L`Employment Outlook dell`Ocse: l` Italia va indietro

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L`Employment Outlook dell`Ocse / Italia indietro

Troppe donne escluse dal lavoro

L`Ocse bacchetta l`Italia: troppo poche le donne che lavorano nel nostro Paese. Per quanto riguarda la partecipazione femminile al mondo del lavoro l`Italia si piazza infatti al quart`ultimo posto tra i paesi in ambito Ocse, davanti soltanto a Corea, Messico e Turchia. E` quanto si evince dal Rapporto dell`istituto sulle prospettive dell`occupazione. Il tasso di occupazione delle donne in Italia nel 2005 era al 45,3 per cento, contro il 56,1 della media Ocse e il 57,8 dell`Europa a 15. Il tasso di disoccupazione tra le donne in Italia supera il 10 per cento, contro il 7 della media Ocse e il 9 dell`Europa a 15.

Il part-time pesa sul lavoro delle donne per il 29,2%, contro il 5,3% degli uomini. Sul totale dei part-time il 78% riguarda le donne, in linea però con il resto dei Paesi europei. L`Italia non favorisce nemmeno il lavoro degli anziani (anche qui è al quart`ultimo posto nella classifica Ocse) e dei giovani, rispetto ai quali si colloca al 23/o posto sui 30 Paesi che fanno parte dell`organizzazione. L`altra categoria non aiutata è quella dei lavoratori con una bassa professionalità: anche in questo caso l`Italia è in coda, al 24/o posto.

I salari non crescono abbastanza
Il tasso di crescita delle remunerazioni reali per lavoratore, nel settore delle imprese, é in salita da qualche tempo nell`area Ocse, dove è passato dalla media dell`1,1% del 2004 all`1,6% del 2005 (all`1,5% nel 2006 e all`1,9% nel 2007). Siamo al di sopra del tasso di crescita all`1,1% registrato nel decennio di moderazione salariale 1993-2003, “ma resta ancora al di sotto – evidenzia l`organizzazione di Parigi – della crescita media della produttività del lavoro“. In questo contesto l`Italia si colloca ben al di sotto della media Ocse con una crescita dei salari reali allo 0,5% per quest`anno (in calo rispetto allo 0,6% del 2005) e all`1% per il prossimo anno.

L`Employment Outlook sottolinea inoltre un rallentamento della crescita dell`occupazione, che in Italia aumenterà dello 0,6% nel 2006 e solo dello 0,4% nel 2007. Nel 2005 era stata dello 0,7 per cento. Ritmi ben diversi dal resto dell`area Ocse, dove mediamente si segnala un +1,3 per cento per il 2006 e +1,1 per il 2007. `La debolezza della crescita economica in Italia si è tradotta anche in un debole tasso di crescita dell`occupazione` spiegano o ricercatori dell`organizzazione.

Disoccupazione in calo
Cala la disoccupazione ma, se si analizza l`ultimo decennio, non abbastanza o comunque non al passo della media Ocse. Nel 2006 si passera` al 7,7% e nel 2007 al 7,6%. Nel 2005 il tasso di disoccupazione era al 7,8%. In Italia i disoccupati sono quasi 2 milioni. Il Rapporto però, considerando il decennio 1994-2004, fa notare che l`Italia non ha fatto progressi considerevoli. “Una riduzione molto forte del tasso di disoccupazione – si legge nel Rapporto – è stata registrata in Irlanda, Spagna e Finlandia, tutti Paesi in cui il tasso di disoccupazione a metà degli anni 90 era molto alto. Al contrario, le tre più grandi economie europee non hanno fatto progressi o ne hanno fatti molto pochi, con l`Italia e la Francia che nella lotta alla disoccupazione hanno registrato qualche lieve successo in più di quanto invece è accaduto in Germania negli ultimi anni“. I dati relativi all`Italia sono in linea con quelli dei Paesi europei che fanno parte dell`Ocse: il tasso di disoccupazione è visto all`8,5% nel 2006 e all`8,2% nel 2007 (nel 2005 era all`8,7%). Nella Ue a 15 si passa dal 7,9% del 2005 al 7,6% del 2006 e al 7,3% del 2007; nella Ue a 19 la disoccupazione scende dall`8,7% dello scorso anno all`8,4% previsto dall`Ocse per l`anno in corso e all`8,1% per il 2007.

Il cuneo fiscale
“La riduzione del cuneo fiscale di 10 punti percentuali nella media dei Paesi Ocse – spiega l`organizzazione di Parigi – ridurrebbe la disoccupazione del 2,8% e aumenterebbe il tasso di occupazione di almeno il 3,7%“. Le affermazioni, spiega l`Ocse, sono basate sulla esperienza dei paesi in cui negli anni recenti é stato tagliato il cuneo fiscale.

Il lavoro a termine non piace
Il lavoro temporaneo è un fenomeno molto italiano ed essenzialmente non piace a chi lo fa. Lo rileva l`Ocse nel Rapporto sulle prospettive dell`occupazione. Il lavoro a termine “é cresciuto significativamente solo in pochi paesi, come Belgio, Italia, Olanda e Portogallo – si legge nell`analisi dell`organizzazione di Parigi – mentre è in calo in Irlanda, Spagna, Turchia e Islanda. Nella grande maggioranza dei paesi l`occupazione temporanea resta largamente involontaria, con più della metà dei lavoratori – sottolinea l`Ocse – che affermano di preferire un lavoro a tempo indeterminato“.

(www.rassegna.it, 13 giugno 2006)

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