Cede la Borsa cinese, autorità in allarme
Shanghai ha perso il 10% in poche sedute. Si teme lo scoppio della “bolla”
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UOMINI E NO
Non è un problema tecnico. Non c’era bisogno di particolari competenze ingegneristiche o finanziarie per capire, fin dal 21 aprile di due anni fa, quando al Lingotto fu presentato in pompa magna, che il piano «Fabbrica Italia» stava sulle nuvole. Anche un bambino si sarebbe reso conto che quella produzione da aumentare dalle 650.000 auto del 2009 al milione e 400mila del 2014, quel milione di veicoli destinati all’esportazione di cui «300.000 per gli Stati Uniti» (sic!), quel raddoppio o poco meno delle unità commerciali leggere (dalle 150 alle 250mila) in meno di quattro anni, erano numeri sparati a caso. Così come quei 20 miliardi di euro d’investimenti in Italia (i due terzi dell’intero volume mondiale del Gruppo Fiat!), senza uno straccio d’indicazione sulla loro provenienza, senza un piano finanziario serio e trasparente, erano un gigantesco buio gettato sul tavolo verde.
Più poveri a causa di riforme mai fatte
La prova del nostro declino è facilmente reperibile nella banca dati del Fondo monetario internazionale. Nulla di nascosto: tutto online. Basta saper (e voler) guardare.
E anche se i numeri del 2012 sono per forza di cose ancora provvisori, la sostanza può cambiare ben poco.
Via al processo sulla Newco di Pomigliano