Rapporto delle Caritas del Nord-Est: il nuovo povero è il divorziato

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(da “Vita“ on line, 14 dicembre 2005)

Nord-Est: il nuovo povero è l`uomo divorziato

Rapporto delle Caritas del Nord-Est. Allarme disoccupazione

Cresce la poverta` a Nordest, non solo fra gli immigrati ma anche tra gli italiani, soprattutto maschi, con alle spalle, in un caso su tre, la famiglia allo sfascio. Lo rivela il terzo rapporto delle Caritas del Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Gli oltre 100 Centri di ascolto distribuiti nelle quindici diocesi hanno assistito13.676 persone, garantendo 44.678 interventi e assicurando 58.093 prestazioni, 4,25 per assistito contro le 2,60 del 2001.

Gli italiani rappresentano il 26,7% degli assistiti, sono in calo rispetto al 2002, quando erano il 28%. Pero` le prestazioni pro capite per gli italiani (58,2% maschi) sono piu` elevate di quelle rivolte agli immigrati, a testimonianza delle conseguenze della crisi economica. Un italiano su tre si reca al Centro Caritas solo per essere ascoltato, ma il 16% chiede vitto, il 22% lavoro.“I maschi sono in una situazione piu` difficile di quella delle donne“, evidenzia Alessandro Castegnaro, direttore dell`Osservatorio socio-religioso del Triveneto.

Il gruppo con il maggior numero di problematiche e` quello costituito dai ventenni, seguito da vicino dai trentenni. I livelli piu` alti di difficolta` si raggiungono tra i divorziati, seguiti dappresso dai separati e dai celibi e nubili. Cresce il numero degli inoccupati; il 58% di coloro che bussano ad un Centro Caritas, infatti, risulta privo di lavoro. E cresce pure la precarieta` dei legami familiari; i “casi“ passano dal 56,8% del 2001 al 66,3% del 2004. Le situazioni di divorzio o di separazione che vengono rappresentate ai Centri di ascolto raggiungono il 28% tra gli italiani che chiedono aiuto.

Gli uomini soli, tra i poveri,sono il 51,1% contro il 26,4% delle donne. Gli uomini coniugati o conviventi sono meno di uno ogni quattro, mentre le donne sono piu` di una ogni tre. “I maschi – rileva Castegnaro – risultano piu` spesso disoccupati (la disoccupazione delle donne manifesta tuttavia una dinamica piu` accelerata), manifestano l`assenza totale di reddito in percentuale quasi tre volte superiore alle donne, la mancanza di casa in quote piu` di tre volte superiore, cosi` per quanto riguarda i casi di dipendenza“.

Tenendo conto degli italiani e degli immigrati, negli ultimi due anni cresce significativamente la quota di persone inoccupate che rappresentano ormai il 70,4% degli utenti dei centri di ascolto. “Cio` soprattutto – spiega Castegnaro – per una crescita dei disoccupati propriamente detti, passati dal 33,7% del 2000 al 52,6% del 2004, mentre coloro che sono in cerca di prima occupazione risultano sostanzialmente stabili negli ultimi tre anni, ma inferiori alla quota rilevata nel 2001“. Il fenomeno e` piu` evidente in Veneto ed in Friuli-Venezia Giulia. La quota di persone sicuramente prive di abitazione, che era del 30% nel 2001, e che era diminuita al 28% nel 2003, risale al 34% nel 2004. Negli ultimi due anni aumentano nettamente coloro che sono completamente senza reddito:dal 30 al 42,8%. La tendenza si manifesta in tutte e tre le regioni, ma e` piu` vistosa nel Veneto.

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