Morire da internati senza che il mondo lo sappia. La denuncia di Antigone

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E’ accaduto ad un marocchino lo scorso gennaio nell’Opg di Aversa. Morti invisibili: tre persone da novembre sono decedute nella struttura. In Campania gli Opg sono 2 e ospitano il 40% degli internati in tutta Italia

NAPOLI – Morire da internati senza che il mondo lo sappia. È accaduto ad un marocchino di 35 anni il cui nome in sigla è D.H. il 29 gennaio scorso nell’Ospedale psichiatrico di Aversa, deceduto per arresto cardiocircolatorio, e la notizia si diffonde solo ora. Una morte invisibile come altre nei mesi scorsi: tre persone da novembre ad oggi sono scomparse nell’Opg, uno dei due della Campania (l’altro è Sant’Eframo a Napoli), che complessivamente ospitano il 40% degli internati in tutta Italia.


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Giovedì 22 ottobre 2009 ore 6.15 di mattina. Stefano Cucchi, 31 anni, nella sua stanza all’interno del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini, dove era ricoverato da sabato 17 ottobre, non «risponde agli stimoli». Gli infermieri di turno quel giorno scriveranno sul diario clinico di aver tentato la rianimazione senza riuscirci. L’autopsia, di cui verranno resi noti i risultati solo qualche mese dopo, stabilisce che il decesso è avvenuto verso le 3 di notte. Stefano Cucchi, quindi, viene letteralmente «trovato morto».

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