LAVORO. Denuncia FLAI-CGIL su sfruttamento in Sicilia

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Sicilia / La denuncia della Flai Cgil

“Nelle nostre campagne c`è la schiavitù“

“Migliaia di persone provenienti dall`Est europeo vengono utilizzate nelle campagne della Sicilia in condizioni quasi di schiavitu`, con forme estreme di sfruttamento che arrivano fino all`abuso sessuale“. Una denuncia grave e circostanziata, quella lanciata oggi dalla Flai Cgil siciliana, nel corso di una conferenza stampa sui problemi del mondo agricolo dell`isola in vista del congresso regionale di categoria che si terra’ il 9 e 10 gennaio a Catania. Il segretario generale della categoria, Salvatore Lo Balbo, ha parlato di `imprenditori senza scrupoli che nelle piazze delle principali citta` siciliane rastrellano manodopera di extracomunitari ai quali sottraggono persino i passaporti, in cambio di pochi euro di paga ed estorcendo alle donne anche prestazioni sessuali`. La lotta contro `le illegalita` e le nuove schiavitu` nel settore agroalimentare-ambientale, che non soffre peraltro di crisi -ha sottolineato Lo Balbo- sara` uno dei temi del congresso regionale della Flai Cgil siciliana`, che ha l`obiettivo della `valorizzazione del lavoro agricolo. Oltre alle nuove schiavitu` permangono infatti nel comparto -ha affermato Lo Balbo- sottosalario e sommerso. Ad ogni giornata regolare di lavoro ne corrisponde una in nero`.Il congresso della Flai Cgil regionale, che con 56.268 iscritti e’ la categoria piu’ numerosa della Cgil siciliana con presenza nei settori dell’agroindustria, della forestazione, della pesca, della zootecnia, trattera’ anche, tra gli altri, i temi della lotta contro la mafia delle campagne e della sicurezza alimentare. Dopo la relazione di Lo Balbo (intorno alle 11 del 9), alla guida della categoria da tre mesi, e’ in programma la comunicazione di Antonio Federico, direttore della fondazione Metes, su “L’agroalimentare energetico e le fonti rinnovabili”. Nel pomeriggio, alle 16.45, si svolgera’ una tavola rotonda coordinata dal giornalista Gianbattista Pepi, su “La mafia nelle campagne e la gestione delle aziende agricole confiscate”. Vi parteciperanno Rita Borsellino, Giuseppe Gennaro (magistrato a Catania), Gianluca Faraone, presidente della cooperativa Placido Rizzotto, Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana. Le conclusioni del congresso saranno affidate martedi’ al segretario generale nazionale della Flai Cgil, Franco Chiriaco.Nel documento politico che servirà da base di discussione per il congresso, la Flai denuncia “con chiarezza“ che “l’utilizzo delle risorse pubbliche, comunitarie, nazionali e locali continua a coincidere con una mancata ristrutturazione dell’apparato produttivo e ad essere fonte di speculazioni, di assistenzialismi, di finanziamento di attività mafiose e criminali“.“La mafia – accusa il sindacato -, attraverso le sue organizzazioni territoriali, permane, con tutta la sua opprimente presenza, come ostacolo per lo sviluppo competitivo del comparto Agro-Alimentare-Ambientale e per l’apertura della nostra economia al resto del paese. Dove c’è denaro pubblico, inefficienza, condiscendenza sociale il sistema mafioso allunga i propri tentacoli per limitare le libertà individuali e collettive e per soggiogare interi territori. Dal controllo della immigrazione clandestina agli aiuti comunitari, dal controllo dei mercati generali e ittici alla macellazione illegale, dal condizionamento burocratico al mercato del lavoro, dalla gestione delle reti di trasporto alla compra-vendita dei terreni, le organizzazioni mafiose, forti di un retroterra culturale diffuso, riescono a fare sentire la loro presenza in maniera opprimente“.Per questo motivo – si legge sempre nel documento – “diventa sempre più pressante l’esigenza di rivendicare una forte e costante presenza dello Stato in tutto il territorio e non solo nelle città, di dare una maggiore visibilità alla gestione della cosa pubblica, di affermare una chiara presenza antimafiosa nel tessuto associativo e democratico. Dalle dichiarazioni di antimafiosità bisogna passare al contrasto territoriale, attraverso l’utilizzo delle armi della legalità e della coerenza democratica. La lotta contro l’economia clandestina, il lavoro nero, il neo-schiavismo, l’evasione fiscale, l’uso distorto del denaro pubblico, è elemento essenziale per contrastare la “cultura” e le organizzazioni mafiose che pregiudicano lo sviluppo del settore“.

(www.rassegna.it, 5 gennaio 2006)

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