Legge sulla droga: definite tabelle delle quantità massime consentite.
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(da La Repubblica, MERCOLEDÌ, 05 APRILE 2006, Pagina 31 – Cronaca)
È spacciatore chi ha più di 20 spinelli
Legge sulla droga, le quantità massime consentite. Coca, limite a 5 dosi
Anche il carcere per chi ne ha di più. Importante la percentuale di principio attivo
di MARIO REGGIO
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ROMA – Da quindici a venti spinelli, cinque strisce di cocaina, dieci dosi di eroina, cinque pasticche di ecstasy, tre stelline di Lsd. Sono le quantità massime per il consumo personale dei soggetti tossicodipendenti, stabilite dal governo dopo la relazione scientifica consegnata a Palazzo Chigi dalla Commissione scientifica nominata lo scorso febbraio dall´ex ministro della Salute Francesco Storace. Superare le quantità fissate dalle tabelle, che non fanno alcuna distinzione tra droghe leggere e pesanti, equivale a rischiare da 6 a 20 anni di carcere per spaccio di sostanze stupefacenti.
La Commissione, coordinata da Claudio De Giuli dell´Istituto Superiore di Sanità, e composta in larga misura da esperti scelti da Storace e vicini ad Alleanza Nazionale, ha lavorato per quasi due mesi sulle ricerche internazionali in materia. A disposizione degli esperti le quantità di droghe sequestrate negli ultimi dieci anni, la presenza media del “principio attivo“ di ogni sostanza per ogni grammo di stupefacente. In base a questi parametri ha stabilito una “quantità media singola“ oltre la quale il consumatore potrebbe avere gravi danni fisici e neurologici. Fatto questo, è stato il ministro Carlo Giovanardi, assieme alla sua équipe, a stabilire le quantità, oltre le quali scatta la denuncia penale e l´arresto.
Facciamo un´ipotesi concreta. Il consumatore compra cinque grammi di cannabis. Visto che il “principio attivo“ sul quale hanno lavorato gli esperti è di media del 10 per cento sul peso totale, dovrebbe stare “tranquillo“. Al limite rischia una sanzione amministrativa. Ma come fa a sapere se nei cinque grammi che ha acquistato il “principio attivo“ presente è superiore o meno al 10 per cento? Una volta incappato nei controlli delle forze dell´ordine, la sostanza viene sequestrata e inviata ad un non meglio identificato centro di controllo tossicologico. Se la quantità di “principio attivo“ è uguale o inferiore al 10 per cento il consumatore viene solo denunciato al Prefetto, gli potrà essere sequestrata la patente e se recidivo indirizzato ad un corso di recupero in una comunità anche provata. Se, per sua disgrazia ed a sua insaputa, il “principio attivo“ dovesse superare la fatidica soglia del 10 per cento, allora sarebbero davvero guai. La pratica finirebbe nelle mani del magistrato con una bella denuncia per spaccio.
Ma uno dei “buchi neri“ del decreto, che dovrà essere firmato dal premier Berlusconi e dal ministro della Giustizia Castelli, è la mancanza dell´indicazione del tempo durante il quale le quantità “soglia“ possono essere consumate. È vero che la Commissione di esperti è stata prorogata fino al 31 luglio del 2006 per mettere a punto le indicazioni sulle «frequenze di assunzione giornaliera e settimanale», ma allora perché licenziare il decreto con tutta questa fretta? La decisione del governo conferma i dubbi che la decisione è stata presa con chiari intenti elettorali.
Il ministro Giovanardi, non senza qualche imbarazzo, si difende: «Le quantità massime stabilite dal governo sono state adottate in base a parametri ragionevoli. Le tabelle sono elementi per uscire dall´attuale situazione di assoluta discrezionalità da parte del magistrato – e conclude – la Commissione continuerà il suo lavoro nei prossimi mesi per approfondire e monitorare la situazione. La legge potrà essere valutata solo dopo che sarà rimasta in vigore per un ragionevole periodo di tempo».
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LE REAZIONI
Operatori e associazioni: sbagliato mettere insieme tutte le sostanze
Ma sulle tabelle è scontro i Ds: abrogheremo quella legge
Garattini: una valenza amministrativa più che scientifica, si tratta di quantità arbitrarie
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ROMA – Sollevato il velo sulle «tabelle» delle «quantità soglia», sulla legge Fini piovono le critiche. Livia Turco dei Ds annuncia: «Nei primi 100 giorni il centrosinistra abrogherà la legge». Gianfranco Fini replica: «Abbiamo coperto un vuoto legislativo, se davvero vogliono cancellare il testo si metteranno contro moltissime famiglie e giovani». Ma le critiche non arrivano solo dall´opposizione e dalla maggioranza delle comunità di assistenza. Anche Andrea Muccioli, responsabile della Comunità di San Patrignano, non lesina le bordate: «Questa legge, definita da alcuni rigorosa e da altri repressiva, certifica il sostanziale calo delle braghe delle istituzioni nei confronti della droga. In poche parole queste tabelle non servono a nulla». Il farmacologo Silvio Garattini commenta: «I limiti fissati hanno una valenza amministrativa più che scientifica, quelli consentiti per il consumo personale rappresentano comunque quantità arbitrarie. Si rischia che passi il messaggio, specie per i giovani, che le quantità indicate come limiti massimo siano dosi sicure. Le droghe fanno male comunque». Limite di 20 spinelli o di cinque strisce di cocaina? Discorsi sbagliati in partenza. L´errore di fondo è quello di aver messo insieme, in un´unica tabella e quindi sullo stesso piano, tutte le sostanze. Un errore che «può fare chi si occupa di tossicologia sperimentale e non chi si occupa di pratica clinica». E´ l´opinione di Alfio Lucchini, presidente di Federserd, la Federazione dei servizi pubblici per le tossicodipendenze. Un parere negativo condiviso da altre realtà del mondo che lotta contro le tossicodipendenze, da Muccioli a Don Mazzi, da Agnoletto al Gruppo Abele, da Riccardo De Facci del «Cartello» agli Antiproibizionisti: anche se da posizioni a volte diverse, invitano a «buttare nel cestino la nuova legge».
Alla posizione della Federserd si affiancano quelle degli altri operatori e delle associazioni coinvolte a vario titolo nel mondo della droga. Per Don Mazzi, «E´ banale ridurre tutto a 5 o 20 spinelli. La legge va buttata nel cestino e va ripreso tutto il discorso sulle dipendenze». Secondo Riccardo De Facci, del Cartello nazionale «Non incarcerate il nostro crescere“, «con queste tabelle, le istituzioni mandano un messaggio devastante, cioè che è meglio prendere cocaina che marijuana, perché si rischia meno». Per il Gruppo Abele: «Le tabelle portano a compimento la logica della legge governativa che indica la cannabis fortemente penalizzata, con un alto principio attivo, e l´intento di criminalizzarne il consumo ancor più che lavorare sulla dipendenza». (ma.re.)
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