Amiens non tifa per il suo Macron: “Siamo delusi”

Amiens non tifa per il suo Macron: “Siamo delusi”

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AMIENS. «Il nostro quarto d’ora di celebrità è finito». Gli operai della Whirlpool continuano il presidio davanti alla fabbrica anche se giornalisti e telecamere sono andati via. «E sappiamo che non torneranno» è la battuta amara di François Gorlia, sindacalista della Cgt. La doppia comparsata di Emmanuel Macron e Marine Le Pen qualche giorno fa ha lasciato un brutto ricordo. «Ci hanno usato come un Kleenex», commenta Gorlia. Dopo tre mesi di negoziati contro la delocalizzazione verso la Polonia, i lavoratori hanno perso qualsiasi speranza. La leader del Fn, dopo aver fatto distribuire cornetti caldi e fischietti per accogliere l’avversario, ha scattato un po’ di selfie, promesso che «la fabbrica non chiuderà», e se n’è andata via senza fornire maggiori dettagli. Il candidato di En Marche si è preso fischi e insulti, è rimasto un’ora in più della rivale, senza cedere alla demagogia. «Non si può impedire a un’impresa di chiudere» ha detto Macron, cercando di illlustrare le varie opzioni, dagli incentivi per far subentrare un’altra società, alle formazioni per riconvertire i 286 operai.

«Il fantasma». Così molti ad Amiens chiamano Macron, accusato di essersi dimenticato della sua città natale. «Forse non eravamo abbastanza glamour per lui», ironizza Brigitte Fouré, sindaca centrista che al primo turno ha votato per i Républicains. Con una lunga tradizione operaia, il capoluogo della Piccardia è un cimitero di fabbriche decimate da crisi economica e delocalizzazioni. Prima di Whirlpool, c’era stato lo stabilimento Goodyear trasferito verso l’Europa dell’Est nel 2015 e la cassa integrazione per oltre 1200 operai. Un gruppo di lavoratori aveva allora sequestrato due dirigenti della fabbrica. Macron era al ministero dell’Economia. «Non si può dire che ci abbia aiutato », sottolinea la sindaca che domenica darà il voto al leader di En Marche, senza convinzione. Se Macron ha ottenuto il 28% ad Amiens, nella regione il Front National macina record, con vette sopra al 30%. «Ci voleva coraggio per venire finalmente, peccato sia troppo tardi», commenta il regista François Ruffin, un Michael Moore francese, autore del documentario “Merci Patron” sulle derive del capitalismo. Ruffin, nato ad Amiens e quasi coetaneo di Macron, era pure lui sul parcheggio di Whirlpool. «Come fai a parlare di sogno europeo a operai che perdono il lavoro a causa di colleghi polacchi o bulgari pagati 450 euro al mese?». Il regista è candidato nelle liste della France Insoumise per le elezioni politiche di giugno. Il movimento di Jean-Luc Mélenchon ha ottenuto il 18,4% ad Amiens. «Le Pen non offre soluzioni concrete ma fa la voce grossa: già questo è un piccolo sollievo molti lavoratori » commenta Ruffin che, a differenza di Mélenchon, non alimenta ambiguità. Voterà Macron Anche se, dice, è una scelta “tra la peste e il colera”.
In città si fa fatica a trovare un tifo sfegatato per il favorito nella corsa all’Eliseo. Eppure è ad Amiens che, un anno fa, è tornato per lanciare En Marche! Nel quartiere residenziale di Henriville vive ancora il padre, Jean-Christophe Macron, neurologo e primario dell’ospedale di Amiens. L’istituto dei gesuiti sul boulevard Saint-Quentin è preso d’assalto da giornalisti stranieri che vogliono raccontare la storia d’amore sbocciata negli anni Novanta tra Macron e la sua professoressa. «Abbiamo ricevuto richieste dal mondo intero» racconta il preside Jean-Michel Héninquez. Tutte le domande sono state rifiutate.
«Cioccolatai da 5 generazioni» è scritto sull’insegna della confetteria Jean Trogneux, a poche centinaia di metri dalla cattedrale. La moglie di Macron appartiene a una delle più importanti famiglie industriali della città, specializzate nella produzione dei “macarons di Amiens”, specialità a base di pasta di mandorle. «No comment» dice il titolare Jean-Alexandre Trogneux, nipote di Brigitte Macron. «Per loro è un bell’affare » osserva l’edicolante a poca distanza. Le vendite della confetteria sono aumentate . «Dai macarons Trogneux stiamo per eleggere i Macron-Trogneux», scherza l’edicolante. In bella vista l’ennesima copertina di Paris Match dedicata alla probabile, futura coppia presidenziale.

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