CASO SOFRI. La Consulta boccia l`ex ministro Castelli

by redazione | 4 Maggio 2006 0:00

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(La Repubblica, GIOVEDÌ, 04 MAGGIO 2006, pagina 15 – Cronaca)

La Corte costituzionale accoglie il ricorso presentato dal Quirinale contro Castelli sulla procedura da seguire

Grazia, la Consulta con Ciampi

“Sul caso Bompressi il ministro non ha potere di veto“

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ROMA – Ciampi sconfigge Castelli sul potere di grazia. La Consulta dà ragione al capo dello Stato sul conflitto con il ministro della Giustizia che nel novembre di due anni fa fermò la mano del presidente pronta a concedere la grazia ad Ovidio Bompressi e subito dopo anche ad Adriano Sofri. Per entrambi, adesso, si apre una rapidissima via per ottenere il gesto di clemenza. Prima che Ciampi lasci il Quirinale? È improbabile. Ma la Corte ha voluto decidere “prima“ che Ciampi scendesse definitivamente dal Colle. Tant´è che, con una rapidità sorprendente e che non ha precedenti nella storia più recente della Consulta, il verdetto sul ricorso presentato dallo stesso presidente, è stato preso a sole 24 ore dall´udienza pubblica e subito reso noto con un comunicato. Anche questa una procedura assai poco frequente nei costumi riservati della Corte. Ma adesso bisognerà aspettare la sentenza in cui gli alti giudici spiegheranno perché hanno accantonato la tesi della grazia come potere duale tra capo dello Stato e ministro della Giustizia.
Sono le 18 e 30 quando la Corte diffonde la notizia di aver accolto il ricorso del Colle. Neppure mezz´ora dopo lo stesso Ciampi rende noto che non intende riproporre la sua candidatura per un nuovo settennato. Ma prima di andar via incassa un indubbio successo. Tant´è che c´è chi trova subito singolare la rapidità della discussione che si è svolta in camera di consiglio e che si sarebbe conclusa con un voto a maggioranza. La nota della Consulta è stringata ma boccia inesorabilmente il veto di Castelli, visto che non spettava a lui, quel 24 novembre 2004, «impedire la prosecuzione del procedimento volto a concedere la grazia a Bompressi». Tant´è che proprio la nota ministeriale di Castelli viene «annullata» dalla Corte.
Dopo un dibattito durato tre anni, documentato di recente nel libro del costituzionalista Paolo Armaroli Grazia a Sofri? Un intrigo costituzionale (Rubbettino), che ha diviso profondamente il mondo degli studiosi del diritto, la scelta è fatta. Castelli è andato al di là dei suoi poteri rifiutandosi di controfirmare la grazia per Bompressi e ha interpretato erroneamente i due articoli della Costituzione, l´87 e l´89, che affidano al presidente il potere di «concedere la grazia e commutare le pene» e al Guardasigilli proponente quello di «controfirmare» l´atto «assumendosene la responsabilità». Ma presentare il fascicolo e apporre il sigillo sotto l´atto di grazia sono soltanto atti dovuti e non configurano la cogestione di un potere. Che era del re durante la monarchia, che è del capo dello Stato oggi. È la tesi dell´avvocato dello Stato Ignazio Francesco Caramazza che ha rappresentato il Colle. Ma è una tesi che lascia perplessi molti costituzionalisti. Uno per tutti: l´ex presidente della Corte Valerio Onida ancora ieri sera era dubbioso sulla nota della Consulta e su quel «procedimento» bloccato. Per lui la grazia è tuttora un potere duale.
(l.mi.)

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