Rifugiati. In un anno accettate solo 289 domande di asilo. ”Italia fanalino di coda nell’Ue”
Nel mondo sono 10 milioni i rifugiati riconosciuti dall’Acnur, ma in Italia solo 12 mila. Nel 2005 respinte 3.229 domande. Il parere di Chiara Marchetti, ricercatrice alla Statale di Milano
MILANO – Scappano da guerre, da persecuzioni politiche o razziali, ma in Italia e in Europa trovano la porta quasi chiusa. Sono i rifugiati: nel mondo quelli riconosciuti dall’Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) sono circa 10 milioni. A questi vanno aggiunti coloro che non hanno ancora lo status di rifugiato, stimati in 40 milioni. In Europa però hanno trovato asilo solo il 10% di quelli ufficiali, in Italia sono circa 12 mila. “Il nostro Paese è il fanalino di coda in Europa per l’accoglienza dei rifugiati – spiega Chiara Marchetti, ricercatrice al dipartimento di Sociologia dell’università Statale di Milano e autrice del volume “Un mondo di rifugiati” (ed. Emi, 2006) -. L’Italia non ha ancora una apposita legge sul diritto d’asilo e gli accordi con alcuni Paesi del Nord Africa, in particolare con la Libia, tendono di fatto a bloccare i rifugiati lontano dai nostri confini”. L’accoglienza dei rifugiati in Italia è stato il tema del seminario che si è svolto oggi alla Facoltà di Scienze politiche della Statale di di Milano, intitolato “Migrazioni forzate e politiche di esclusione. Il caso dei rifugiati nel panorama delle migrazioni internazionali”. Related ArticlesMsf: «Testimoni scomodi, andiamo via» Intervista al presidente di Medici senza frontiere Loris De Filippi «Sospendiamo le operazioni nel Mediterraneo. Siamo prigionieri tra il Codice Minniti e le minacce libiche» Palestina. Ieri il Nakba day, a Gaza catastrofe permanente Ieri migliaia di persone hanno commemorato il 71esimo anniversario della Nakba, la “catastrofe” del 1948 che trasformò in profughi centinaia di migliaia di palestinesi Maxi-piano Ue per salvare i profughi “Fronte unico da Cipro alla Spagna” e oggi Barroso e Letta a Lampedusa. Proposta della Malmström ai ministri dell’Interno. L’incognita fondiNo commentsWrite a comment
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