SANITA`. Le multinazionali della truffa

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(da il manifesto, 29 Gennaio 2006)

«Stop alle compagnie della farmatruffa»

Da Glaxo a Novartis. Il pm di Bari chiede l`interdizione dall`attività in Italia per otto multinazionali, accusate di aver truffato il Ssn per oltre 20 milioni di euro

ANTONIO MASSARI
BARI
Una truffa da 20 milioni di euro. Per otto aziende farmaceutiche, tra queste diverse multinazionali, la procura di Bari ha chiesto addirittura l`interdizione a operare sul mercato. E sotto accusa sono finiti anche 126 medici, per i quali il pm di Bari, Ciro Angellisis, ha chiesto il rinvio a giudizio. Insomma, la Puglia della malasanità non smette di stupire: medici corrotti, case farmaceutiche consenzienti, viaggi e tangenti. Confezioni di medicinali che valevano oro, anche 700 euro a confezione, e che poi finivano nei cassonetti della spazzatura. Il sistema, secondo il pm, era ben congegnato: dal 2002 al 2004 gli informatori, spesso su istigazione delle case farmaceutiche, corrompevano i medici di base che intestavano a ignari pazienti migliaia di ricette mediche. Poi entravano in scena i farmacisti: una volta eliminate le fustelle dai farmaci «regolarmente» prescritti, le allegavano alle ricette, in modo da ottenere il rimborso del servizio sanitario nazionale. E siccome quei farmaci non erano stati ordinati da nessuno, finivano regolarmente nei cassonetti della spazzatura. Tra le prove acquisite dall`accusa, anche numerose intercettazioni telefoniche: «Siamo tutti una razza – dice al telefono un informatore scientifico – il migliore tra noi merita di essere ammazzato». Commenta il comportamento di un suo collega, che, a quanto pare, ha appena infilato nel cassonetto dei rifiuti una busta con trenta farmaci. I medici, invece, in cambio delle false prescrizioni ricevevano orologi, telefoni cellulari, vacanze oppure soldi: cinquemila euro al posto di un viaggio all`estero. Tra le prove, anche una sorta di «libro paga» dove gli informatori scientifici assegnavano la propria pagella al comportamento dei medici: si va dallo «scarso», per quello meno collaborativo, al «buono» per chi, evidentemente, si lasciava corrompere più facilmente. Per quanto riguarda le aziende, parliamo di otto colossi dell`industria farmaceutica: Glaxo, Bracco, Biofutura, Bristol, Recordati, Novartis, Astrazeneca e Luxofarmaco. Sono accusate di non aver osservato il controllo sui propri dirigenti e informatori scientifici. Ma questo è il minimo. L`accusa ha individuato casi di vero e proprio dolo e concorso in reato per truffa. La risposta è stata immediata: se di dolo si tratta, dice per esempio l`Astrazeneca, «è dolo di singoli. Non connivenza o carenza di controlli». Secondo la procura, invece, le aziende avevano creato dei veri e propri fondi neri riservati la corruzione: a quanto pare, il giro delle false fatturazione, veniva regolarmente iscritto nei bilanci, nella voce relativa alle «attività di promozione». Fiducioso sull`operato della magistratura il presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, mentre la Glaxo si dice «convinta della correttezza» del proprio operato. E nel frattempo è intervenuto anche il ministro per la Salute, Francesco Storace, complimentandosi con i Nas e i magistrati. E intanto per le otto aziende farmaceutiche, al momento, l`unica alternativa all`interdizione prevista dalla procura (pensata per salvaguardare i loro dipendenti) sarebbe quella di nominare un commissario giudiziale.

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