L’appello alla mobilitazione: «Senza acqua Roma muore, riprendiamoci la vita»

L’appello alla mobilitazione: «Senza acqua Roma muore, riprendiamoci la vita»

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Dov’era Virginia Raggi, sindaca della Città Metropolitana, sindaca di Roma ed azionista di maggioranza di Acea, quando in azienda si aumentava la remunerazione dei soci del 25% rispetto al 2015 sottraendo risorse agli investimenti per riqualificare quella rete-colabrodo?

Roma sta vivendo giorni drammatici: i roghi circondano la città; i trasporti pubblici sono al collasso; le aree verdi ormai abbandonate a se stesse; la raccolta dei rifiuti è al chiodo; non c’è più una strada percorribile in sicurezza. In questa Roma qui, il M5S e la sindaca Raggi continuano nella loro “grande menzogna” finalizzata a descrivere una realtà di plastica, in una cinica e surreale commedia recitata sulla pelle della cittadinanza tutta.

La siccità è l’ennesima piaga che si è fatta realtà e, con il razionamento dell’acqua dietro l’angolo, la misura è davvero colma. Roma Capitale, tramite la sua controllata Acea, ha teppisticamente contribuito a prosciugare il Lago di Bracciano causando un danno ambientale di ingenti proporzioni. La sindaca Raggi – sindaca anche della Città metropolitana, ossia la vecchia Provincia – ha ignorato per mesi la questione. Si è arrivati, infine, all’ineluttabile intervento della Regione Lazio per salvaguardare il lago e il suo ecosistema nell’assenza di risposte alternative da parte di Acea.

Dov’era Virginia Raggi, sindaca della Città Metropolitana, sindaca di Roma ed azionista di maggioranza di Acea, quando in azienda si aumentava la remunerazione dei soci del 25% rispetto al 2015 sottraendo risorse agli investimenti per riqualificare quella rete-colabrodo che disperde nel tragitto il 42%-45% dell’intero patrimonio idrico?

Acea, che tramite Ato2 (Ambito Territoriale Ottimale Lazio centrale – Roma) gestisce la risorsa acqua per circa 4 milioni di abitanti e 112 comuni, fornisce un servizio indecente, aumentando i costi in bolletta per gli utenti e senza investire in misura sufficiente nel rinnovamento della rete idrica.

Per invertire la rotta privatistica di Acea la strada è già segnata da tempo, e servono due gambe per percorrerla: una è quella del Campidoglio, con l’avvio della ripubblicizzazione di AceaAto2 e lo stop all’espansione di AceaSpA in altre aree. L’altra è la piena attuazione della legge regionale 5 votata all’unanimità dal consiglio del Lazio nel 2014, a partire dalla riforma e dalla nuova definizione degli Ato sulla base di una pluralità di ambiti idrografici e aprendo alla partecipazione reale delle comunità locali nella gestione dell’acqua.

Non si può restare in silenzio di fronte a tanta irresponsabilità sociale. Ridurre l’acqua e limitarne la disponibilità pubblica comporta il rischio di mandare in crisi servizi essenziali che già oggi non godono certo di buona salute.
Si fa appello ai cittadini tutti, alle realtà sociali, sindacali e dell’ambientalismo, alle forze politiche democratiche, ai Comuni del Lago di Bracciano e della Città metropolitana, affinché si manifesti subito dissenso e rabbia sotto la sede centrale dell’azienda a Piazzale Ostiense: per scongiurare il razionamento dell’acqua con un urgente intervento del governo nazionale, a fronte dell’incapacità di sindaca e giunta capitolina; per pretendere dalla sindaca di Roma Capitale e da Acea un piano industriale degno di questo nome ed un’azione puntuale e rapida di risanamento delle tubature-colabrodo; per obbligare i vertici di Acea e Campidoglio a lavorare e a farla finita con bugie e scaricabarile; per finirla con i prelievi scellerati ed inutili dal lago di Bracciano; per la piena attuazione della legge regionale 5/2014; per gridare che a Roma stiamo perdendo la pazienza e non siamo più disposti a tollerare tanta violenta incapacità nascosta da vuota propaganda.

L’appuntamento è per lunedì 31 luglio, alle ore 17.30 a Piazzale Ostiense 2, di fronte alla sede di Acea.

FONTE: IL MANIFESTO



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