Lavoratori atipici: i dati dell`INPS valutati da Nidil-CGIL

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da Redattore sociale

Erano 2 milioni e 69mila i lavoratori atipici contribuenti attivi all`Inps nel 2004, il 14,8% in più del 2003. Nello stesso periodo l`occupazione è salita dello 0,7%. Guadagnano 10.880 euro lordi annui; il 60% delle donne rinuncia alla maternità

ROMA – È cresciuto del 14,8% in un anno, dal 2003 al 2004, il numero dei collaboratori parasubordinati, giunti a quota 2.069.929. Nello stesso periodo l`occupazione è salita dello 0,7%. Basta questo dato per avere un`istantanea dell`evoluzione del mercato del lavoro italiano: 266.840 precari in più. Gli atipici rappresentano oggi il 9,14% degli occupati, con picchi in Emilia Romagna (14%), Lombardia, Toscana (12%), Umbria e Trentino (11%). I dati sono forniti dal Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell`Inps, e analizzati da Cgil-NIdiL (Nuove identità di lavoro): iscritti al registro separato dell`Inps per i parasubordinati 3.611.324 lavoratori. Di questi 2.069.929 contribuenti attivi, il 57% del totale. Le cifre sono superiori a quelle erroneamente diffuse in questi giorni dalla stampa, che non tenevano conto delle pratiche che l`Istituto non ha ancora verificato (il 60% del totale nel 2004).

Significativa la composizione dei collaboratori attivi. Se infatti togliamo al totale di 1.803.089 (nel 2003) i consulenti di alto profilo (420.073 tra amministratori di condominio, di società e amministratori locali) e i pensionati collaboratori (186.300) rimangono 1.196.716 “collaboratori puri“, ovvero il 66,4% dei parasubordinati attivi. Sono soprattutto docenti di formazione (69.153), venditori porta a porta (41.674), sondaggisti (29.059), dottorandi (12.286) e operatori dei trasporti (11.004), non mancano collaboratori di giornali e riviste (16.982). Ma il contenitore più numeroso è quello delle “attività non classificate“, 524.571 collaboratori, il 75% in più dal 1999 al 2003. Nello stesso periodo sono più che raddoppiati i contratti atipici degli operatori dei trasporti (+285%), dei dottorandi di ricerca (+228%) e degli animatori di intrattenimento (+218%). In calo amministratori, sindaci, contabili (-3,9%), amministratori di condominio (-9,6%) e venditori porta a porta (-52,1%). I committenti sono soprattutto piccole imprese: il 48% utilizza un solo collaboratore e meno del 10% ne utilizza più di 6.

Nel 2004 i collaboratori guadagnano mediamente 10.880 euro lordi annui, erano 16.080 euro nel 2001. Il dato è poco significativo vista l`estrema eterogeneità dei compensi e la brevità dei rapporti lavorativi, spesso inferiori all`anno, ma indica una chiara tendenza, nello stesso periodo infatti l`aliquota contributiva prevalente è passata dal 13% al 17,80%. Ne emerge una diretta correlazione tra diminuzione del reddito e aumento dell`aliquota contributiva. Non essendo il compenso dei lavoratori parasubordinati vincolato a minimi stabiliti per legge o per contratto, ogni aumento dell`aliquota contributiva è scaricato dalle imprese sui compensi dei collaboratori.

Infine i dati relativi all`età media mostrano un lieve aumento: dal 2003 al 2004 si passa da 39,7 a 40,6 anni. Un segnale da non sottovalutare, che “mostra come il fenomeno della parasubordinazione negli anni si caratterizzi sempre meno perché legato alle prime esperienze lavorative dei giovani e tenda invece a diventare una condizione di lavoro che riguarda una popolazione adulta imbrigliata nella precarietà“, questa la lettura di Antonio Ruda, ricercatore Cgil. I dati gli danno ragione: il 68% dei collaboratori ha un`età compresa fra i 30 e i 59 anni. Sotto i 30 solo il 21% , il restante 11% ha più di 60 anni. Il 48,2% degli iscritti al fondo parasubordinati è donna, erano il 41% nel 1996. L`incidenza femminile sul mercato del lavoro ordinario è del 36%. Il dato è preoccupante perché accompagnato dal fenomeno della rinuncia alla maternità, come conseguenza dell`impossibilità di progettare un figlio senza protezioni sociali e rischiando di non reinserirsi poi nel mondo del lavoro: il 60% delle lavoratrici parasubordinate sotto i 40 anni non ha figli.
Per Cgil-NIdiL occorre una politica di “contrasto agli abusi e regolazione del ricorso a queste forme contrattuali“, nonché la necessità di “includere i parasubordinati nelle reti di protezioni sociali“.

