Paramilitari all’assalto in Venezuela, 2 morti, 10 arresti

Paramilitari all’assalto in Venezuela, 2 morti, 10 arresti

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La tensione in Venezuela si allarga dalle strade alle caserme. Sembrava un’insurrezione di militari quella annunciata ieri a Valencia, in una regione strategica per le forze armate non lontana da Caracas, invece era soltanto un velleitario tentativo di sollevazione guidato da fuori. Protagonista Juan Carlos Caguaripano, un ex membro della Guardia Nacional contrario al governo Maduro e latitante da tre anni, insieme a un piccolo drappello di ex militari.

Hanno invaso di prima mattina la caserma, il forte Paramacay, tentando di prenderne il controllo e di convincere gli altri militari a prendere le loro parti. È finita poche ore dopo con la repressione dell’esercito, due morti, una decina di arrestati. Il leader della rivolta è riuscito a fuggire con altri uomini, portandosi via armi e munizioni, e tentando invano di appropriarsi anche di veicoli dell’esercito. Il regime di Caracas ha annunciato trionfalmente poco dopo la repressione della rivolta, che ha visto come protagonisti, dice, «paramilitari controllati dalla destra, in un atto terrorista organizzato a Miami». E ha diffuso la foto di sette uomini catturati, visibilmente colpiti al volto e sanguinanti. La Guardia Nacional ha approfittato anche per reprimere con lacrimogeni e pallottole di gomma la manifestazione di cittadini che si era formata a Valencia in appoggio ai rivoltosi, in una strada a 500 metri dalla caserma. E in città ha ucciso Ramon Rivas, pacifico dirigente di un partito di opposizione.

Prima dell’azione Caguaripano ha registrato un video nel quale si riprende in compagnia di una dozzina di adepti, denunciando la dittatura di Maduro. «Questo non è un colpo di Stato, è un’azione civico-militare atta a ripristinare l’ordine costituzionale e a salvare il Venezuela dalla totale distruzione». Un’azione non dissimile da quella di Oscar Perez, il soldato-attore dell’elicottero a Caracas di qualche settimana fa. Anche lui sparito nel nulla, dopo aver diffuso un video su Internet. Entrambi i rivoltosi vengono dallo stesso corpo, le brigate antisequestri della Guardia Nacional. Per molte ore le forze armate sono state messe in allerta, le strade si sono riempite di posti di blocco mentre si rivelavano infondate le notizie di ribellioni in altre caserme. Caguaripano è latitante dal 2014, anche in quel caso fu accusato di preparare una rivolta e la sua abitazione era stata perquisita.

Intanto a Caracas si è rivista in pubblico Luisa Ortega Díaz, la procuratrice generale rimossa sabato per ordine del regime e della nuova Assemblea costituente. La Ortega ha dichiarato di non riconoscere la validità giuridica del suo allontanamento, in un incontro che si è tenuto in una università. «La Costituente non ha alcuna validità, è stata convocata illegalmente e il processo viziato da misure anticostituzionali. La partecipazione al voto è stata minima e le poche persone che sono andate ai seggi lo hanno dovuto fare perché obbligate». Nelle strade della capitale le solite barricate di oltre tre mesi di rivolta e il fumo acre dei lacrimogeni .

FONTE: Rocco Cotroneo, CORRIERE DELLA SERA



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