieri il ministro del lavoro e del Welfare Giuliano Poletti ha cercato di mettere una nuova toppa. Il governo si è rimesso a caccia dei fondi ri-tagliati e intende reperirli «nelle prossime settimane» «per riportare la dotazione del Fondo all’ammontare precedente alla riduzione».

Considerata la cifra, assai modesta rispetto agli importi della «manovrina» di primavera da 3,4 miliardi di euro , la vicenda è stata considerata «imbarazzante» da Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish). Falabella parla di «stizza» delle associazioni rispetto al decreto legge 50/2017 pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 aprile scorso e all’esame della Camera. «Aspettavamo che nel maxi-decreto ci fossero questi fondi necessari per garantire l’assistenza e il trasporto degli alunni con disabilità nel prossimo anno scolastico. Queste almeno erano le promesse che il Governo, e in particolare il Mef, avevano assunto con le Regioni ».

«Oltre ad augurarci che il Parlamento ripari a questa bizzarra dimenticanza, restituendo un senso alla lealtà dei confronti istituzionali, confidiamo che le Regioni, forti della lacuna del Governo, ritirino la loro disponibilità frutto di una specifica e documentata intesa. Ma la preoccupazione maggiore è l’inaccettabile ipotesi che manchino le risorse per garantire il diritto allo studio delle persone con disabilità: Su questo, con più forza, la Fish – conclude la nota – darà battaglia, se necessario anche nelle aule dei tribunali».

Già prima della pubblicazione del decreto in gazzetta qualcuno aveva intuito l’assenza delle risorse. Massimo Garavaglia, assessore lombardo all’economia e coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, aveva chiesto all’esecutivo di mantenere gli impegni. Da parte loro le Regioni si erano impegnate a recuperare 50 milioni sulla non autosufficienza. Su questa base aveva incontrato Poletti. Al termine dell’incontro le parti avevano anche redatto un comunicato congiunto che parlava del ripristino dei fondi.

In una nota Cgil, Cisl e Uil hanno ricostruito le tappe di questa significativa vicenda. Il Governo avrebbe dovuto stanziare 210 milioni di euro per eliminare i tagli al Fondo nazionale per le politiche sociali. L’impegno era stato assunto in maniera ufficiale dallo stesso Presidente del Consiglio Gentiloni. Anche il ministro Poletti e l’assessore Facciolla, responsabile per le regioni delle politiche sociali, avevano ribadito i termini dell’accordo in un incontro con i sindacati confederali, dei pensionati e le associazioni del tavolo nazionale sulla non autosufficienza. E invece si riparte di nuovo da zero. Per ammissione dello stesso Poletti i fondi sono scomparsi. «Chiediamo – affermano i sindacati – un chiarimento e la certezza che i Fondi vengano ristabiliti alle cifre concordate, con la garanzia che la già esigua spesa sociale non subisca ulteriori tagli derivanti dal rispetto dei vincoli di bilancio».

L’accanimento bipartisan sul Welfare dal 2004 a oggi è evidente. Tredici anni fa il finanziamento ammontava a 1.884 miliardi di euro. Nel 2012 era stato tagliato al punto da arrivare a 43,7 milioni per poi risalire nel 2013 a 344 milioni. Nel 2015 lo si è reso «strutturale» con una dotazione annua di 300 milioni. Oggi, nel pieno di una crisi più dura di sempre, è stato di nuovo tagliato. È pari al 5% rispetto al fondo disponibile nel 2004.

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