AIDS: Accordo con le case farmaceutiche: prezzi più bassi in 50 paesi
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(da “la Repubblica, SABATO, 14 GENNAIO 2006, pagina 17 – Esteri)
Aids, nuova vittoria per Clinton
Accordo con le case farmaceutiche: prezzi più bassi in 50 paesi
Pagamenti ridotti per test e medicinali di prima e seconda linea
Per la seconda volta la fondazione dell´ex presidente strappa un “sì“ a Big Pharma
L´accordo copre le zone dove vive il 90% dei malati in attesa di antiretrovirali
Previsti sconti dal 30 al 50% rispetto ai prezzi in vigore oggi sul mercato
ARTURO ZAMPAGLIONE
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NEW YORK – Dei 40milioni di sieropositivi che vivono al mondo, la grande maggioranza – il 90 per cento – ignora la propria condizione, con il risultato che si moltiplica il contagio e si ritardano le cure. Non solo: «Troppe persone muoiono di Aids semplicemente perché non si possono permettere le medicine o non sanno dove trovarle», dice l´ex-presidente americano Bill Clinton, annunciando un accordo con otto multinazionali farmaceutiche per dimezzare, nei paesi più poveri, i costi dei test per l´Hiv e per ridurre di un terzo quelli degli anti-retrovirali per le cure anti-Aids. I primi beneficiari saranno in Brasile e il Lesotho. «E´ un programma che potrebbe salvare centinaia di migliaia di vite umane», ha dichiarato Clinton.
L´accordo è stato negoziato e raggiunto dalla Fondazione Clinton, nel quadro di una iniziativa su Hiv e Aids avviata nel 2002, che ha già portato a un finanziamento di 10 milioni di dollari per le medicine destinate ai bambini dell´Africa rurale e a un accordo per la fornitura a prezzi ridotti di farmaci anti-Aids di prima-linea.
L´accordo ha due aspetti diversi: uno per i test, l´altro per i farmaci di seconda-linea, cioè quelle combinazioni di Arv (antriretrovirali) da utilizzare contro l´Aids quando gli ammalati sviluppano resistenze o allergie a quelli di prima-linea. La Fondazione Clinton ha convinto quattro società – l´americana Chembio, l´israeliana Orgenics, l´indiana Qualpro diagnosticc e la cinese Shanghai Kehua – a fornire test rapidi per la diagnosi del virus dell´immunodeficienza (Hiv) a un prezzo medio di 0,49-0,65 dollari, che è la metà di quello normale.
«La sfida dei test è quantitativa», ha spiegato Clinton nell´incontro ad Harlem. «Moltiplicare il numero dei test è essenziale per l´opera di prevenzione e di cura e solo così, riducendone i costi, sarà possibile procedere in questa direzione senza eccessivi oneri». Il Brasile, ad esempio, che vuole aumentare il numero dei test annuali tra 3 a 7 milioni, risparmierà 10 milioni di dollari, nell´anno in corso, comprando i kit attraverso le industrie convenzionate.
La Fondazione ha poi coinvolto quattro altre società – le indiane Cipla, Strides Arcolab e la sudafricana Ranbaxy – per l´offerta a «prezzo politico» degli antiretrovirali Efavirenz e Abacavir. Il primo costerà 240 dollari all´anno per paziente, il secondo 447 dollari: circa il 30 per cento in meno dei prezzi pretesi dai colossi farmaceutici. E proprio per questo Big Pharma – il soprannome dei big della farmaceutica mondiale – guarda con apprensione all´accordo di Clinton, non tanto per la riduzione dei profitti, quanto per questa linea di accordi internazionali che rischia di dilagare, mettendo in crisi la politica di prezzi condotta dalle multinazionali.
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