Pensioni atipiche. Secondo uno studio di Nidil-Cgil, a 65 anni, con 40 anni di contributi “parasubordinati“ la pensione sarà di 410 euro. Ruda (Cgil): “Necessaria integrazione dei contributi da lavoro atipico e dipendente“

ROMA – Lavorare 40 anni come collaboratore parasubordinato per poi arrivare a 65 anni con una pensione di 410 euro al mese. È soltanto un`ipotesi, visto che i contratti atipici sono entrati in essere nel 1996. Ed ha un valore indicativo, dato che presuppone un reddito iniziale pari a 10.880 euro lordi, con un tasso di crescita reale del 2% annuo, un rapporto di collaborazione di dodici mensilità all`anno, un`aliquota di computo al 20% e nessun`altra copertura previdenziale. Tuttavia la simulazione elaborata da NIdiL-Cgil è significativa perché pone il problema della previdenza sociale di 3.611.324 iscritti (nel 2004) al registro separato Inps per i collaboratori parasubordinati. Fermi restando i presupposti di sopra, il collaboratore che andrà in pensione a 65 anni con 25 anni di contributi maturerà una pensione di 256,77 euro. La collaboratrice che invece andrà in pensione a 60 anni con 25 anni di contributi riscuoterà 216,05 euro, che diventeranno 345,68 con 40 anni di contributi.

È evidente come non basti il semplice innalzamento dell`aliquota per garantire pensioni adeguate, visto il rapporto tra innalzamento dell`aliquota e diminuzione del compenso del collaboratore. Ed è infatti quello dei compensi il vero problema, a detta dei ricercatori NIdiL-Cgil. Per Antonio Ruda (Cgil): “Se i compensi non saranno in linea con le retribuzioni dei lavoratori dipendenti qualsiasi aumento dell`aliquota sarà vanificato“. Infatti il minimale preso a riferimento per l`accreditamento dei contributi è il reddito minimo dei commercianti, per il 2005 pari a 13.133 euro. In pratica, i contributi versati su un reddito da collaborazione non inferiore alla suddetta cifra, danno diritto alla copertura contributiva dell’intero anno. Nel caso invece di reddito inferiore sono accreditate un numero di mensilità ridotte in proporzione a quanto versato. Ma questa è soltanto una delle anomalie del fondo di gestione separata, istituito presso l`Inps nel 1996 con la Legge Dini, per i lavoratori
autonomi, collaboratori coordinati e continuativi e – dopo la legge Biagi, 30/2003 –collaboratori a progetto e i venditori a domicilio. Esclusi dall’obbligo di iscrizione al fondo le collaborazioni occasionali con reddito complessivo inferiore a 5.000 euro annui.

Il requisito anagrafico per poter percepire la pensione di vecchiaia è di 57 anni. La legge però prevede che, per poter essere liquidata prima dei 65 anni, la pensione debba risultare di importo superiore a 1,2 volte l’importo dell’assegno sociale in pagamento nell’anno in corso (per il 2005 pari a 374,97 Euro). Tale requisito potrà essere raggiunto difficilmente da molti dei collaboratori.
In ogni caso per ottenere la pensione è necessario aver maturato almeno 5 anni di contribuzione.
Con 40 anni di contributi si matura il diritto alla pensione, indipendentemente dall’età.
Attualmente gli iscritti alla gestione separata dell’Inps, se presso questa hanno maturato il diritto alla pensione, possono trasferirvi eventuali contributi versati in altre casse previdenziali, basta avere un’anzianità contributiva pari o superiore a 15 anni, di cui almeno 5 successivi al 1995.
Ma al contrario, non possono essere trasferiti i contributi versati nel fondo Inps gestione separata per maturare la pensione presso altre casse. Per evitare queste perdite di contributi NIdiL chiede una riforma che garantisca la possibilità di integrare i contributi versati nei due fondi e sottolinea la necessità di prevedere adeguate forme di copertura contributiva nei periodi di non lavoro, vista la discontinuità che caratterizza i percorsi lavorativi dei collaboratori. (Gabriele Del Grande)

Scarica lo studio del Nidil

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