Francia. Macron nuovo presidente con il 66% dei votanti, ma è record astensione

Francia. Macron nuovo presidente con il 66% dei votanti, ma è record astensione

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Forte astensione (25,3%) e 4,2 milioni di schede bianche. Congratulazioni dall’Europa. Non ci sarà stato di grazia

PARIGI. Emmanuel Macron è eletto presidente con il 66,08% dei voti, 20 milioni lo hanno votato. Marine Le Pen è sconfitta (33,94%), il 25,38% ha scelto l’astensione, la più alta della storia della V Repubblica e ci sono state 8 milioni di schede bianche.

Marine Le Pen ha avuto 11 milioni di voti e ha subito rivendicato di essere “la prima forza di opposizione”. La candidata del Front National lancia la sua sfida: “Patrioti contro mondialisti”.

Ha vinto la Francia che guarda l’Europa con ottimismo, il presidente ha 39 anni, e solo 3 anni fa era quasi uno sconosciuto. Ha di fronte un’immensa sfida, in un paese che è attraversato da una lacerazione profonda. Macron ha subito parlato di “nuova pagina che si apre”, quella della “speranza”, della “fiducia ritrovata”.

Macron ha vinto bene, andando oltre le previsioni, anche se la forte astensione (sommata alle schede bianche) getta un’ombra sul suo immediato futuro. La distanza  con l’estrema destra è notevole: gli elettori di France Insoumise hanno scelto piuttosto l’astensione che il voto all’estrema destra e anche questa è un’ottima notizia per il futuro.

Il Fronte nazionale, che al primo turno aveva avuto 7,6 milioni di voti, sale a 11 milioni, un record mai toccato. Questa quantità di consensi rischia di pesare molto alle imminenti legislative di giugno.

La forte astensione e i più di 4 milioni di voti bianchi (o nulli) lasciano aperte le legislative: riuscirà Macron, che non ha nessun parlamentare, a trasformare questa vittoria personale in una vittoria di En Marche! il 18 giugno?

Ieri sera, in realtà, non c’era da nessuna parte una grande festa a Parigi. All’Hotel du Lac, al Bois de Vincennes, scelto dal Fronte nazionale, il cima era triste e nervoso, molti giornalisti sono stati respinti (il loro lavoro non è piaciuto, come per la trasmissione Quotidien o il sito Mediapart), altri se ne sono andati per solidarietà.

Per Macron, di fronte alla Pyiramide del Louvre bandiere francesi e europee si sono incrociate, ma anche qui nessun festeggiamento eccessivo, niente a che vedere, evidentemente, con il 1981 (Mitterrand) ma neppure con il 2012 (Hollande). Macron è arrivato, poco dopo le 22, con l’Inno alla Gioia e ha subito parlato di “compito immenso” che la sua presidenza ha davanti, verso l’Europa, verso chi l’ha votato per difendere la Repubblica, anche se non condivide le sue idee, verso chi ha scelto l’estrema destra, che, spera, tra 5 anni, non avrà più motivo di disperazione.

A Vincennes c’è stata una manifestazione di studenti, un seguito al “né né” (né Macron né Le Pen): ci sarà un “terzo turno”, dicono, alle legislative di giugno (e anche nelle piazze, se Macron passa con i decreti un’ulteriore Loi Travial).

Ma c’è grande sollievo, soprattutto tra i giovani. La vittoria di Macron – e soprattutto la sconfitta di Le Pen – apre il futuro, o almeno non lo chiude.

Poco dopo le 21, Macron ha rivolto il primo messaggio, con gravità, senza nessuna esultanza: “Grande onore, grande responsabilità”, ha prima assicurato la sua “gratitudine” per chi lo ha votato, poi si è rivolto agli altri, “la mia responsabilità è di ascoltarli”. Macron ha parlato di “doveri”, di una “nuova linfa” che deve essere infusa nell’eredità del passato.

Ha preso l’impegno di “ritessere il legame tra Europa e le popolazioni che la formano”. Macron dice “al mondo” che c’è “la Francia fraterna”, che lotta per la pace, la cooperazione internazionale, il riscaldamento climatico, il terrorismo.

Il presidente uscente, François Hollande, si è congratulato subito con Macron per “l’ampia vittoria”, che è “una conferma che la maggioranza dei nostri concittadini ha voluto unirsi attorno ai valori della République e sottolineare il legame con l’Unione europea e l’apertura della Francia nel mondo”.

Il gruppo S&D dell’Europarlamento ha reso omaggio alla “netta vittoria” di Macron e sottolineato che adesso “la sinisra deve ricostituirsi”.

Reazioni immediate dalla Germania: “La Francia resta cuore e centro dell’Europa”, ha detto Sigmar Gabriel. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, si è subito congratulato: “Felice che i francesi abbiano scelto l’avvenire europeo”. Il Medef (Confindustria francese) avverte Macron: ha “un compito immenso’ da affrontare.

Jean-Luc Mélenchon è già in campo per le legislative: “Finisce la peggiore presidenza della V Repubblica, che ha distrutto ogni fiducia”, ha detto, sottolineando che “la grande astensione, le schede bianche e quelli per Macron hanno sconfitto l’estrema destra”. Per Mélenchon, Marine Le Pen è “arrivata terza, dopo Macron e l’astensione” e ha attaccato “il nuovo monarca presidenziale”, che ha come programma “la lotta ai precari” e anche all’ambiente.

Complimenti al nuovo presidente francese anche da Trump e Renzi.

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IL QUADRO ALLA VIGILIA DEL BALLOTTAGGIO

(Infografica di Stampaprint, www.stampaprint.net/it/)

 


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