Napolitano rinvia Prodi alle Camere “Nessuna alternativa, l’Unione promette unità”

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Follini spiega il suo sì: “In questa situazione un governo è necessario”

Il premier: “Riparto con slancio rinnovato”. D’Alema: “Certa sinistra non serve al paese”.
Caccia al voto. Urgente la nuova legge elettorale

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Il presidente Giorgio Napolitano con il premier Romano Prodi

ROMA – Dimissioni respinte. “Non ci sono le condizioni per l’immediato scioglimento del Parlamento” dice il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sono le 11 e 40 di un sabato grigio che chiude una crisi durata sessantacinque ore. Romano Prodi torna quindi alle Camere per chiedere quella fiducia che è mancata mercoledì scorso sulle linee generali della politica estera. Ci torna con lo stesso esecutivo ma, come dice il premier pochi minuti dopo l’annuncio del segretario generale del Quirinale Donato Marra, “con slancio rinnovato, una maggioranza più coesa e l’obiettivo primario di andare avanti nella ripresa economica già in atto”. Andrà a chiedere il voto di fiducia il prima possibile. Forse già martedì a Montecitorio e mercoledì a palazzo Madama. Calcoli di aula potrebbero far slittare il test a giovedì e venerdì per permettere a tutti i senatori a vita di essere presenti a cominciare da Oscar Luigi Scalfaro e Rita Levi Montalcini. Intanto, è certo il “sì” di Marco Follini (Italia di mezzo) che, in serata lo spiega così parlando al Tg1: “Credo che serva al paese che cisia un governo: una crisi al buio di questi tempi, con l’economia che dà qualche timido segno di ripresa e i nostri soldati impegnati all’estero in missioni delicate e rischiose, credo che sia un lusso che non ci possiamo permettere”. E l’ex segretario Udc aggiunge: “Ascolterò il presidente del consiglio, lo incoraggerò se cambia qualcosa, lo tallonerò. Non sono prodiano e non milito nel centrosinistra, lavoro per costruire uno scenario diverso. Questo scenario ha bisogno oggi, secondo me, che un governo ci sia e che cambi qualcosa in meglio”.


Un minuto dopo l’annuncio del rinvio alle Camere è partito il sudoku della conta dei voti della maggioranza. Andare sotto questa volta significherebbe la morte dell’esecutivo.

Sono le 11 e 40 quando il segretario Marra annuncia la “fine” della crisi. Subito dopo lascia il microfono a Romano Prodi che ringrazia Napolitano “per la fiducia”, un intervento di un paio di minuti, sulla destra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta con leggero sorriso, mezzo passo indietro e faccia seria Silvio Sircana che diventerà “portavoce unico”. Ma è quello di Napolitano l’intervento più atteso con la motivazione e la spiegazione del rinvio. “Ho ritenuto che non ci fossero le condizioni per lo scioglimento delle Camere – dice il Presidente Giorgio Napolitano – perchè nel corso delle consultazioni le componenti dell’Unione hanno spiegato le difficoltà dovute agli scarsi numeri al Senato ma hanno espresso la convinzione di poter garantire l’indispensabile unitarietà ed efficacia dell’azione di governo nel prossimo futuro”. E siccome le dimissioni di Prodi non erano obbligatorie perchè il voto sulle linee della politica estera non aveva la fiducia ma necessarie “per questioni di natura politica”, ci potrà essere un nuovo accertamento “in tempi brevissimi”.

Dunque nessuna alternativa concreta al rinvio e non praticabile la soluzione delle “larghe intese”. Prodi ricomincia da Prodi, con la stessa squadra, gli stessi uomini ma le idee- dicono a palazzo Chigi – molto più chiare tra i nove partiti che compongono la maggioranza. Che esulta, in questo caso, molto compatta.

La bussola imposta e pretesa da Prodi per il cammino di governo e maggioranza sono i “dodici punti” che comprendono ad esempio la realizzazione della Tav e delle infrastrutture ma non prevedono invece i Dico o l’eutanasia e in generale tutta la partita dei diritti civili.

Soddisfatta la sinistra radicale indicata come la principale “responsabile” della débacle di mercoledì. “Grande soddisfazione” dichiara per primo il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto, “ora la maggioranza deve procedere secondo gli impegni assunti”. Il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Rifondazione) è convinto che “tra pochi giorni ci sarà la fiducia e il governo potrà rimettersi in cammino”. “E’ stata premiata la compattezza dell’Unione ma anche la volontà di finirla con discussioni e litigi inutili” aggiunge il ministro dell’Ambiente, il verde Alfonso Pecoraro Scanio. Ha fretta di parlare e di far arrivare il suo appoggio la sinistra radicale che tanti scossoni ha dato alla stabilità del governo. Più in generale il ministro degli Esteri Massimo D’Alema dice che “certa sinistra non serve al paese”. Certa sinistra, quella che non sa guardare avanti e che “non si assume la responsabilità di risolvere i problemi pur di tenere buona la coscienza”. E subito dopo: “Abbiamo fiducia che la maggioranza sosterrà il governo che gli italiani hanno scelto per continuare il lavoro al servizio del paese”.

Napolitano ha sottolineato la necessità per il paese di avere in fretta una nuova legge elettorale. Immediata la replica di Enzo Bianco (Margherita), presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato che giudica la scelta del rinvio alle Camere “la soluzione migliore possibile” e aggiunge che “tra le priorità della Commissione c’è proprio l’esame delle riforma elettorale”. Sulla nuova legge elettorale D’Alema cerca subito di coinvolgere l’opposizione.

Ora si ricomincia con la conta dei voti per l’appuntamento con l’aula. “I numeri ci sono. Oggi siamo maggioranza sia senza senatori a vita, sia con i senatori a vita. E’ una maggioranza stretta ma è autosufficiente” dice sicuro il segretario dei Ds Piero Fassino che aggiunge: “L’unico governo che questo Paese può avere è di centrosinistra perchè è il centrosinistra che ha vinto le elezioni e quindi la decisione di Napolitano è saggia”.

Oltre a quello di Follini, è sicuro il voto del senatore “estero” Luigi Pallaro come quello di quattro senatori a vita. La sinistra radicale, questa volta, non dovrebbe fare scherzi. Ma fino a quando?

(Repubblica.it, 24 febbraio 2007)

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