ONG e codice Minniti. L’incontro segreto tra Gentiloni e papa Francesco a casa di Becciu

ONG e codice Minniti. L’incontro segreto tra Gentiloni e papa Francesco a casa di Becciu

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ROMA Due antefatti con protagonista il Papa spiegano il nuovo atteggiamento della Cei sui migranti, che la vede favorevole alla stretta del governo su Ong e scafisti: un invito di Francesco ai governanti perché gestiscano con «prudenza» l’apertura agli immigrati, fatto il 1° novembre scorso; un incontro fino a oggi restato riservato del Papa con il premier Paolo Gentiloni, un mese fa in casa dell’arcivescovo Angelo Becciu, numero due della Segreteria di Stato. È toccato poi a Becciu, cui compete il rapporto con i governanti italiani, ascoltare e consigliare sia gli esponenti del nostro mondo politico sia il vertice dell’episcopato perché la «solidarietà» papale e vaticana con l’Italia trovasse sbocchi concreti.

Il pronunciamento fatto giovedì dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che richiamava con lo stesso «vigore» sia la necessità dell’accoglienza sia quella di «un’etica della responsabilità e del rispetto della legge», costituisce la prima applicazione all’Italia della linea della «prudenza» indicata da Francesco il novembre scorso, durante il volo di rientro dalla Svezia.

«Credo che in teoria non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma ci vuole anche la prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare»: così aveva parlato il Papa in quell’occasione. Alla vigilia della visita a Milano del marzo scorso, in un’intervista al mensile Scarp de’ Tenis Francesco aveva completato quel ragionamento, riconoscendo che l’impegno all’accoglienza va inteso come dovere di «accogliere tutti coloro che si possono accogliere», perché «non c’è posto per tutti».

Del dovere e dei limiti dell’accoglienza il Papa aveva poi parlato il 10 giugno scorso con il presidente Mattarella e poco dopo con il nostro premier Paolo Gentiloni nell’incontro riservato a casa dell’arcivescovo Becciu. Durante la visita al Colle, Bergoglio aveva detto: «Grazie signor presidente, per quello che state facendo, per la generosità dell’Italia nei confronti dei profughi e degli immigrati». E Mattarella aveva risposto: «È un nostro dovere Santità. Speriamo che anche la comunità internazionale e l’Unione Europea se ne facciano sempre più carico». Poi, nel discorso pronunciato nei giardini del Quirinale, il Papa aveva aggiunto: «Per quanto riguarda il vasto e complesso fenomeno migratorio è chiaro che poche Nazioni non possono farsene carico interamente, assicurando un’ordinata integrazione dei nuovi arrivati nel proprio tessuto sociale…».

Sono dunque molte le tappe, e le premesse, che conducono alle dichiarazioni del capo dei vescovi italiani favorevoli alle regole volute dal governo per le Ong e alla stretta sugli scafisti. La sera precedente (mercoledì) il ministro dell’Interno Marco Minniti — forte anche di una blindatura sulla linea dura contro i mercanti di esseri umani avallata dal Quirinale e da Palazzo Chigi con le due note di lunedì — ha poi completato il giro di consultazioni nei palazzi vaticani recandosi nella sede della Cei per incontrare il cardinale Bassetti. E proprio dopo le spiegazioni del responsabile del Viminale, che ha illustrato il complesso modulo di intervento sul fronte immigrazione, il presidente della Cei ha fatto le sue considerazioni sugli scafisti e su chi organizza gli aiuti umanitari: «Per difendere i deboli nessuno può spalleggiare tali criminali».

FONTE: Luigi Accattoli e Dino Martirano, CORRIERE DELLA SERA



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