IMMIGRAZIONE. Libia e CPT, le ombre sul Viminale

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(da La Repubblica, VENERDÌ, 17 MARZO 2006, Pagina 19 – Cronaca)

IL RETROSCENA

L´ufficio che si occupa dei reati ministeriali ha restituito il fascicolo al pm Monteleone per la decisione finale

Libia e Cpt, le ombre sul Viminale

Il dubbio degli inquirenti: violati i diritti degli immigrati

L´ipotesi giudiziaria è che il ministro abbia omesso indebitamente atti relativi all´ufficio
Tre strade per il pm: proseguire le indagini, chiedere il giudizio o l´archiviazione

CLAUDIA FUSANI
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ROMA – L´ipotesi, ancora tutta da sostanziare, è che il ministro dell´Interno Giuseppe Pisanu, nella gestione dei clandestini arrivati via mare, abbia «omesso indebitamente atti relativi al suo ufficio». Sia, cioè, venuto meno ad alcuni principi basilari di legalità come il rispetto e la tutela dell´incolumità dei clandestini. Questo il cuore dell´inchiesta che il Tribunale dei ministri ha ereditato nell´ottobre 2005 dal pm Marcello Monteleone della procura di Roma e a cui in questi giorni la superprocura che si occupa dei reati ministeriali ha restituito il fascicolo. Adesso si aprono tre scenari. La procura può proseguire nelle indagini se questa è la conclusione del Tribunale dei ministri. Oppure può decidere per una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione che dovrà comunque essere motivata.
Quella del Tribunale dei ministri, organo collegiale dove i tre magistrati vengono sorteggiati a rotazione, con funzioni miste di gip e di pm, e che comunque deve raccordarsi sempre con gli uffici di procura, è una procedura molto tecnica e complessa. Di sicuro il prossimo martedì sarà sentito l´avvocato Pasquale Vilardo, il legale dei 31 parlamentari della sinistra radicale che il 12 luglio 2005 hanno presentato l´esposto. L´inchiesta riguarda gli sbarchi e il respingimento dei clandestini sbarcati a Lampedusa nell´ottobre 2004 e nel marzo e nel maggio 2005. Mille e trecento persone, ma forse anche di più, arrivati via mare in Italia, riportati via cielo nel deserto libico e di cui si è persa traccia.
L´esposto lungo dodici pagine non è contro il ministro dell´Interno ma si limita a tratteggiare una situazione «illegale» e «a-legale» di cui possono essere responsabili anche più persone. Indica almeno almeno quattro “zone grigie“ da verificare acquisendo documenti, come le supersegrete intese bilaterali con la Libia, i verbali di identificazione nel Cpt di Lampedusa e le liste d´imbarco degli aerei che hanno riportato nel deserto libico i clandestini.
La prima “zona grigia“, come la si legge nell´esposto: «Provvedere ad identificare tutte le persone riammesse in Libia accertando se a ciascuno di loro sia stato notificato un provvedimento motivato di respingimento oppure se è stata un´azione collettiva». E quindi, non motivata come invece richiedono la legge e le più recenti sentenze della Corte Costituzionale. La seconda: «Verificare se ciascuno di essi sia ancora in vita e se sia stato regolarmente rimpatriato nel paese di origine senza subire vessazioni o trattamenti disumani o degradanti». La terza “zona grigia“ è ancora più difficile da verificare perché riguarda l´accertamento di «eventi di morte o di sparizione casualmente collegati al respingimento dei profughi in Libia». Si tratta di andare a ricercare, tramite canali diplomatici o Interpol, uno per uno gli oltre mille clandestini e vedere se sono rientrati sani e salvi nei rispettivi paesi visto che la Libia era solo la loro “spiaggia“ di partenza ma non il paese di origine. Il sospetto terribile che muove questa richiesta è che qualcuno di quelli rispediti indietro nelle pance degli aerei e scaricato nel deserto libico non abbia più potuto trovare la strada di casa. «Valuti in ogni caso – si legge all´ultimo punto dell´esposto – se la pratica di privazione della libertà personale e di accompagnamento forzato dei profughi alla frontiera nei modi descritti rappresenti un´ipotesi di reato». Quei clandestini respinti in massa sono mai stati identificati? Conosciamo il loro nome? Aveva qualcuno di loro diritto all´asilo o allo status di rifugiato? E che fine hanno fatto? Domande a cui Pisanu ha già risposto davanti al Parlamento: «Tutto in regola, secondo legge e nel massimo rispetto dei diritti umani». Sicuramente ha ragione. E´ probabile che questa volta lo debba dimostrare con carte e documenti.

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Casini: sinistra irresponsabile. Pera: attacco inconcepibile. Fini: l´opposizione fa propaganda

Clandestini, Pisanu si difende “Basse speculazioni elettorali“

“I rimpatri? Secondo legge“. Solidarietà dalla Cdl

L´ira del titolare dell´Interno: non mi lascio influenzare, avanti per la mia strada

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ROMA – Solo una «bassa speculazione elettorale» a cui lui certo non si piega. Anzi, il ministro «andrà avanti per la sua strada» per quello che riguarda l´immigrazione clandestina e «non si lascerà influenzare da queste bassezze». E´ furibondo il ministro dell´Interno Giuseppe Pisanu quando, ieri mattina, legge i giornali che riportano la notizia della sua iscrizione al registro degli indagati per omissione di atti di ufficio nella gestione degli sbarchi e del respingimento in Libia dei clandestini arrivati a Lampedusa. E´ un vecchio esposto del luglio 2005 firmato da 31 parlamentari della sinistra radicale e arrivato al Tribunale dei ministri nell´ottobre scorso. Solo ieri la notizia dell´iscrizione al registro perché martedì sarà sentito l´avvocato Pasquale Vilardi che ha presentato la denuncia.
Per Pisanu tutto questo è solo «speculazione elettorale». Il titolare dell´Interno rilancia: «Mi assumo tutta la responsabilità politica di tutto ciò che è stato fatto in questi anni per contrastare l´immigrazione clandestina». E sfida chiunque a dimostrare che il Viminale non ha seguito la legge e le norme internazionali sul rispetto dei diritti umani: «Sono pronto a discuterne in tutte le sedi» intendendo anche quella giudiziaria.
Pisanu incassa la solidarietà di tutta la maggioranza, dal presidente del Senato Marcello Pera a quella del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, dal vicepremier Gianfranco Fini allo stato maggiore di Forza Italia. Per tutti loro «la denuncia della sinistra radicale ha il sapore della propaganda», è «irresponsabile», «inconcepibile» e «vergognosa». La solidarietà arriva anche da un pezzo di centrosinistra. Per il presidente del Copaco Enzo Bianco (Margherita) è «sbagliata» la denuncia della sinistra radicale. Per la diessina Livia Turco, “mamma“ della prima legge sull´immigrazione in parte ripresa dalla Bossi-Fini, «Pisanu ha applicato la legge e non poteva fare diversamente». I problemi sono altri: la Bossi-Fini, «una legge ideologica che non funziona»; «la politica dell´immigrazione che, al di là delle buone intenzioni di Pisanu, ha sempre subito il diktat della Lega». Il paradosso è anche questo: il ministro dell´Interno è sempre sotto attacco del Carroccio per la sua mano troppo dolce con i clandestini.
I firmatari dell´esposto-denuncia (Verdi, Rifondazione, Comunisti) ribadiscono che «l´immigrazione clandestina via mare è una zona franca dal diritto» e vogliono «conoscere i principi che regolano le espulsioni in Libia». Nulla di personale contro Pisanu.
(c.fus.)

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